Giovanni Belardelli, nel suo articolo [22/12/13 CORRIERE DELLA SERA Non togliete il Natale ai cristiani - Il Natale politicamente corretto rischia di diventare uno spazio vuoto] , denuncia la crescente tendenza a secolarizzare il Natale, privandolo del suo significato religioso.
L'autore osserva come, soprattutto negli ultimi anni, il Natale si sia trasformato in una festa consumistica e priva di riferimenti specificamente cristiani. L'esempio degli auguri di Natale che presentano solo dei fiori rossi senza alcuna connotazione religiosa, è emblematico di questa tendenza.
Belardelli sottolinea due problemi principali legati a questa secolarizzazione:
- Un'idea distorta di laicità: La laicità viene spesso interpretata come l'assenza totale di riferimenti religiosi nello spazio pubblico. Questa visione, secondo l'autore, è eccessiva e rischia di creare un clima di intolleranza verso le diverse fedi.
- La perdita di un'identità culturale: Il Natale, con il suo messaggio di speranza e di fraternità, ha contribuito a formare l'identità culturale occidentale. Secolarizzandolo, si rischia di impoverire il nostro patrimonio culturale.
L'autore conclude affermando che la celebrazione del Natale non è solo un diritto dei cristiani, ma rappresenta un valore per tutta la società. Il messaggio di pace e di speranza portato da Gesù Cristo ha influenzato profondamente la storia e la cultura occidentale, e continua a essere rilevante anche oggi.
In sintesi, Belardelli invita a:
- Rispettare la diversità religiosa: La laicità non significa eliminare le religioni dallo spazio pubblico, ma garantire la libertà di culto a tutti.
- Preservare l'identità culturale: Il Natale è parte integrante del nostro patrimonio culturale e deve essere celebrato nel rispetto delle sue origini.
- Promuovere i valori cristiani: I valori cristiani, come la solidarietà, la giustizia e la fraternità, sono ancora oggi attuali e possono contribuire a costruire una società migliore.
L'articolo di Belardelli è un appello a ritrovare il senso profondo del Natale, superando una visione esclusivamente consumistica e celebrativa della festa.
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