Emanuele Severino in questo articolo approfondisce il dibattito contemporaneo sul relativismo e la verità. L'autore sostiene che il relativismo contemporaneo, sebbene si fondi su un'idea di conoscenza fallibile e congetturale (come sostenuto da Popper), nasconde una convinzione più radicale: la negazione di un'Essere assoluto e di qualsiasi verità immutabile. Severino traccia una linea di demarcazione tra il relativismo superficiale, che spesso si contraddice affermando la relatività anche della propria affermazione, e un relativismo più radicale, che trova le sue radici nella filosofia di Nietzsche. Quest'ultimo, partendo dal presupposto dell'eterno mutamento del mondo, conclude che non esiste una verità assoluta al di là di questo mutamento. L'autore critica sia il relativismo che l'antirelativismo tradizionale. Quest'ultimo, pur ammettendo il mutamento del mondo, postula l'esistenza di un Essere eterno e immutabile, una posizione che Severino ritiene ormai insostenibile.
Punti chiave:
- Relativismo: Nega l'esistenza di una verità assoluta, fondandosi sull'idea di una conoscenza sempre provvisoria e soggetta a revisione.
- Antirelativismo: Afferma l'esistenza di una verità assoluta, spesso legata a un Essere divino o a principi metafisici.
- Nuovo Realismo (secondo Severino): Emerge dalla consapevolezza dell'impossibilità sia del relativismo che dell'antirelativismo tradizionali. Accetta il mutamento come caratteristica fondamentale della realtà e nega l'esistenza di un Essere assoluto.
- Politica e morale: Nel contesto del Nuovo Realismo, la politica e la morale perdono il loro fondamento in una verità eterna e si orientano verso una gestione pragmatica del mutamento.
In conclusione, Severino propone una visione del mondo in cui la verità è un concetto complesso e sfuggente, e dove la politica e la morale devono confrontarsi con l'ineluttabilità del cambiamento.
https://materialismostorico.blogspot.com/2012/05/emanuele-severino-su-ermeneutica-e.html
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