Il libro "Perché dobbiamo dirci cristiani" di Marcello Pera, sostenuto da una lettera significativa di Benedetto XVI, propone una tesi forte e controcorrente: l'importanza del cristianesimo per il liberalismo, l'Europa e l'etica. Pera, un laico liberale, sostiene che la crisi del liberalismo, dell'unificazione europea e dell'etica pubblica deriva dall'allontanamento dal cristianesimo. Nei tre capitoli del libro, Pera analizza come l'originario legame tra cristianesimo e liberalismo sia stato progressivamente indebolito, portando a un relativismo che mina le basi del liberalismo stesso. Il multiculturalismo è criticato per la sua incapacità di riconoscere i diritti universali, mentre l'Europa è descritta come smarrita senza il suo fondamento cristiano. Pera distingue tra "cristiani per fede" e "cristiani per cultura", sottolineando la necessità di mantenere un'apertura verso la dimensione del sacro e del mistero per una società autenticamente liberale. Benedetto XVI, nella sua lettera, esprime una profonda sintonia con le tesi di Pera, ribadendo l'importanza del radicamento cristiano per il liberalismo e criticando il relativismo e il multiculturalismo. Il dialogo interreligioso è visto come problematico, ma Pera propone un dialogo interculturale basato su valori morali comuni. Il libro, rigoroso ma accessibile, invita a riconoscere la necessità di riaffermare il legame tra cristianesimo, liberalismo ed Europa per affrontare le sfide contemporanee.
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