L'opera riflette su un'esistenza che ha perso il suo equilibrio tra spirito e materia, in cui la modernità si occupa esclusivamente dei problemi materiali, ignorando il benessere spirituale. La nostra società, incapace di offrire felicità o progresso morale, non si oppone al decadimento umano; migliorare la qualità della vita richiederebbe la coltivazione di attività intellettuali e morali.
Nel primo capitolo, si critica l'esagerazione del desiderio di libertà che caratterizza le società democratiche, un fenomeno introdotto dall'Illuminismo che ha ridicolizzato le discipline e la morale tradizionali. La rivoluzione scientifica e la diffusione della stampa portarono a una crescente fiducia nelle conoscenze scientifiche, generando una divisione tra fede e ragione. Così, la morale fondata sulla fede si disintegrò, lasciando il posto a ideologie e appetiti personali, mentre le norme morali, un tempo fondate sull'amore per Cristo e sulla disciplina interiore, sono state abbandonate.
L'uomo moderno, spinto da un egoismo crescente, vive per il piacere e disdegna la responsabilità, con le famiglie che si disgregano e i figli considerati un ostacolo. La scienza, seppur avanzata, non ha migliorato il nostro vivere sociale, preferendo teorie astratte alla realtà concreta. Questa fiducia cieca nelle ideologie, come liberalismo e marxismo, ha ignorato i bisogni reali e misurabili dell'individuo, favorendo invece le speculazioni filosofiche.
L'ottimismo è visto come un pericoloso rifugio che consente di ignorare il male anziché affrontarlo. La libertà moderna è paragonata a un cane smarrito che vaga senza scopo, privo di quella sicurezza morale che aveva in passato. La Chiesa è rimasta l'unica istituzione a difendere un codice morale, sebbene in modo non efficace, in un mondo orientato verso il profitto e la soddisfazione immediata.
Il capitolo chiude criticando il materialismo dilagante, in cui il successo e il denaro determinano il valore di una vita, e chi si dedica a ideali altruistici viene deriso come ipocrita o pazzo. L'ossessione per il divertimento, che devia l'individuo dalla sua missione, rappresenta l'antitesi della vera vita, che invece richiederebbe azione e impegno.
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