Capitolo 1: Adulti Confusi e Ruoli Ribaltati
Oggi i ruoli tra adulti e bambini appaiono spesso confusi. È fondamentale ricordare che il bambino non è un portatore di sapere: è l'adulto a detenere il potere decisionale. Il genitore o educatore dovrebbe essere un "indice" che indica la direzione, un dispensatore equilibrato di "sì" e "no".
Per crescere bene, un bambino ha bisogno di fidarsi di chi lo guida. Tuttavia, seguire sempre il principio del piacere non è educativo: il compito dell'adulto è aiutare i figli a comprendere che rinunciare a qualcosa o affrontare la fatica può portare vantaggi nel medio-lungo termine.
- Insegnare il valore delle scelte giuste: Fare ciò che è corretto, anche quando non ci sono applausi o gratificazioni immediate.
- Autorevolezza, non autoritarismo: L'adulto deve accompagnare il bambino nel suo percorso senza sostituirsi a lui. L'autorevolezza può essere contestata o provocata, ma è necessaria per educare.
- I limiti fanno crescere: Dire "sì" o "no" in modo ponderato aiuta a costruire personalità solide e resilienti.
Gli adulti fragili, che cercano di tornare adolescenti, rischiano di perdere la loro funzione educativa. La rabbia in famiglia, il linguaggio scurrile o la mancanza di autorevolezza sono segnali di una crisi. Essere adulti significa invece saper porre limiti, con equilibrio e coerenza.
Capitolo 2: Il Valore della Fatica e del Dovere
Viviamo in una società che premia la gratificazione istantanea e che sembra aver dimenticato il valore del "provare e riprovare". La crescita richiede fatica, impegno e la capacità di integrare il piacere con il dovere.
- Superare il mito del piacere immediato: Siamo programmati per cercare piaceri continui, ma l'educazione deve insegnare a tollerare la frustrazione e a desiderare con consapevolezza.
- Confondere volere con piacere: La crescita consiste nel passare dal semplice volere (impulso) al saper desiderare (aspirazione).
Il percorso educativo si fonda su tre pilastri:
1. Sapere: Acquisire conoscenze.
2. Saper fare: Sviluppare competenze pratiche.
3. Saper essere: Coltivare la propria identità e il proprio equilibrio interiore.
Tuttavia, i dispositivi elettronici rappresentano un rischio. La ricerca continua di stimoli dopaminergici (piacere immediato) altera la capacità di tollerare insoddisfazioni o difficoltà. I lobi frontali del cervello, responsabili del ragionamento e del controllo, sono messi a dura prova, soprattutto nei bambini. La vita online può diventare una trappola, in cui la realtà viene confusa con il virtuale, richiamando il mito di Pinocchio e il Paese dei Balocchi.
Azioni per arginare il problema:
1. Ritardare l'introduzione di dispositivi elettronici.
2. Ripensare il carico di compiti digitali, ad esempio tramite piattaforme come Classroom, per evitare che l'educazione si riduca al virtuale.
Capitolo 3: Educazione e Tecnologia
La formazione del cervello durante l'età evolutiva è un processo lungo e delicato, che si basa sulle relazioni umane e sulle esperienze concrete. Cura e nutrimento, sia fisico sia emotivo, sono fondamentali per lo sviluppo armonioso del bambino. Tuttavia, la dimensione virtuale presenta delle sfide nuove e complesse.
- Vuoto interiore e tecnologia: Gli adulti oscillano tra tecnoentusiasmo e tecnoscetticismo, ma spesso manca una sintesi equilibrata. L'abuso di tecnologia può creare isolamento, aumentando il rischio di ritiro sociale e disturbi come iperattività, deficit di attenzione, difficoltà di regolazione emotiva e problemi di apprendimento.
La pandemia ha amplificato questi rischi, accentuando l'uso dei dispositivi digitali e riducendo le interazioni reali. Anche la scuola digitale, introdotta per necessità, ha mostrato limiti evidenti, con un impatto negativo sulla socialità dei ragazzi.
Emergenze educative:
- Sindrome del ritiro sociale: I preadolescenti si rifugiano nel virtuale, attratti dal divertimento e dalla facilità di accesso. Come il Lucignolo di Pinocchio, possono rimanere intrappolati in un mondo che promette piacere ma li aliena dalla realtà.
- Ritardare e monitorare: È fondamentale posticipare la consegna di dispositivi elettronici ai più giovani e rivedere il modo in cui vengono utilizzati gli strumenti digitali nella scuola.
Conclusione: L'educazione non può essere delegata al virtuale. È un compito che richiede presenza, relazioni autentiche e un impegno costante per insegnare ai ragazzi a distinguere il reale dal fittizio e a costruire solide basi per il loro futuro.
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