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giovedì 14 novembre 2024

Di padre in figlio (5). Conversazioni sul rischio di Educare. Nembrini

Il ruolo dell'insegnamento e dell'educazione è un profondo rapporto di amore e impegno verso il prossimo, sottolineando la centralità del rapporto umano tra insegnante e studente. L'apprendimento si basa non solo sull'insegnamento di nozioni, ma soprattutto sulla trasmissione di valori e sulla costruzione di un legame affettivo e di fiducia. L'autore sostiene che solo attraverso questo tipo di connessione affettiva si possa apprendere realmente e che, senza una guida appassionata e presente, gli studenti perdono le motivazioni per apprendere.

Si critica l'approccio moderno, che spesso separa l'istruzione dall'educazione, dimenticando il bisogno degli studenti di trovare ragioni profonde e personali per imparare. Il ruolo del genitore, spesso delegato alla scuola, è invece essenziale per fornire stabilità e supporto, con la scuola che diventa una risorsa complementare. Inoltre, il compito dell'insegnante è visto come una missione educativa che richiede comprensione, pazienza e anche valutazione, intesa come riconoscimento del valore e del potenziale dello studente.

L'autore introduce la riflessione sul buonismo e sulla rigidità eccessiva come due estremi da evitare nell'educazione. Il buonismo rischia di privare gli studenti del confronto necessario con la realtà, mentre una rigidità troppo severa li allontana e crea paura. Amare significa essere capaci di affermare il valore dell'altro, che include una visione chiara, ma misericordiosa, del bene e del male. La valutazione quindi non è solo un giudizio tecnico, ma un riconoscimento della persona e un supporto nel cammino verso il miglioramento.

Infine, viene discussa la figura di Pinocchio come metafora della vita umana e della crescita interiore. La storia di Pinocchio è un racconto di ribellione e di ritorno alla propria origine, attraverso il riconoscimento del bisogno di un "padre" come guida e sostegno. La coscienza, rappresentata dal Grillo Parlante, è una voce interiore sempre presente che richiama l'uomo a non dimenticare la propria origine divina. L'autore suggerisce che solo riconoscendo l'importanza di una guida e della conoscenza possiamo davvero trovare il nostro posto nel mondo, poiché la libertà individuale è accompagnata dalla necessità di una direzione etica e spirituale. La figura della Fata Turchina, intesa come la Chiesa, rappresenta la forza salvifica che continua a offrire opportunità di riscatto e di crescita, anche quando l'individuo sembra perdersi.

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