Temi dei primi mesi
del pontificato di Francesco.
"Un papa umile ma
forte, popolare ma esigente, dalla parte dei poveri ma non in modo ideologico,
un papa che richiama alla solidarietà e all'ecologia ma parla anche del diavolo, critica i cristiani
seduti e approva quelli che vanno nelle periferie, biasima i carrieristi, ma
anche quelli che passano la vita a lamentarsi. Ci ricorda che parlare male
degli altri è peccato e che senza la preghiera non andiamo lontano. Considera
la religiosità popolare un tesoro e parla costantemente di amore, tenerezza e
misericordia, cose di cui la sua vita è testimonianza eloquente." Una
sintetica descrizione del periodico portoghese Renescenca.
Argomenti:
- La dignità della persona viene anche dal
lavoro.
- Andate fuori, nelle periferie
esistenziali... con l'aiuto della preghiera.
- La giustizia sociale e il NO alla logica dello scarto.
- Per uno sviluppo sostenibile.
- L'importanza della preghiera.
- Non siamo possessori ma amministratori del creato: l'etica
dell'energia.
- Lo scandalo della croce.
- Il forte legame col predecessore.
- Il cristiano e la gioia.
- La fede e la Lumen Fidei.
- L'idea di Chiesa e di cristiani (perle delle omelie quotidiane).
La dignità della persona viene anche dal lavoro.
Si può dire che grazie a Francesco capiamo meglio l'articolo
1 della nostra costituzione italiana. Il lavoro dà dignità (si pensi ai
giovani) e uno stato ha il dovere di garantire un lavoro a tutti.
"Il lavoro è un elemento
fondamentale per la dignità di una persona. Il lavoro, per usare un'immagine,
ci 'unge' di dignità, ci riempie di dignità; ci rende simili a Dio, che ha
lavorato e lavora, agisce sempre; dà la capacità di mantenere se stessi, la
propria famiglia, di contribuire alla crescita della propria Nazione. E qui
penso alle difficoltà che, in vari Paesi, incontra oggi il mondo del lavoro e
dell'impresa; penso a quanti, e non solo giovani, sono disoccupati, molte volte
a causa di una concezione economicista della società, che cerca il profitto
egoista, al di fuori dei parametri della giustizia sociale". Omelia
del 1 Maggio 2013.
Andate fuori, nelle periferie esistenziali... con l'aiuto della
preghiera.
Papa Francesco è andato in mezzo ai poveri, ai giovani, agli
anziani, a coloro che sono emarginati: lo ha fatto da vescovo e lo ha fatto da
papa. Ha uno stile nuovo, tutto suo; è un predicatore nato. Noi cattolici un
po' assopiti abbiamo bisogno di un messaggio forte e chiaro per risvegliarci.
Il nuovo modo di pregare
che Gesù ci insegna si basa sull'affidamento al Padre, sulla fiducia in Dio. La
preghiera vera ci fa uscire da noi stessi. Se noi non riusciamo ad uscire da
noi stessi verso il fratello bisognoso, verso il malato, l'ignorante, il
povero, lo sfruttato, se noi non riusciamo a fare questa uscita da noi stessi
verso quelle piaghe, non impareremo mai la libertà che ci porta nell'altra
uscita da noi stessi, verso le piaghe di Gesù. Ci sono due uscite da noi
stessi: una verso le piaghe di Gesù, l'altra verso le piaghe dei nostri
fratelli e sorelle. E questa è la strada che Gesù vuole. Omelia dell' 11
Maggio 2013
E' un vescovo attento alle periferie materiali ed
esistenziali, e denuncia il rischio dell'esclusione dei poveri, dei giovani e
degli anziani: una sorta di eutanasia nascosta, di eutanasia culturale.
Per evitare le esclusioni, il Papa sprona la Chiesa ad uscire
da se stessa ed abbandonare la sua autoreferenzialità, agendo nella preghiera e
nella contemplazione.
Questo invito ad uscire lo rivolge anche ai giovani, alla
gmg: li ha invitati a non abbandonare la fede in Gesù e ha indicato nelle Beatitudini
e in Mt25 il piano di azione.
Uscite e fatevi
sentire nelle diocesi, andate per le strade e difendetevi da ciò che è
modernità, immobilismo, comodità, clericalismo, da tutto ciò che è chiudersi in
noi stessi.
Il desiderio di Francesco, in Brasile, era di poter visitare
tutti.
Non chiudiamoci in noi
stessi, sotterrando il proprio talento, le proprie ricchezze spirituali,
intellettuali, materiali, tutto quello che il Signore ci ha dato, ma aprirsi,
essere solidali, essere attenti all'altro. Omelia del 24 aprile 2013
Dobbiamo incontrare il
Signore, ma è ancora più importante essere disponibili all'incontro, perché
Cristo interviene sulle debolezze di ognuno di noi. Omelia del 17 maggio
2013.
Il Papa ci ricorda che siamo come vasi creta che
custodiscono il tesoro immenso donato da Dio. Occorre ricordare ciò per evitare
di pensare di essere ciò che non si è, e cedere alle lusinghe. Il tesoro donato
è consistente ma il contenitore fragile: è la realtà umana. Saremo di creta fino
alla fine e da questo non ci salva nessuno, se non Gesù, ma a modo suo, non
alla maniera umana del prestigio, delle apparenze.
La giustizia sociale e il NO alla logica dello scarto.
E' un tema che sta a cuore al pontefice in linea da quanto
detto dal predecessore nella Caritas in
veritate. Occorre una giustizia sociale che dia voce ai poveri e sprona i
giovani, soprattutto alla gmg, di promuovere i valori cristiani e di lottare per
essi.
Accusa la cultura contemporanea come una cultura del
silenzio di fronte alle ingiustizie sociali ed economiche. La Chiesa deve
essere avvocato dei poveri. I cristiani non devono mai lasciarsi fermare dalle
difficoltà, e disperare da persone e situazioni.
Si rivolge ai potenti invitandoli a costruire un mondo basato
sulla giustizia sociale, in cui nessuno si senta scartato. Sprona tutti gli
uomini a non stancarsi mai di lavorare per un mondo più giusto e solidale: la
realtà può cambiare ed è compito dei cristiani portare il bene e non abituarsi
al male.
Non sono l'egoismo e l'individualismo che portano ad un
mondo migliore, ma la solidarietà: vedere nell'altro non un concorrente, ma un
fratello. Nessuna pace è duratura per una società che mette ai margini una
parte di essa.
La giustizia sociale implica la lotta contro la fame e la
miseria. Occorre dare il pane a chi ha fame, ma c'è una fame più profonda, è la
fame di felicità che solo Dio può saziare, fame di dignità. Non c'è promozione
del bene comune quando si ignorano i pilastri che reggono la nazione: la vita,
la famiglia, l'educazione, la salute, la sicurezza.
Per uno sviluppo sostenibile.
Anche in ambito internazionale e diplomatico la Santa sede
promuove uno sviluppo sostenibile, un modello fondato sulle esigenze della
giustizia sociale, piuttosto che sulla logica fallace dell'interesse personale
utilitaristico e individualistico. L'uomo (la persona) deve essere al centro dello
sviluppo sostenibile, ha diritto ad una vita sana e produttiva in armonia con
la natura.
Lo sviluppo umano integrale richiede lo sviluppo della
persona in tutte le sue dimensioni (fisica, spirituale e morale): non si può
valutare tutto solo in criteri economici. L'attività umana deve essere
strutturata in modo etico (Caritas in veritate).
Occorre edificare società umane e più giuste, realizzando
uno sviluppo incentrato sull'uomo.
Imperativo morale è quello di sradicare la povertà, che
costituisce un circolo vizioso, del quale l'esclusione è causa e conseguenza. La
povertà deriva dall'esclusione dalla partecipazione dalla vita economica
sociale e politica. Lo sradicamento della povertà può avvenire solo attraverso
l'inclusione dei poveri (Caritas in
veritate) e gli scambi economici devono essere di mutuo beneficio.
L'importanza della preghiera.
Occorre credere in Gesù e pregare, per superare le nostre
certezze e la chiusura che deriva dalla mancanza di fede. La preghiera deve
essere coraggiosa, come quella di Abramo che sembra lottare il Signore per
salvare le due città: La preghiera fa miracoli.
Egli stesso, pieno di umiltà, chiede di pregare per se.
Non siamo possessori ma amministratori del creato: l'etica dell'energia.
Occorre un tutore per le generazioni future per garantire
una giustizia intergenerazionale, riconoscendo l'accesso all'energia come un
diritto fondamentale di ogni uomo. Importante è educare sin da piccoli ad uno
stile di vita e a pratiche responsabili
orientate a migliorare l'efficienza energetica e a ridurre lo spreco.
Attenzione all'attrazione del dio Denaro!
Non lasciare che il
denaro e l'avidità ci rubino l'anima!
La vera ricchezza non sta nelle cose ma nel cuore.
Dai più semplici apprendiamo una lezione di solidarietà.
La vita dell'uomo non dipende da ciò che possiede.
La ricchezza è un tranello: pensiamo di possedere invece
sono le cose che possiedono noi.
Il denaro può dare un momento di ebbrezza, di illusione di
essere felici, ma alla fine è lui che ci possiede, e ci spinge ad avere sempre
di più e a non essere mai sazi.
La vera ricchezza consiste nel non aver bisogno di nulla.
"La maggior
ricchezza di un uomo è un animo abbastanza grande da non desiderare le
ricchezza" Goethe.
Pensiamo a garantirci l'essenziale. Il denaro non fa la
felicità.
Lo scandalo della croce.
La croce continua a far scandalo (croce che è umiltà e
mansuetudine), ma è l'unico cammino sicuro.
Non frullate la fede,
lasciatela intera. E' la fede nel
figlio di Dio fatto uomo, che mi ha amato ed è morto per me.
Il forte legame col predecessore.
Forte legame con Benedetto: è come avere un nonno, ricordando l'enciclica scritta a 4 mani.
Prima di ogni decisione importante lo consulta... art. Rodari
Il cristiano e la gioia.
Il cristiano è un uomo
e una donna di gioia. Questo ci insegna Gesù, ci insegna la Chiesa. Che cosa è,
questa gioia? E' l'allegria? No: non è lo stesso. L'allegria è buona, eh?,
rallegrarsi è buono. Ma la gioia è di più, è un'altra cosa. E' una cosa che non
viene dai motivi congiunturali, dai motivi del momento: è una cosa più
profonda. E' un dono.
L'allegria si può
trasformare in leggerezza, mancanza di saggezza cristiana. La gioia ci riempie
da dentro. testimone gioioso del suo amore, testimone coraggioso del suo
Vangelo, per portare in questo mondo un po' di luce. Lasciati cercare da Gesù,
lasciati amare, è un amico che non delude.
Omelia del 10 Maggio 2013.
La fede e la Lumen Fidei.
"Bota fè"
metti fede. Se vogliamo che essa abbia veramente senso e pienezza, dico a tutti
"metti fede" e la vita avrà un sapore nuovo, la vita avrà una bussola
che indica la direzione; "metti speranza" e ogni tuo giorno sarà
illuminato e il tuo orizzonte non sarà più oscuro ma luminoso; "Metti amore" e la tua esistenza
sarà come una casa costruita sulla roccia, il tuo cammino sarà gioioso, perchè
incontrerai tanti amici che camminano con te.
Tutto questo ce lo può
donare solo Gesù, il quale ci porta a Dio, e con Lui la nostra vita si
trasforma, e possiamo guardare la realtà con occhi nuovi (Lumen fidei 18).
"Metti
cristo" nella tua vita e troverai un amico di cui fidarti sempre e vedrai
crescere le ali della speranza, per percorrere con gioia la via del futuro. la
vita sarà piena del suo amore, sarà una vita feconda. Quando c'è Dio nel nostro
cuore dimora la pace, la dolcezza, la tenerezza, il coraggio, la serenità la
gioia, che sono i frutti dello Spirito.
La fede è
rivoluzionaria. Non aver paura di chiedere perdono a Dio che non si stanca mai
di perdonare ed è pura misericordia. Ci aspetta anche nell'Eucaristia...
E' accogliendo Gesù,
Parola incarnata, che lo Spirito ci trasforma, illumina il cammino del futuro,
e fa crescere in noi le ali della speranza per camminare con gioia. (Lumen
fidei 7)
Frammenti del discorso in occasione della GMG in Brasile
Il rapporto coi giovani.
Ai giovani che sfidano il freddo dell'invero brasiliano
dice: "Siete degli eroi!"
Oggi Gesù ci chiede se vogliamo essere suoi amici,
testimoni, discepoli.
"E' bello per noi essere qui" dice Pietro dopo
aver visto Gesù trasfigurato. "E' bello essere qui, attorno a Gesù"
dice il papa ai giovani n Brasile.
Chi va alla gmg vuole ascoltare la voce di Gesù, e per porsi
delle domande importanti, tra cui: "Signore, che cosa devo fare della mia
vita?".
L'idea di Chiesa e di cristiani..
Radicare la Chiesa
nel Vangelo. Quando la Chiesa diventa
burocratica moltiplica le strutture, allora perde la radicalità evangelica.
Noi, donne e uomini di
Chiesa, siamo in mezzo ad una storia d'amore: ognuno di noi è un anello in
questa catena d'amore.
Stile umile ma senza
paura. Lo stile dell'annuncio
cristiano è umile ma nello stesso tempo non ha paura di operare cose grandi. Dobbiamo
predicare nel mondo, non conquistarlo. Il cristiano non deve essere come i
soldati che quando vincono la battaglia fanno piazza pulita di tutto.
Omelia del 25 aprile 2013
Tutto il cammino della
vita è un cammino di preparazione. Omelia del 26 aprile 2013
Aprirsi alla
testimonianza. La comunità cristiana
deve aprirsi al Signore, alla gioia, alla testimonianza positiva. Se una
comunità non è libera, non è davvero credente, allora si chiude in se stessa ed
è dominata da dinamiche negative. Omelia del 27 aprile 2013
Nel confessionale
ci fa vergogna dire la verità: ho fatto
questo, ho pensato questo. Ma la vergogna è una vera virtù cristiana e anche
umana... E' una virtù dell'umile. Omelia del 29 Aprile 2013.
No alla mondanità. La Chiesa deve portare il messaggio del
Vangelo e non può farlo se cede alle tentazioni della mondanità. Omelia del
30 aprile 2013
Coraggio nella
testimonianza. Quando la Chiesa perde
il coraggio, entra nella Chiesa l'atmosfera di tepore. I tiepidi, i cristiani
tiepidi, senza coraggio... Quello fa tanto male alla Chiesa, perché il tepore
ti porta dentro, incominciano i problemi fra noi. Omelia del 3 Maggio 2013
E' impossibile vivere
con Gesù senza la Chiesa, seguire
Gesù al di fuori della Chiesa, di amare Gesù senza amare la Chiesa.
Evangelizzare non è
fare proselitismo. Quando la Chiesa
perde questo coraggio apostolico, diventa una Chiesa ferma, una Chiesa
ordinata, bella, tutto bello, ma senza fecondità, perché ha perso il coraggio
di andare alle periferie... Padre noi possiamo sbagliare... avanti! se ti
sbagli alzati e avanti. quello è il cammino. chi sta fermo per non sbagliare fa
un errore più grande. Omelia del 8 Maggio 2013.
Non si è cristiani a
tempo, in alcuni momenti soltanto, in
alcune circostanze, in alcune scelte; no, non si può essere cristiano così, si
è cristiano in ogni momento! Omelia del 15 Maggio 2013.
No ai cristiani da
salotto. L'incontro con Gesù, salva.
E lo zelo apostolico è il segno del desiderio di amare secondo quanto Gesù ha
insegnato. È particolarmente vero per San Paolo ma il suo esempio vale per noi
oggi. Anche ci sono i cristiani da salotto, no? Anche se diamo fastidio, avanti,
coraggio. Omelia del 16 maggio 2013.
No alle chiacchere. La salvezza è andare dietro a Gesù
(sequela), le chiacchere non servono a nulla e sono dannose. Omelia del 18
maggio 2013.
Il vero potere è il
servizio. Il vero potere nella Chiesa è il servizio, e Cristo ha insegnato che
per noi progredire, andare avanti, significa abbassarci e metterci a servizio
degli altri.
Il vero potere è il
servizio. Come lo ha fatto Lui, che è venuto non a farsi servire, ma a servire,
e il suo servizio è stato proprio un servizio della Croce. Lui si è abbassato
fino alla morte, alla morte di Croce, per noi, per servire noi, per salvare
noi. E non c'è nella Chiesa nessun'altra strada per andare avanti. Per il cristiano, andare avanti, progredire
significa abbassarsi. Omelia del 21 maggio 2013.
Fare il bene e la
salvezza per tutti. Il comandamento
che Gesù ci ha dato è di fare il bene. Pertanto non è legittima la violenza in
nome della religione. E la redenzione riguarda tutti, non solo chi crede in
Gesù.
Il Signore a tutti, a
tutti ci ha redenti con il sangue di Cristo: tutti, non soltanto i cattolici.
Tutti! Siamo creati figli con la somiglianza di Dio che vuole tutti, e il
sangue di Cristo ci ha redenti tutti! E tutti noi abbiamo il dovere di fare il
bene. A fare il bene ci incontriamo. Omelia del 22 maggio 2013.
Siate sale! Essere sale per il mondo vuol dire che
l'originalità cristiana arricchisce tutte le situazioni in cui ognuno di noi è
inserito. La originalità cristiana non è una uniformità! Prende ciascuno come
è, con la sua personalità, con le sue caratteristiche, con la sua cultura... Ma
gli dà qualcosa di più: gli dà il sapore! Omelia del 23 maggio 2013.
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