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mercoledì 20 novembre 2024

Diario di Etty Hillesum (6) - Le frasi più belle.

Io vivo, vivo pienamente e la vita vale la pena viverla ora, oggi, in questo momento. E se sapessi di dover morire domani, direi: "Mi dispiace molto, ma così come è stato, è stato un bene."

Mio Dio, prendimi per mano, ti seguirò da brava, non farò troppa resistenza. Non mi sottrarrò a nessuna delle cose che mi verranno addosso in questa vita; cercherò di accettare tutto nel modo migliore. Ma concedimi di tanto in tanto un breve momento di pace. Non penserò più, nella mia ingenuità, che un simile momento debba durare in eterno; saprò anche accettare l'irrequietezza e la lotta. Il calore della sicurezza mi piace, ma non mi ripeterò se mi toccherà stare al freddo, purché tu mi tenga per mano. Andrò dappertutto allora e cercherò di non aver paura. E dovunque mi troverò, io cercherò di irradiare un po' di quell'amore, di quel vero amore per gli uomini che mi porto dentro. Ma non devo neppure vantarmi di questo amore. Non so se lo possiedo. Non voglio essere niente di così speciale; voglio solo cercare di essere quella che in me chiede di svilupparsi pienamente.

Trovo bella la vita e mi sento libera. I cieli si estendono dentro di me come sopra di me. Credo in Dio e negli uomini e oso dirlo senza falso pudore. La vita è difficile, ma non è grave.


La sofferenza non è al di sotto della dignità umana. Si può soffrire in modo degno o indegno dell'uomo. La maggior parte degli occidentali non capisce l'arte del dolore; vive ossessionata da mille paure. È la vita che vive la gente adesso, non è più una vera vita, ma fatta di paura, rassegnazione, amarezza, odio e disperazione. Dio mio, tutto questo si può capire benissimo, ma se una vita ci viene tolta, ci viene tolto poi molto. Si deve accettare la morte, anche quella più atroce, come parte della vita. E non viviamo ogni giorno una vita intera; ha molta importanza se viviamo qualche giorno in più o in meno. Io sono quotidianamente in Polonia, su quelli che si possono ben chiamare campi di battaglia. Talvolta mi appare una visione di questi campi diventati verdi di veleno. Sono accanto agli affamati, ai maltrattati, ai moribondi ogni giorno, ma sono anche vicino al gelsomino e a quel pezzo di cielo dietro la mia finestra. In una vita c'è posto per tutto: per una fede in Dio e per una misera fine. Si deve anche avere la forza di soffrire da soli e di non pesare sugli altri con le proprie paure; coi propri fratelli lo dobbiamo ancora imparare e ci si dovrebbe reciprocamente educare a ciò, se possibile con la dolcezza e, altrimenti, con la severità. Il dolore ha sempre preteso il suo posto, i suoi diritti in una forma o nell'altra. Quel che conta è il modo con cui lo si sopporta e se si è in grado di integrarlo nella propria vita e, insieme, di accettare ugualmente la vita. Sono certa che la vita è bellissima, degna di essere vissuta e ricca di significato malgrado tutto. Ciò non vuol dire che uno sia sempre nello stato d'animo più elevato e pieno di fede. Si può essere stanchi come cani dopo aver fatto una lunga camminata, una lunga corsa, ma anche questo fa parte della vita. Dentro di te c'è qualcosa che non ti abbandonerà mai più.

Se il nostro odio ci fa degenerare in bestie come lo sono loro, non servirà più a nulla.

E se Dio non mi aiuterà più, allora sarò io ad aiutare Dio.

Cercherò di aiutarti affinché tu non venga distrutto dentro di me. Ma a priori non posso promettere nulla. Una cosa però diventa sempre più evidente per me, e cioè che tu non puoi aiutare noi, ma che siamo noi a dover aiutare te; in questo modo aiutiamo noi stessi. L'unica cosa che possiamo salvare di questi tempi è anche l'unica che veramente conta: è un piccolo pezzo di te in noi stessi, mio Dio.

Dimenticano che non si può essere nelle grinfie di nessuno se si è nelle tue braccia. Correrò con te molto spesso.

Quando prego, non prego mai per me stessa; prego sempre per gli altri oppure dialogo in modo pazzo, infantile e serissimo con la parte più profonda di me che per comodità io chiamo Dio. Se si prega per qualcuno, gli si manda un po' della propria forza.

Se tutto questo dolore non allarga i nostri orizzonti e non ci rende più umani, liberandoci dalle piccolezze e dalle cose superflue di questa vita, è stato inutile.

È venuto il momento di mettere in pratica il detto "ama i tuoi nemici."

Mi metti davanti ai tuoi massimi enigmi, mio Dio. Ti sono riconoscente per questo, ho anche la forza di affrontarli, di sapere che non c'è risposta. Bisogna saper sopportare i tuoi misteri.

In me c'è una felicità così perfetta e piena, mio Dio. E questa è la parte più profonda e ricca di me, in cui riposo, io la chiamo Dio.

Se vogliamo perdonare agli altri, dobbiamo prima perdonare noi stessi, i nostri difetti. Saper perdonare i propri difetti e i propri errori significa anzitutto saperli generosamente accettare.

Convinciamoci che ogni atomo di odio che aggiungiamo al mondo lo rende ancor più inospitale.

Ho spezzato il mio corpo come se fosse pane e l'ho distribuito agli uomini.

Si vorrebbe essere un balsamo per molte ferite.

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