Etty racconta l'intenso percorso spirituale affrontato negli anni bui della Seconda Guerra Mondiale. In bilico tra sofferenza e speranza, Etty riflette sul valore della vita, la necessità di amore e il senso della fede. Pur in un contesto tragico, si sforza di trovare un senso alla sua esistenza e di vivere in armonia, comprendendo che le difficoltà, anche quelle estreme, non tolgono bellezza alla vita.
L'autrice riconosce che l'avversione per gli altri nasce spesso dall'insoddisfazione verso se stessi e che ogni pretesa sugli altri porta inevitabilmente delusione. Sceglie invece la via del perdono, compiendo un cammino interiore di accettazione, che include l'umanità dei propri genitori e la propria vulnerabilità. Non sente istinto materno, temendo di aggiungere infelicità al mondo, ma prova una grande responsabilità verso gli esseri umani, cercando di coltivare amore e disponibilità verso tutti.
Etty prega per una fede che la sorregga, non sfugge alla realtà ma continua a lodare la creazione di Dio malgrado tutto. Conscia della violenza e dell'ingiustizia attorno, sceglie di non lasciarsi sopraffare dall'odio, convinta che solo liberandosi dai rancori e accettando la sofferenza come parte integrante dell'esistenza si può trovare la pace. In ogni prova quotidiana, Hillesum trova motivo di riconoscenza e vuole affrontare la vita fino in fondo, con una fede incrollabile nella dignità umana e nella bellezza che persiste, nonostante l'orrore della guerra.
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