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martedì 24 dicembre 2024

La conversione di Claudel: il Magnificat e il Natale

“In un istante, il mio cuore fu toccato, e io credetti con una forza d’adesione che in seguito tutti i miei libri, i miei ragionamenti, tutte le vicende della mia vita agitata, non hanno potuto scuotere la mia fede. Un sentimento si imponeva: Dio esiste, Egli è là ; è qualcuno, è un essere personale come me. Egli mi ama”. 

Paul Claudel, celebre scrittore e diplomatico francese, visse un'esperienza di conversione profonda e definitiva alla fede cattolica durante la Messa di Natale del 1886 a Notre-Dame di Parigi. All'epoca diciottenne, Claudel era un giovane scettico, deluso dalle correnti intellettuali e in cerca di verità. Entrò nella cattedrale per interesse estetico, ma fu durante il canto del Magnificat che il suo cuore fu toccato: in un istante sperimentò una certezza assoluta dell'esistenza e dell'amore personale di Dio.

Claudel descrisse questa esperienza come un evento fulmineo e travolgente, che consolidò una fede incrollabile per tutta la vita. Sebbene quella notte segnasse una svolta immediata, la sua adesione alla fede cattolica si arricchì progressivamente di nuove ragioni e comprensioni. Quattro anni dopo, un altro Natale consolidò la sua fede: contemplò Dio come un bambino umile e indifeso, simbolo dell'onnipotenza che salva il mondo.

L'opera letteraria di Claudel, in particolare L'annuncio a Maria, riflette questa tensione tra la fragilità umana e il mistero divino. La sua conversione, come quella di Santa Teresa di Gesù Bambino nello stesso Natale del 1886, evidenzia il messaggio centrale del Natale: l'umiltà di Dio che si fa uomo per incontrare ogni anima nella sua libertà.

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