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giovedì 26 dicembre 2013

La cultura cattolica, la grande assente.

Riflessione a seguito della lettura del saggio di Gianfranco Morra “La cultura cattolica e il nichilismo contemporaneo” ed. Rusconi del 1979. Durante la lettura del saggio è facile trovare forti analogie col tempo che stiamo vivendo oggi.

Non ce ne rendiamo conto ma chiamiamo progresso ciò che è degenerazione.
Ma dove sono i cattolici? Sembra che larghe aree della cultura cristiana non siano coscienti della gravità della situazione e della progressiva emarginazione dei valori cristiani della società. Pare che la cultura cattolica abbia perso la battaglia, sia sul piano cultura che sul piano politico, preoccupata del problema del potere e del numero: il partito cristiano non è una necessità, ma lo abbiamo capito tardi.


domenica 8 dicembre 2013

“Il Dio che viene” di Carlo Carretto.

Fede e preghiera.
La fede è la fede, non sentimento o ragione.
 Ed è una fede in un Dio personale.

In pochi anni ci siamo dimenticati del nostro passato spirituale, non sappiamo più pregare, siamo in una crisi di fede e di preghiera. 
Se ci facciamo caso la spiritualità dell’uomo sulla terra è la spiritualità dell’Esodo, in cui Dio regala la sicurezza della sua presenza.

Preghiera e Sacramento sono il punto di incontro con Dio.
Pregare significa attendere colui che viene,
Vivere significa accogliere Lui che è venuto
Morire significa sperare in Lui che verrà

Il Dio che viene è spinto dal suo amore; la sua venuta non è frutto dello sforzo umano.

La fede ha la dimensione di Dio, mentre la ragione ha la dimensione dell’uomo;
La fede apre ai segreti del cielo, la ragione quelli della terra. Con la ragione non si può capire l’invisibile.
Finché si ragiona non si è pronti alla visione di Dio, non è pronti a lasciarsi andare.

mercoledì 30 ottobre 2013

domenica 29 settembre 2013

Se Lourdes è vera, è vera la nostra fede. #Messori

Conferenza di Vittorio Messori del 28 Settembre 2013 a Modena presso il convegno de Il Timone.

Immagine in linea 1Nota: A Lourdes, tra l'11 febbraio e il 16 luglio 1858, la giovane Bernadette Soubirous, contadina quattordicenne del luogo, riferì di aver assistito a diciotto apparizioni della Madonna, in una grotta poco distante dal piccolo sobborgo di Massabielle.
Le apparizioni sono riconosciute dalla Chiesa cattolica, che ha anche riconosciuto ufficialmente come miracolose 69 guarigioni, fra quelle che si sarebbero verificate tra gli ammalati recatisi a Lourdes in pellegrinaggio.

Come si intuisce dal titolo del post il libro di Messori su Lourdes e Bernadette, è un libro apologetico.
Nel non credente e nel cristiano adulto, Lourdes evoca superstizione, squallore del commercio circostante, una sorta di fogna del mondo.  Per Messori invece per chi è alla ricerca di ragioni per credere: Lourdes è un dono da sfruttare. E' la madre del Cristo quella che appare, e parla ad una chiesa cattolica.

mercoledì 11 settembre 2013

Carlo #Carretto: Ho cercato e ho trovato.


Il segreto è essere bambini. P. 29

Bisogna essere bambini e in più poveri. P.30-31

Chiedete i se amate o non amate. P. 33

L'uomo è aiutato da qualcuno quando scava in sé k'abisso del peccato e va alla radice della sua disperazione. P. 39

Preferisco accettare la parola di Gesù senza troppo discutere, altrimenti mi perdo nel labirinto della ragione senza concludere nulla. P 41

L'uomo di oggi che conosce l'angoscia della solitudine vuole una Chiesa fatta di amicizia... Che lo nutra della Parola. P 47

Bisognava vivere, più che ragionare; bisognava far silenzio più che parlare. P.81

Stanco di ragionare ho cercato di amare. P. 85

Dio lo scopriamo come incontro dentro di noi. P. 87

Il caso non esiste... Esiste solo la volontà di Dio. P. 91

È la contemplazione, che è autentica rivelazione di Dio. P. 96

Tutti siamo sacerdoti. P. 134

È più facile accettare la legge del vecchio testamento che la novità d'amore del nuovo. P. 148

La vera forza non sarà mai nel numero, ma nella sua fedeltà alla parola di Dio e alla croce di Cristo. P. 155

Nella misericordia Dio sazia la sua sete di amore. P.168

Ci sono però due cose da cui dovete guardarvi con più attenzione perchè hanno il potere di aumentare il tasso di noia e di tristezza, che già regna sovrano nel mondo, e sono contrarie alla vita ed estremamente pericolose: l'uomo che non lavora, che non si impegna più; la donna che non vuole figli. Questi sono segni per me di un domani particolarmente spaventoso...

Fatevi coraggio, ma resistete a queste tentazioni che sono proprie del mondo moderno, che è un mondo che sta marcendo nelle sue radici pagane...

Qualunque cosa via cada non mollate il passo. Tutto passa e Dio rimane in eterno. P. 176-177

Carlo Carretto (Alessandria, 2 aprile 1910 – Spello, 4 ottobre 1988) è stato un religioso italiano, della congregazione cattolica dei Piccoli Fratelli del Vangelo.

http://it.wikipedia.org/wiki/Carlo_Carretto

domenica 8 settembre 2013

Un regalo per gli Sposi: la Lumen Fidei.

Cari amici,

sposandoci entrambi nel 2013, in pieno anno della fede, non possiamo fare a meno di ringraziare per questo dono. Per questo vi regaliamo la "Lumen Fidei".

Dio vi ha chiamati in questo giorno di festa per svelarvi il suo amore, un amore sicuro e affidabile.

La fede è, a maggior ragione oggi giorno, fonte di luce che dona speranza, che non oscura la nostra mente, non ci illude e non ci frena. Abbiamo bisogno di luce e la vera luce viene solo da Gesù, colui che salva.

Non rattristatevi se i cristiani o la Chiesa stessa vi deludono, ma guardate oltre, verso la Sua luce.
Una Luce che non dissipa le nostre tenebre ma illumina i nostri passi.

Con coraggio e umiltà, oggi vi affidate l’un all’altra per affrontare la vita insieme: allo stesso modo fate col Signore.

Ricordatevi: Non siete soli! 

Sposandovi nel Signore ricevete una forza che vi unirà ancora di più. Per questa ragione non scordate mai di pregare insieme.

La gente dirà “guarda come si amano”, “guarda come sperano”, “guarda quanta luce emanano”.

Vi auguriamo con tutto il cuore di essere piccoli, semplici, poveri alla maniera di Gesù.

Siate luce per i vostri amici e fratelli!

martedì 3 settembre 2013

La fede non è tenebra, ma luce. Il vero illuminismo è nella fede.


Come ricorda l'enciclica sin dall'inizio (Lumen Fidei n.d.r.), il movimento di pensiero che iniziò con la modernità, volle chiamarsi "illuminismo", in contrasto alle "tenebre" cristiane e in particolare cattoliche. I tempi del predominio religioso furono definiti "secoli bui".

E' successo però che le fiaccole accese per guidare l'umanità verso i nuovi destini, portarono presto al Terrore rivoluzionario , alle stragi napoleoniche (due milioni di giovani europei, il futuro dell'Europa intera, sacrificati alle ambizioni del Còrso) e poi, via via, all'esito disastroso di tutti gli "ismi" creati per fugare le ombre cristiane: socialismo, comunismo, fascismo, nazionalsocialismo e, oggi, un liberismo e un libertinismo incontrollati di cui scontiamo le conseguenze.

E' dunque anche alla luce della storia che l'enciclica è stata volutamente chiamata, dalle prime due parole, "la luce della fede". Fede che non solo non è tenebra, come assicuravano coloro che accesero i Lumi settecenteschi, ma è in grado di rischiarare non solo l'umanità ma anche le vite dei singoli uomini. In  tutto il testo, poi, ritorna di continuo  la grande, doverosa preoccupazione di quel teologo post-moderno che è Joseph Ratzinger: ben prima che ai sentimenti, fare appello alla ragione, per mostrare che questa non solo non esclude la fede ma può aprire la strada verso di essa.

Le "ragioni per credere" sono ribadite con forza, seguendo, in fondo il detto pascaliano che la storia sembra davvero avere confermato: "La critica può sembrare allontanare dal Vangelo. Ma la critica della critica è sempre possibile e può ricondurvi".


Tratto da Corriere della Sera 6 luglio 2013 "
Virtù, ragione e un appello per i credenti. Quell'opera a "quattro mani" che corona il trittico di Benedetto". di Vittorio Messori.

http://www.et-et.it/articoli/2013/2013_07_06.html

martedì 13 agosto 2013

Lettere di Aldo Moro alla moglie durante la prigionia.

Mia carissima Noretta,
Desidero farti giungere nel giorno di Pasqua, a te ed a tutti, gli auguri più fervidi ed affettuosi con tanta tenerezza per la famiglia ed il piccolo in particolare. Ricordami ad Anna che avrei dovuto vedere oggi. Prego Agnese di farti compagnia la notte. Io discretamente, bene alimentato ed assistito con premura.
Vi benedico, invio tante cose care a tutti e un forte abbraccio.
Aldo








Mulieris Dignitatem di Giovanni Paolo II

IMMAGINE E SOMIGLIANZA DI DIO

Libro della Genesi
Dobbiamo collocarci nel contesto di quel «principio» biblico, in cui la verità rivelata sull'uomo come «immagine e somiglianza di Dio» costituisce l'immutabile base di tutta l'antropologia cristiana. «Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò» (Gen 1, 27). Questo passo conciso contiene le verità antropologiche fondamentali: (…) il genere umano, che prende inizio dalla chiamata all'esistenza dell'uomo e della donna, corona tutta l'opera della creazione ; ambedue sono esseri umani, in egual grado l'uomo e la donna, ambedue creati a immagine di Dio. 


Le donne della Bibbia (NT)

Maria, la credente.
Non sapevate che devo occuparmi delle cose del Padre mio? Ma Maria e Giuseppe non compresero le sue parole" (Lc 2,49-50).

Ci è molto vicina, ha molto in comune con noi questa donna meravigliosa che non sempre capisce le scelte di suo figlio. Nata fra i monti della Bassa Galilea, i genitori l'hanno chiamata Miriam, nome che andava di moda perché era quello della favorita di Erode il grande.
Ragazza innamorata del giovane Giuseppe con il quale ha progettato una famiglia secondo la tradizione del suo popolo, poi madre, ha dovuto confrontare ogni giorno con difficoltà e tentazioni non dissimili dalle nostre. I vangeli ci ricordano le sue perplessità, isuoi interrogativi, il suo commovente cammino di fede. Come noi, come suo figlio, è stata tentata, ma in ogni momento ha saputo dire, come Gesù (2Cor 1,19), sempre "sì" a Dio.
Non è un'eccezione, ma una persona particolare in cui Dio ha trovato la piena disponibilità alla realizzazione del suo piano di salvezza. Dio non elargisce i suoi doni per suscitare in chi è favorito il piacere di sentirsi privilegiato, ma per affidargli una missione da svolgere. Maria è stata colmata di grazia perché noi potessimo divenire ricchi di grazia.


I santi della liturgia del matrimonio.


Santa Gianna Beretta Molla

« Carissimo Pietro, ora ci sei tu, a cui già voglio bene ed intendo donarmi per formare una famiglia veramente cristiana. Ti amo tanto tanto, Pietro, e mi sei sempre presente, cominciando dal mattino quando, durante la Santa Messa, all'Offertorio, offro, con il mio, il tuo lavoro, le tue gioie, le tue sofferenze, e poi durante tutta la giornata fino alla sera. » (Dalle lettere al marito del 21 febbraio e del 10 giugno 1955)

Nel Martirologio Romano, 28 aprile: « A Magenta in Lombardia, santa Giovanna Beretta Molla, madre di famiglia, che, portando un figlio in grembo, morì anteponendo amorevolmente la libertà e la salute del nascituro alla propria stessa vita. »


Le donne della Bibbia (AT).

Eva, la madre.
L'uomo chiamò la moglie Eva, perché essa fu la madre di tutti i viventi (Gen 3,20).


Nella cultura semitica, dare il nome significa aver colto l'identità di una persona, aver capito a quale compito è destinata nel disegno del Creatore.
Nel libro della Genesi si racconta che quando Dio presentò all'uomo colei che doveva essere la compagna della sua vita, Adamo esultò di gioia e, con il canto – il primo canto d'amore della storia – manifestò la propria commozione e riconoscenza. Tutte le creature sono meravigliose, ma la donna è il capolavoro.
E’ a questo punto che l'uomo riconosce la sua sposa e le dà il nome: Si chiamerà Eva – in ebraico hawwah –che non è un nome proprio, significa colei che dona vita. Eccola l'identità della donna: "vita". Tutto in lei parla di vita, di accoglienza, di disponibilità, di servizio alla vita.
In lei la vita sboccia, germoglia e cresce e viene consegnata al mondo.
La vita umana è la più preziosa, immensamente preziosa, perché destinata a tornare a Dio, «il Signore, amante della vita» (Sap 11,26).


Gesù scrive una lettera agli sposi.

Vi presentate a me in abito da sposi. Vi sedete e mi ascoltate.

A te sposo dico:

"La donna che hai al fianco, emozionata, in abito da sposa, è mia. Io l'ho creata. Io le ho voluto bene da sempre; ancor prima di te e ancor più di te.

Per lei non ho esitato a dare la mia vita.

Te l'affido. La prenderai dalle mie mani e ne diventerai responsabile.

Quando l'hai incontrata l'hai trovata amabile e bella e te ne sei innamorato. Sono le mie mani che hanno plasmato la sua bellezza, è il mio Cuore che ha messo dentro di lei la tenerezza e l'amore, è la mia Sapienza che ha formato la sua sensibilità e la sua intelligenza e tutte le qualità positive che hai trovato in lei.




Chesterton e il matrimonio

"Con la benedizione del matrimonio, si riceve la forza per amarsi ed essere fedeli l'uno all'altra e in quanto sacramento, la grazia di portare su di sé i limiti e gli errori dell'altro come fossero i propri. Qualsiasi marito e qualsiasi moglie sbaglia a volte così come ogni madre a volte sbaglia col figlio. Non siamo onniscienti e onnipotenti: non vediamo tutti gli elementi, non possiamo controllare nemmeno quelli che vediamo e l'egoismo umano a volte gioca brutti scherzi inconsci anche nel cuore più adorabile. In altre parole, non siamo Dio e guai a chi venera idoli anche all'interno del matrimonio. Ma una volta che ci si rende conto di questo, una volta che Dio è messo sul trono, nel matrimonio entra un enorme potere, per cui gli errori e i peccati dei due che sono stati fatti uno, possono servire per la reciproca santificazione."

"Uno dei misteri del matrimonio, che deve essere un sacramento e uno dei più incredibili, è che un uomo inutile come me, può diventare indispensabile in certi momenti. Non mi sono mai sentito così piccolo come ora che so quanto sono necessario."

http://it.wikiquote.org/wiki/Gilbert_Keith_Chesterton

Ogni vita è vocazione.

di Mons. Luciano Monari, Vescovo Brescia.

Credo di potere riassumere quello che siamo andati dicendo così:
- L’esistenza dell’uomo nel mondo nasce da una chiamata-missione di Dio il cui contenuto essenziale è che l’uomo sia a sua “immagine e somiglianza”. Ciò significa che l’uomo è chiamato a operare in modo che la presenza e la sovranità di Dio appaiano nel mondo sempre più evidenti.
- L’uomo risponde a questa vocazione essenziale facendo della sua vita un lungo, incessante processo di crescita nel quale diventa sempre più evidente il suo servizio della verità e del bene attraverso l’attenzione al mondo, la comprensione intelligente delle cose, la formulazione di giudizi corretti, l’assunzione di decisioni responsabili, la scelta concreta del bene, l’apprendistato dell’amore fino all’amore oblativo.
- L’uomo vive questa vocazione in tutti gli ambiti della sua esperienza (rapporti interpersonali, sociali, professionali…) nella misura in cui sa trasformare tutto quello che fa in servizio e amore.
- Il cristiano vive come tutti gli uomini questa dinamica vocazionale, ma la vive in modo particolare attraverso la fede in Gesù che rappresenta l’uomo autentico, immagine vera del Dio invisibile e quindi modello e origine dell’esistenza cristiana.
- Il consacrato introduce nell’esistenza della Chiesa l’attenzione diretta a Dio da amare con tutto il cuore; in questo modo contribuisce in modo decisivo a tenere aperto il mondo al mistero di un Dio trascendente. È proprio questa apertura che mantiene la salute spirituale del mondo: relativizzando tutte le conquiste e i possessi del mondo; stimolando a un superamento di ogni equilibrio, alla ricerca di quel bene che è oltre tutti i beni particolari; offrendo sempre di nuovo l’annuncio del perdono di Dio per risanare tutte le ferite della fragilità e della cattiveria umana.
- Il prete assume molti aspetti della vita di un consacrato ma orienta tutta la sua vita all’edificazione della Chiesa nel concreto delle comunità cristiane. Per fare questo deve avere un amore personale, intenso anche dal punto di vista affettivo, per Gesù Cristo, un amore leale e senza condizioni verso la Chiesa concreta, un amore appassionato ed effettivo verso tutti gli uomini.

Lettera ai fidanzati

Capisco la vostra confusione.

Sono quasi 4 anni che state insieme e vedete ancora lontano il traguardo del matrimonio vissuto come dono. Siete molto giovani, uno deve finire gli studi e l'altro deve trovare stabilità nel lavoro.

Siete un esempio per le giovani coppie di fidanzati, perchè anche nella distanza e nel tempo siete rimasti fedeli al cammino che avete iniziato.

Sarò diretto come un amico deve essere.

Per non avere dubbi sui vostri progetti dovete rispondere alle seguenti domande:
è lui (lei) la persona con cui voglio condividere la mia vita e accogliere i figli che il Signore vorrà donarci?
è lui (lei) il mio vero amico (a)?
è lui (lei) la persona con la quale diventeremo UNO?
è lui (lei) la persona che metterò davanti a tutti, compresa la mia famiglia, mia madre e mio padre?
è lui (lei) la persona che mi ha fatto e mi farà fare un salto di qualità, mi farà diventare un miglior cristiano?
ci siamo già promessi, nel nostro cuore, fedeltà eterna?


Cosa dice Francesco ai cristiani?



Temi dei primi mesi del pontificato di Francesco.

"Un papa umile ma forte, popolare ma esigente, dalla parte dei poveri ma non in modo ideologico, un papa che richiama alla solidarietà e all'ecologia ma  parla anche del diavolo, critica i cristiani seduti e approva quelli che vanno nelle periferie, biasima i carrieristi, ma anche quelli che passano la vita a lamentarsi. Ci ricorda che parlare male degli altri è peccato e che senza la preghiera non andiamo lontano. Considera la religiosità popolare un tesoro e parla costantemente di amore, tenerezza e misericordia, cose di cui la sua vita è testimonianza eloquente." Una sintetica descrizione del periodico portoghese Renescenca.



Argomenti:

- La dignità della persona viene anche dal lavoro.
- Andate fuori, nelle periferie esistenziali... con l'aiuto della preghiera.
- La giustizia sociale e il NO alla logica dello scarto.
- Per uno sviluppo sostenibile.
- L'importanza della preghiera.
- Non siamo possessori ma amministratori del creato: l'etica dell'energia.
- Lo scandalo della croce.
- Il forte legame col predecessore.
- Il cristiano e la gioia.
- La fede e la Lumen Fidei.
- L'idea di Chiesa e di cristiani (perle delle omelie quotidiane).

Famiglia e Matrimonio un po' di ordine.

Lo Stato si occupa della famiglia e riconosce la famiglia come propria cellula fondamentale non per garantire dei diritti ai coniugi o per riconoscere l’amore fra i due, ma in funzione della necessità dello Stato stesso.

Semplificando: lo Stato ha bisogno di figli (scopo di ogni società è durare nel tempo) che per crescere bene, sviluppare tutte le potenzialità umane, hanno necessità di un padre e una madre dentro rapporti stabili.

Lo Stato non si occupa di quanto un marito e una moglie si vogliano bene (per fortuna !!) ma semplicemente si preoccupa della tutela dei figli, che sono il futuro della nazione.

Ecco perché gli articoli del Codice civile che si riferiscono al matrimonio sono un elenco di doveri (fedeltà, assistenza materiale e morale, coabitazione, educazione dei figli, collaborazione), non di diritti.

E marito e moglie nel matrimonio si assumono davanti alla società la responsabilità di assolvere questi doveri.

Il matrimonio non può essere ridotto a mero istituto che riconosce il vincolo affettivo tra gli sposi, che se viene meno cade il matrimonio stesso.

I diritti patrimoniali hanno senso solo se legati a questi doveri (la successione o la reversibilità della pensione), per questo non ha alcun senso chiederli per le coppie conviventi che non si assumono alcun dovere.

Se invece il convivente si assumesse anche dei doveri, allora diventerebbe una relazione matrimoniale.

sabato 3 agosto 2013

Lumen Fidei: la luce della fede.





La fede è un dono di Dio, che ha mandato il Figlio.
Essa nasce dall'incontro con Dio, che ci chiama e ci svela il suo amore, un amore che ci precede e su cui possiamo contare.

La centralità della figura di Gesù. Tutto inizia da Gesù che, venuto come luce, ha sconfitto la morte. La luce di Gesù viene dal futuro e schiude davanti a noi orizzonti grandi, irradiando l’intera esistenza dell’uomo. La fede cristiana è incentrata in Lui, che è il sì definitivo a tutte le promesse, è la prova della piena affidabilità di Dio, è l’amore pieno presentato sulla croce.
Nell'epoca moderna la fede è considerata come un’illusione, un opposizione al cercare, è associata al buio (oscurantista), come un salto nel vuoto. Tuttavia, da quando l’uomo ha rinunciato alla ricerca di una luce (o verità) grande, per accontentarsi di luci piccole e brevi, tutto è diventato confuso, cupo, buio.
L’uomo ha bisogno di luce, e questa luce è portata dalla gioia della fede.

domenica 21 aprile 2013

La salvezza non viene dalla tecnica


Nel suo articolo, l'autore critica la visione del filosofo Emanuele Severino, secondo cui la politica dovrebbe mettersi al servizio della tecnica e della scienza, escludendo la religione. Severino ritiene che la Chiesa cattolica influenzi negativamente la politica e il capitalismo, poiché, a suo avviso, la Chiesa antepone il bene comune al profitto, generando una contraddizione e una crisi tra scienza, politica e fede. Severino sostiene che solo la tecnica, libera da valori morali e religiosi, possa garantire il benessere dell’umanità, proponendo un “governo tecnico” guidato da filosofi che realizzino una “pax tecnica”.

L'autore dell’articolo, invece, difende la prospettiva cattolica, affermando che la vera causa della crisi attuale non risiede nella tecnica stessa, ma nell’incapacità dell’uomo di utilizzarla con saggezza. Citando Benedetto XVI e Giovanni Paolo II, sottolinea che la tecnica è positiva solo se integrata con una profonda maturità etica e spirituale, e che l'uomo moderno, nonostante l’elevata capacità tecnica, è spesso immaturo per gestirla correttamente, rischiando così di esserne dominato.

Inoltre, l'autore contesta l’idea che la Chiesa sia contraria al capitalismo. Afferma che la Chiesa stessa ha contribuito allo sviluppo economico, ponendo l’accento sul profitto come mezzo e non come fine, e propone una visione antropologica che considera l’uomo come un essere dotato di dignità e non un semplice “animale intelligente.” La crisi, secondo l’autore, è attribuibile al nichilismo e all'assenza di valori, non alla tecnica o alla religione.

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Nel discorso alla Plenaria del Pontificio Consiglio Cor Unum, il Papa esprime gratitudine ai partecipanti per il loro servizio caritatevole e li incoraggia a promuovere la fede come fondamento della carità cristiana. Sottolinea come il recente Motu proprio *Intima Ecclesiae natura* evidenzi l'importanza di mantenere la dimensione ecclesiale nelle opere di carità, le quali possono avvicinare molte persone all’amore di Cristo. Il tema affrontato durante l'anno della fede, "Carità, nuova etica e antropologia cristiana," pone un legame tra fede e amore, che dà forma all'ethos cristiano e alla vita umana.

Il Papa richiama i presenti a considerare la "dimensione profetica" della carità, orientata dai principi della fede, che fornisce una prospettiva cristiana nella comprensione dell'uomo e del mondo. Tale visione è minacciata oggi da ideologie materialiste e dalla tecnologia che promuovono un'antropologia atea, riducendo l'essere umano a funzioni biologiche e autonomia assoluta, senza riferimento a Dio e alla dimensione spirituale.

Di fronte a tali sfide, il Pontefice invita a un discernimento vigile, mettendo in guardia dai rischi di un falso umanesimo che propone un "progresso" privo di radici cristiane. Invita i cristiani a promuovere la dignità umana secondo il disegno di Dio, rifiutando collaborazioni che potrebbero sostenere progetti contrari all’antropologia cristiana. Infine, ribadisce il valore della famiglia e del matrimonio tra uomo e donna, quale riflesso della bellezza della creazione. Conclude incoraggiando i presenti a proseguire nella loro missione con gioia e fedeltà a Cristo, fonte della vera realizzazione umana.

Ai progetti di «riduzione antropologica», promossi oggi da potenti lobby che dominano le organizzazioni internazionali, non è mai lecito collaborare. «Certamente dobbiamo esercitare una vigilanza critica e, a volte, ricusare finanziamenti e collaborazioni che, direttamente o indirettamente, favoriscano azioni o progetti in contrasto con l’antropologia cristiana». Non sono più tollerabili cedimenti o scorciatoie. «Di fronte a queste sfide epocali, noi sappiamo che la risposta è l’incontro con Cristo. In Lui l’uomo può realizzare pienamente il suo bene personale e il bene comune». Benedetto XVI


La fede è un fatto.

La fede nasce da un incontro, attraverso la testimonianza di un uomo che con tutta la sua umanità, pur imperfetta, rende visibile l’eccezionalità di Cristo, unica risposta all’umana domanda di pienezza e di felicità. Per questo la fede è il riconoscimento di un fatto già presente.

Solo nell’incontro con qualcuno che ci abbraccia così come siamo, possiamo anche noi abbracciarci e così conoscerci, solo nell’incontro con Dio, padre amoroso, incominciamo a capirci. È esperienza per noi di tutti i giorni: solo in un affetto si conosce veramente! 

Solo nell’incontro con Cristo l’uomo prende reale consapevolezza della natura del proprio cuore che riprende a vivere di nuova vita, quella che è la sua, naturale, risvegliata in tutta la portata delle esigenze di felicità, di giustizia, di amore, di bene. Nell’incontro con Cristo è ridestato e, per così dire, potenziato il senso religioso dell’uomo.

"Manzoni. La fede è un fatto." di Giovanni Fighera. 06-01-2013

Gesù è il Buon Pastore che dona la vita per le pecore, è l’Agnello che salva.

IV Domenica di Pasqua 2013

Cosa ci lasciano queste letture?
Il Vangelo di Cristo è rivolto a tutti, non solo a Israele. Noi cristiani apparteniamo al Signore, siamo suoi testimoni, siamo suo popolo, suo gregge: siamo suoi e ci conosce per nome.
Il Signore è buono, pieno di misericordia per noi, e il suo amore è per sempre. E’ il buon Pastore che dona la vita per le sue pecore, e col suo sangue versato ci lava dal peccato, rendendoci candidi.

sabato 30 marzo 2013

Venerdì Santo 2013 Via Crucis al Colosseo

​In questa notte deve rimanere una sola parola, che è la Croce stessa. 

La Croce di Gesù è la Parola con cui Dio ha risposto al male del mondo. 

A volte ci sembra che Dio non risponda al male, che rimanga in silenzio. In realtà Dio ha parlato, ha risposto, e la sua risposta è la Croce di Cristo: 

una Parola che è amore, misericordia, perdono

E’ anche giudizio: Dio ci giudica amandoci. Se accolgo il suo amore sono salvato, se lo rifiuto sono condannato, non da Lui, ma da me stesso, perché Dio non condanna, Lui solo ama e salva.

Cari fratelli, la parola della Croce è anche la risposta dei cristiani al male che continua ad agire in noi e intorno a noi. 

I cristiani devono rispondere al male con il bene, prendendo su di sé la croce, come Gesù. 

Questa sera abbiamo sentito la testimonianza dei nostri fratelli del Libano: sono loro che hanno composto queste belle meditazioni e preghiere. Li ringraziamo di cuore per questo servizio e soprattutto per la testimonianza che ci danno. Lo abbiamo visto quando il Papa Benedetto è andato in Libano: abbiamo visto la bellezza e la forza della comunione dei cristiani di quella Terra e dell’amicizia di tanti fratelli musulmani e di molti altri. E’ stato un segno per il Medio Oriente e per il mondo intero: un segno di speranza.

Allora continuiamo questa Via Crucis nella vita di tutti i giorni. 

Camminiamo insieme sulla via della Croce, camminiamo portando nel cuore questa Parola di amore e di perdono. 

Camminiamo aspettando la Risurrezione di Gesù che ci ama tanto. E' tutto amore!

Papa Francesco in occasione della Via Crucis al Colosseo - Venerdì Santo 2013.

Buona Pasqua! Con l'amore siamo giudicati.

​In questa notte deve rimanere una sola parola, che è la Croce stessa. La Croce di Gesù è la Parola con cui Dio ha risposto al male del mondo. A volte ci sembra che Dio non risponda al male, che rimanga in silenzio. In realtà Dio ha parlato, ha risposto, e la sua risposta è la Croce di Cristo: una Parola che è amore, misericordia, perdono. E’ anche giudizio: Dio ci giudica amandoci. Se accolgo il suo amore sono salvato, se lo rifiuto sono condannato, non da Lui, ma da me stesso, perché Dio non condanna, Lui solo ama e salva.

Cari fratelli, la parola della Croce è anche la risposta dei cristiani al male che continua ad agire in noi e intorno a noi. I cristiani devono rispondere al male con il bene, prendendo su di sé la croce, come Gesù. 

Allora continuiamo questa Via Crucis nella vita di tutti i giorni. Camminiamo insieme sulla via della Croce, camminiamo portando nel cuore questa Parola di amore e di perdono. Camminiamo aspettando la Risurrezione di Gesù che ci ama tanto. E' tutto amore!

Papa Francesco in occasione della Via Crucis al Colosseo - Venerdì Santo 2013.

Matrimonio: amicizia e amore.

... Sarebbe una grande illusione pensare che il matrimonio debba essere il compimento perfetto dell'amore-passione o dell'amore-romantico...

Certamente l'amore come desiderio e passione e l'amore romantico debbono il più possibile essere presenti nel matrimonio come stimoli iniziali e punti di partenza. 

... il matrimonio ha ... da trasformare l'amore romantico, o quanto di esso esisteva agli inizi, in un vero e proprio amore umano, reale e indistruttibile, in un amore veramente disinteressato che certamente, non esclude la passione carnale e il desiderio, ma che si eleva sempre più al di sopra di essi;

... E' un amore di dilezione. ... è la compagnia spirituale tra l'uomo e la donna per aiutarsi l'un l'altro a compiere quaggiù il loro destino; ed è altresì un amore veramente su misura dell'uomo e nel quale l'anima è coinvolta al pari dei sensi, cosicché in questo amore, in cui il desiderio è presente con tutta la sua potenza, la dilezione tuttavia primeggia realmente sul desiderio. 

... il matrimonio « può costituire una autentica comunità d'amore tra uomo e donna: qualcosa di costruito non sulla sabbia, ma sulla roccia perché poggia su di un amore genuinamente umano, non animale e genuinamente spirituale, genuinamente personale...

Allora ognuno può diventare una specie di angelo custode dell'altro...

una tale amicizia ... può aggiungersi l'amore folle ... nel quale l'amante si estasia nell'amata e l'amata nell'amante e diviene carne della sua carne in un solo spirito con lui, è il vertice e la perfezione dell'amore tra l'Uomo e la Donna. E’ dunque per questo il vertice e la perfezione dell'amore tra gli sposi.

Jacques Maritain

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mercoledì 20 marzo 2013

Non dobbiamo avere timore della bontà, della tenerezza!

Il prendersi cura, il custodire chiede bontà, chiede di essere vissuto con tenerezza. Nei Vangeli, san Giuseppe appare come un uomo forte, coraggioso, lavoratore, ma nel suo animo emerge una grande tenerezza, che non è la virtù del debole, anzi, al contrario, denota fortezza d’animo e capacità di attenzione, di compassione, di vera apertura all'altro, di amore


[...] Certo, Gesù Cristo ha dato un potere a Pietro, ma di quale potere si tratta? Alla triplice domanda di Gesù a Pietro sull'amore, segue il triplice invito: pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle. Non dimentichiamo mai che 

il vero potere è il servizio 


e che anche il Papa per esercitare il potere deve entrare sempre più in quel servizio che ha il suo vertice luminoso sulla Croce; deve guardare al servizio umile, concreto, ricco di fede, di san Giuseppe e come lui aprire le braccia per custodire tutto il Popolo di Dio e accogliere con affetto e tenerezza l’intera umanità, specie i più poveri, i più deboli, i più piccoli, quelli che Matteo descrive nel giudizio finale sulla carità: chi ha fame, sete, è straniero, nudo, malato, in carcere (cfr Mt 25,31-46). 


Solo chi serve con amore sa custodire! 


Nella seconda Lettura, san Paolo parla di Abramo, il quale «credette, saldo nella speranza contro ogni speranza» (Rm 4,18). 


Saldo nella speranza, contro ogni speranza! 


Anche oggi davanti a tanti tratti di cielo grigio, abbiamo bisogno di vedere la luce della speranza e di dare noi stessi speranza. 
Custodire il creato, ogni uomo ed ogni donna, con uno sguardo di tenerezza e amore, è aprire l’orizzonte della speranza, è aprire uno squarcio di luce in mezzo a tante nubi, è portare il calore della speranza!


Dalla prima omelia di Papa Francesco.

PS. Per tutti quelli che vogliono far indossare una maglia a questo papa: quando il papa parla del creato non intende essere ecologista, infatti il creato comprende anche l'uomo...

mercoledì 6 marzo 2013

Maritain: matrimonio, amicizia e amore.


Jacques Maritain filosofo cattolico (tomista) del 900, sostenitore dell’umanesimo integrale, descrive brevemente nel libretto “Amore e amicizia” il suo pensiero su questi temi.



Prima di citare una parte del capitolo su “Matrimonio, amicizia e amore” occorre riassumere alcuni concetti che spiega nei capitoli precedenti.
Amicizia: benevolenza fino al sacrificio (bene per l’amato, dono ciò che ho)
Amore: comunicazione/donazione di sè (è impegnato lo spirito). L’amore implica e presuppone l’amicizia.
Entrambe hanno come sorgente comune l’amore di dilezione o amore per il bene dell’amato
Quindi distingue tre tipi di amore:
Amore romantico o amore passione: effimero, dura poco e illude
Amore autentico: donazione parziale
Amore folle: completamente vero ed estremo, tutto per l’altro, donazione totale

Matrimonio, amicizia e amore.

mercoledì 30 gennaio 2013

Parole chiave per l'impegno politico.


Bene comune

Rigore

Sviluppo

Solidarietà

Verità

Serietà

Competenza 

Onestà

Verità (dire il vero)

Corresponsabilità

Primato dell'etica

Famiglia


martedì 29 gennaio 2013

Ritratti di Benedetto XIV


In questo post ho riportato stralci di diversi libri che descrivono la figura di Benedetto XIV

Intervento di Lucetta Scaraffia nel libro “Ratzinger Teologo e Pontefice”

Nell’omelia prima del conclave (2005):

“Tutti gli uomini vogliono lasciare una traccia che rimanga. Ma che cosa rimane? Il denaro no. Anche gli edifici non rimangono; i libri nemmeno. Dopo un certo tempo, più o meno lungo, tutte queste cose scompaiono. L’unica cosa, che rimane in eterno, è l’anima umana, l’uomo creato da Dio per l’eternità. Il frutto che rimane è perciò quanto abbiamo seminato nelle anime umane – l’amore, la conoscenza; il gesto capace di toccare il cuore; la parola che apre l’anima alla gioia del Signore. Allora andiamo e preghiamo il Signore, perché ci aiuti a portare frutto, un frutto che rimane. Solo così la terra viene cambiata da valle di lacrime in giardino di Dio”.

a seguire...

Riflessioni tratte dal libro “La mia vita” di Joseph Ratzinger

lunedì 28 gennaio 2013

Inno all'amore di San Paolo.

"Desiderate intensamente i carismi più grandi"

Se conoscessi tutte le lingue e tutti misteri della la scienza,
se fossi un profeta e avessi una fede enorme
Se donassi tutti i miei beni ai poveri
Se mi vantassi di tutte le mie opere buone
ma mi mancasse l'amore verso colui che è altro da me (la carità appunto), 
sarei un nulla, sarei inesistente.


Perchè la carità è magnanima
è benevola
non è invidiosa
non si vanta
non si gonfia d’orgoglio
non manca di rispetto
non cerca il proprio interesse
non si adira, 
non tiene conto del male ricevuto, 
non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità. 
Tutto scusa, 
tutto crede, 
tutto spera, 
tutto sopporta. 

La carità non avrà mai fine!
Tutti i doni che ho ricevuto scompariranno 
perchè la nostra sapienza è imperfetta e incompleta
ma un giorno, quando verrà ciò che è perfetto, 
capiremo tutto e lasceremo la nostra imperfezione, 
e lo vedremo faccia a faccia. 

Ma OGGI rimangono solo 3 cose
" la fede, la speranza e la carità. Ma la più grande di tutte è la carità! "



L'inno all'agape.


L'inno alla carità di 1 Corinti 13 (in greco agape ovvero l'amore che vuole il bene altrui, non è l'amore passionale, sentimentale ed egoistico) >>> La sorgente dell'amore è Dio, il quale è per sua natura amore (1Gv4).

San Paolo si rivolge ai Corinti, diventando un eccellente poeta. Così introduce il suo inno:

"Desiderate invece intensamente i carismi più grandi. E allora, vi mostro la via più sublime."
Non seguiamo le mode del momento, non imitiamo chi si appiattisce nella banalità, ma desideriamo ardentemente di più. E come? Paolo ci indica la via più sublime, ovvero la strada dell'amore.

Se conoscessi tutte le lingue e tutti misteri della la scienza,
se fossi un profeta e avessi una fede enorme
Se donassi tutti i miei beni ai poveri
Se mi vantassi di tutte le mie opere buone
ma mi mancasse l'amore verso colui che è altro da me (la carità appunto), 
sarei un nulla, sarei inesistente.

Perchè la carità è magnanima
è benevola
non è invidiosa
non si vanta
non si gonfia d’orgoglio
non manca di rispetto
non cerca il proprio interesse
non si adira, 
non tiene conto del male ricevuto, 
non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità. 
Tutto scusa, 
tutto crede, 
tutto spera, 
tutto sopporta. 

La carità non avrà mai fine!
Tutti i doni che ho ricevuto scompariranno 
perchè la nostra sapienza è imperfetta e incompleta
ma un giorno, quando verrà ciò che è perfetto, 
capiremo tutto e lasceremo la nostra imperfezione, 
e lo vedremo faccia a faccia. 

Ma OGGI rimangono solo 3 cose
" la fede, la speranza e la carità. Ma la più grande di tutte è la carità! "

I Corinti danno molta importanza ai carismi ricevuti, ma di questi rimarrà solo l'amore.

Chi ama non ha nulla temere perchè "se Dio (amore) è con noi chi sarà contro di noi?" (Romani 8)

domenica 27 gennaio 2013

Oggi si è compiuta questa Scrittura.

Domenica 27 Gennaio. III DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)
Ne 8,2-4.5-6.8-10   Sal 18   1Cor 12,12-30   Lc 1,1-4; 4,14-21.


Nel Vangelo, la Chiesa ha voluto intrecciare due brani di Luca: l’inizio del suo Vangelo e l’inizio dell’attività pubblica di Gesù. Nel prologo, Luca presenta il suo lavoro all’illustre Teofilo per rassicurarlo della vericità degli insegnamenti che ha ricevuto. Luca si è avvalso di testimoni oculari e della tradizione orale. Quindi si salta direttamente al capitolo 4, dopo che Luca ha narrato dell’infanzia e del Battesimo di Gesù, della cattura di Giovanni Battista, delle tentazioni nel deserto. Gesù, già famoso, torna a casa in Galilea, a Nazareth dove in Sinagoga annuncia che “Oggi si è compiuta questa Scrittura!”. Luca più degli altri evangelisti sottolinea questa giornata memorabile.


sabato 19 gennaio 2013

Il mondo piccolo di Guareschi, Don Camillo e Peppone.

Ebbene, qui occorre spiegarsi: se i preti si sentono offesi per via di don Camillo, padronissimi di rompermi un candelotto in lesta; se i comunisti si sentono offesi per via di Peppone, padronissimi di rompermi una stanga sulla schiena. Ma se qualcun altro si sente offeso per via dei discorsi del Cristo, niente da fare; perché chi parla nelle mie storie, non è il Cristo, ma il mio Cristo: cioè la voce della mia coscienza. Roba mia personale, affari interni miei.
Quindi ognuno per sé e Dio per tutti.



Così Guareschi conclude l’introduzione al suo Mondo Piccolo. Siamo nella Bassa Emiliana sul finire della seconda guerra, e la società è divisa in due: chi sta coi preti e chi con i comunisti.

Io avevo già i visto i film di Don Camillo e Peppone ed ero incuriosito anche dal leggere le opere di Guareschi che li hanno ispirati. Con vera gioia ho scoperto che il libro è anche meglio.

I film sono stati molto “addolciti”, non dovevano essere un pretesto per creare conflitti, ma per unire un popolo sull’orlo della guerra civile. I titoli di due capitoli contengono la parola “paura”, che sicuramente nei 
film non emerge. Ci sono anche sparatorie e omicidi.

Penso che siano geniali i dialoghi tra Don Camillo e il “suo” Crocifisso.
I dialoghi tra Don Camillo e Peppone sono i dialoghi di due che si vogliono bene (e hanno combattuto insieme in guerra) ma che si trovano agli estremi opposti in politica... anche se alla fine sui casi di coscienza l’ideologia passa in secondo piano.

Allego alcuni brani che mi sono piaciuti particolarmente.


domenica 13 gennaio 2013

Spaemann e i "Fini naturali"


Frammenti dal web.

Nel momento in cui il pensiero smarrisce il senso più profondo di concetti come quelli di natura, vita, normalità, trascendenza, così come accade nell’attuale civilizzazione tecno-scientifica, si determina anche una tendenza verso quella che C.S. Lewis aveva preconizzato come “abolizione dell’uomo”.

"Fini naturali". L’intera opera di Robert Spaemann, e in modo particolare proprio Fini naturali, ci aiuta in modo formidabile a rigettare quella incapacità di vedere e di cogliere in ogni cosa che ci circonda, in ogni essere vivente, un fine (teleologia). I valori del bello, del vero, del bene restino indispensabili.

La riaffermazione della “legge naturale” è l’unica strada, per Spaemann, per far fronte a quella “emergenza antropologica” nella quale oggi sembra divenuto impossibile ogni giudizio morale ed estetico che voglia essere oggettivo.

Va dove ti porta il cuore

Recentemente abbiamo letto "Va dove ti porta il cuore" di Susanna Tamaro.

Il libro è un insieme di lettere (romanzo epistolare) di una nonna che scrive alla nipote che si è trasferita in America. In queste lettere la nonna racconta le sue esperienze di vita travagliata e delle verità mai rivelate. Essa non giudica il cambiamento di costumi del XX secolo: la condizione della donna prima e dopo il 68, la concezione della famiglia, il rapporto tra moglie e marito. Non da la colpa ai costumi dell'epoca per non aver trovato la sua strada.


In particolare emerge un'esigenza di spiritualità nella donna, un'esigenza di fare un viaggio dentro se stessa, per cominciare a comprendersi, imparando ad ascoltarsi. La nonna viene colpita da una frase del Vangelo: "Il Regno di Dio è dentro di voi" (Lc 17). Questa frase fa riferimento alla nostra coscienza. La nonna è alla ricerca di "una voce originaria che ognuno di noi custodisce nella profondità del proprio essere", di una "piccola luce che da leggerezza".

La nonna quando si accorge che ha sprecato molti anni della sua esistenza, capisce che "la prima rivoluzione da fare è dentro se stessi". Rivolgendosi alla nipote ammette che "tra la voce dell'apparenza e quella del cuore hai scelto anche quella del cuore", ma le raccomanda "quando ti sentirai smarrita e confusa devi stare nelle cose e starci sopra" e "nelle scelte importanti siediti e aspetta, in silenzio, e ascolta il tuo cuore. Quando ti parla alzati e va dove lui ti porta."

Questa frase conclude e da il nome al libro. La nonna raccomanda alla nipote di prendere tempo e di decidere in base a ciò che ti dice il cuore, ovvero la propria coscienza, senza ipocrisie e senza istintività : l'amore non è un atto banale, ma è un gesto di coraggio.