Cari Sposi,
è
con grande gioia che partecipiamo al vostro matrimonio.
La
gioia è grande perché il matrimonio di due giovani cristiani rappresenta, nel
mondo di oggi, una sfida che a molti pare incomprensibile e priva di valore.
Devo
dire che leggere San Paolo è sempre impegnativo, ancora di più in questa
occasione.
E’
uno che quando scrive lascia sempre il segno. Infatti le sue parole sono state
oggetto di confronto…
Ad
una prima lettura questo brano innalzerebbe l’uomo a capo della moglie, la
quale deve essergli sottomessa. Ovvie le proteste di lei: Perché la moglie deve essere sottomessa? Perché la donna non può amare
come l’uomo? E’ questo ciò che Paolo intende dire?
San
Paolo ci esorta a farci imitatori di Cristo: nell’amore e nel sacrificio.
L’apostolo
usa la metafora matrimoniale per spiegare il rapporto tra Cristo e la sua sposa,
la Chiesa, e come lei debba essere sottomessa al suo Creatore e Salvatore.
Nonostante
il contesto biblico sia evidentemente maschilista, non mancano però gli
elementi di novità rispetto alla società dell’epoca, soprattutto per quanto
riguarda il ruolo dell’uomo… Ed è proprio qui che la cresta alzata dei
candidati mariti deve tornare ad abbassarsi. Il marito, infatti, deve amare la
moglie quanto se stesso, allo stesso modo in cui Gesù ha amato la sua Chiesa…
Quindi
per Paolo, l’amore sponsale ha una specifica reciprocità. E’ significativo che
nella Bibbia Adamo inizi a parlare solo quando ha di fronte a se Eva. L’uomo
senza la donna non è completo… e viceversa.
Il
centro del messaggio è che Gesù rimane l’esempio e il fine della vita cristiana
e matrimoniale.
La
regola nuova degli sposi è “siate
sottomessi gli uni agli altri” ovvero servitevi a vicenda nel cammino di
amore e di sacrificio che avete intrapreso assieme a Gesù.
“… e i due diventeranno una
sola carne. Questo mistero è grande …”
Che
il Signore vi doni la gioia di riscoprire ogni giorno questo mistero nella
vostra vita insieme…
Vi
auguriamo ogni bene e tanta gioia del cuore.
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