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giovedì 17 ottobre 2024

“La qualità di una civiltà si misura dal rispetto che ha verso i più deboli” LEJEUNE

Jérôme Lejeune, genetista francese e primo presidente della Pontificia Accademia per la Vita (PAV), è noto per la scoperta della Trisomia 21 come causa della sindrome di Down. A trent'anni dalla sua morte, è stata presentata una biografia che ne celebra l'impegno per la dignità umana e la scienza al servizio dei più deboli. L'arcivescovo Paglia, attuale presidente della PAV, ha ricordato come Lejeune abbia contribuito a contrastare la "cultura dello scarto", difendendo i più fragili, soprattutto bambini e anziani. Il genetista è stato un pioniere nell'associare le aberrazioni cromosomiche a disabilità intellettuali, offrendo speranza alle famiglie colpite. La sua eredità si estende anche alla bioetica, dove ha difeso la vita umana senza compromessi, opponendosi alla condanna a morte per motivi medici. Lejeune ha lavorato per conciliare scienza e fede, sostenendo che entrambe conducono alla verità. La sua opera ha lasciato un segno duraturo nella ricerca genetica e nell'assistenza alle persone con disabilità genetiche. Il processo di beatificazione, avviato nel 2012, lo ha portato a essere dichiarato Venerabile nel 2021, mentre la Fondazione Jérôme Lejeune continua la sua missione di ricerca e sostegno alle persone con disabilità.


Jérôme Lejeune, genetista francese, è stato proclamato venerabile dalla Chiesa per le sue virtù eroiche. È noto per aver scoperto la causa della sindrome di Down e per aver difeso la vita in ogni sua forma, opponendosi fermamente all'aborto e all'eugenetica. Lejeune credeva nell'importanza di amare i bambini con disabilità e cercare una cura per le loro condizioni. Nonostante il successo scientifico, subì ostracismo a causa delle sue posizioni etiche, rimanendo un difensore della dignità umana.
Nel 1958 scoprì la Trisomia 21, che spiega la sindrome di Down. Tuttavia, fu profondamente turbato dal fatto che le sue scoperte venissero utilizzate per promuovere test prenatali volti all'eliminazione dei bambini affetti da questa condizione, definendo questo approccio come "razzismo cromosomico". Nonostante le critiche, Lejeune continuò a seguire migliaia di pazienti nella sua clinica parigina.
Nel corso della sua vita, difese pubblicamente la vita nascente, anche durante il dibattito sull'aborto in Francia, subendo attacchi personali. Papa Giovanni Paolo II lo scelse come primo presidente della Pontificia Accademia per la Vita. Morì di cancro ai polmoni nel 1994, il giorno di Pasqua, come aveva predetto serenamente alla sua famiglia.

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