La fede è un dono di Dio, che ha mandato il
Figlio.
Essa nasce dall'incontro con Dio, che ci chiama e ci
svela il suo amore, un amore che ci precede e su cui possiamo contare.
La centralità della figura di Gesù. Tutto inizia da Gesù
che, venuto come luce, ha sconfitto la morte. La luce di Gesù viene dal futuro e
schiude davanti a noi orizzonti grandi, irradiando l’intera esistenza dell’uomo.
La fede cristiana è incentrata in Lui, che è il sì definitivo a tutte le
promesse, è la prova della piena affidabilità di Dio, è l’amore pieno
presentato sulla croce.
Nell'epoca
moderna la fede è considerata come un’illusione, un opposizione al cercare, è
associata al buio (oscurantista), come un salto nel vuoto. Tuttavia, da quando
l’uomo ha rinunciato alla ricerca di una luce (o verità) grande, per
accontentarsi di luci piccole e brevi, tutto è diventato confuso, cupo, buio.
L’uomo ha bisogno di luce, e questa luce è portata dalla
gioia della fede.
La fede e la storia.
La
fede ci accompagna nella storia ed è legata all'ascolto. La luce di Dio si
rivela nella storia.
Prendiamo
ad esempio Abramo: ha ricevuto una chiamata ed una promessa,
la sua fede è stata una risposta e un affidamento ad una Parola, è stata
speranza nel futuro promesso. La stessa Parola in cui ha creduto Abramo ha
suscitato il Figlio. Abramo si sente chiamato in profondità, riconosce un
appello profondo inscritto da sempre nel suo cuore.
La
fede aiuta a capire che, la Parola se pronunciata da Dio è veritiera,
ed è di quanto più sicuro possa esistere. E’ una roccia sicura da cui l’uomo
può trarre forza per affidarsi a Dio creatore, fonte di ogni vita. Non è un Dio
estraneo.
Nell'Esodo,
Israele
si apre all'azione di Dio che lo vuole liberare. Nonostante ciò, il
popolo cade nell'incredulità (idolatria) perché non sopporta l’attesa: la fede
ci chiede di rinunciare al possesso immediato. L’idolatria è più
rassicurante perché ha la sua origine in noi, è una chiamata che non ci fa
uscire dalle nostre sicurezze. Diventa quindi un pretesto per mettere se stessi
al centro. L’uomo quindi si disperde nella molteplicità dei suoi desideri
(politeismo), nei mille istanti dell’esistenza: ha perso l’orientamento
fondamentale.
Credere significa affidarsi ad un amore misericordioso che
sempre accoglie e perdona, che sostiene ed orienta. Aver fede significa
disponibilità a lasciarsi trasformare sempre e di nuovo dalla chiamata di Dio. Occorre
avere umiltà e coraggio per affidarsi.
Un’altra
figura che rappresenta la fede nella storia è Mosè, il mediatore. Oggi
la concezione individualista non capisce il senso della mediazione.
L’incarnazione e la risurrezione di Gesù sono la prova che
Dio ha operato nella storia. E’ nella contemplazione della morte di Gesù che
la fede si rafforza e riceve luce. Si ha fede nel suo amore incrollabile per
noi, capace di entrare nella morte per salvarci. Gesù è colui che ci spiega
Dio.
Credere A Gesù... accettiamo come vera la sua Parola
Credere IN Gesù... lo accogliamo nella nostra vita, ci
affidiamo e lo seguiamo. Per darci questa possibilità si è fatto come noi. In
questo modo porta il cristiano ad impegnarsi e a vivere in modo più intenso.
La salvezza avviene mediante la grazia, anch'essa dono di Dio.
Chi mette al centro della propria vita sé stesso e la propria giustizia, non
riesce ad essere fedele, così come non si trova sé stessi allontanandosi da Dio.
La
fede in Gesù ci salva perché è in Lui che la vita si apre radicalmente all'Amore
che ci precede e ci trasforma, che agisce in noi e per noi. Nella fede l’ “io”
del credente si espande per essere abitato sa un Altro, per vivere in un Altro,
e così la vita si allarga nell'amore: è qui che lo Spirito agisce, e tramite lo
Spirito, Gesù abita nei nostri cuori.
Fede e verità: il Dio fedele è il Dio vero.
Is 7,9
“Se non crederete non comprenderete” (LXX) - “Se non crederete non restare
saldi” (dall'ebraico).
Dio è la vera roccia: è affidabile e ragionevole, basa la
sicurezza sulla sua Parola, è un “Dio Amen” (Is 65,16). Agostino: “sarò saldo e
mi consoliderò in Te, nella tua verità”.
L’uomo ha bisogno di conoscenza, di verità, perché senza di
essa non si sostiene, non va avanti. La fede senza verità non salva e non rende
sicuri i nostri passi. Resta una bella fiaba, la proiezione dei nostri desideri
di felicità, è illusoria, è ridotta a un bel sentimento che consola e riscalda,
ma è soggetta al mutare del nostro animo, incapace di sorreggere il cammino
della nostra vita. La fede offre una luce nuova se legata alla verità, deve più
lontano perché comprende l’agire di Dio, fedele all’alleanza e alle promesse.
Oggi
ascoltiamo come verità solo quella tecnologica, solo quella misurabile: è l’unica
certezza. La verità è diventata soggettiva: è autentico solo ciò l’individuo
sente dentro. Questo sfocia nel relativismo: la domanda di verità grande sul
tutto non interessa più. Ci fa paura una verità comune. Se però la verità, è
la verità dell’amore allora si libera dalla chiusura del singolo e può fare
parte del bene comune, non schiacciando il singolo. La sicurezza della fede ci
mette in cammino e rende possibile la testimonianza e il dialogo con tutti.
Fede e amore: “con il cuore si crede” (Rm 10,10). Il cuore nella Bibbia è
il centro dell’uomo (unione di corpo e spirito), è il luogo dove ci apriamo
alla verità e all'amore, e dove veniamo toccati nel profondo. La fede legata
all'amore trasforma interamente la nostra persona. L’amore non può essere un
sentimento che va e che viene, ma è uscire dalla chiusura del proprio io e
andare verso l’altro per un rapporto duraturo. L’amore mira all'unione e solo
se fondato sulla verità, e non sulla mutevolezza dei sentimenti, dura nel tempo.
Amore
è verità. Verità è amore.
Fede: ascoltare, vedere, incontrare e toccare.
La
conoscenza della fede è legata all'alleanza, a un rapporto d’amore. La fede
viene dall'ascolto che si tramuta in obbedienza (e sequela). All'ascolto della
Parola si unisce il desiderio di vedere il volto di Dio. L’udito attesta la
chiamata personale.
La
vista offre la visione del percorso e permette di situarsi nel progetto di Dio
nella storia. In Giovanni, credere è ascoltare e vedere: “se crederai vedrai la
gloria di Dio” Gv 11,40, “davanti al sepolcro vuoto vide e credette” Gv 20,8. Gesù
è Parola fatta carne e nel suo volto vediamo il Padre.
La
verità che si discute nella fede è centrata sull'incontro con Gesù, sulla
contemplazione della sua vita, sulla percezione della sua presenza. La luce
dell’amore nasce quando siamo toccati nel cuore (Agostino “toccare con il cuore
questo è credere”) e Gesù ci tocca nei sacramenti. Solo quando siamo conformati
a Gesù abbiamo occhi adeguati per vederlo.
Fede e ragione. Il desiderio della visione del tutto.
Nella
Fides et ratio Giovanni Paolo II dice
che la fede e la ragione che si rafforzano a vicenda.
La
fede cristiana annuncia la verità dell’amore totale di Dio e apre alla potenza
di questo amore, che penetra l’uomo nel profondo, chiamandolo ad amare per
rimanere nella luce.
Mossi
dal desiderio di illuminare tutta la realtà, cercando di amare con l’amore di
Dio, i primi cristiani trovarono nel mondo greco, affamato di verità, un
partner idoneo per il dialogo (incontro del messaggio evangelico col pensiero
filosofico).
In
Agostino, la ricerca della ragione e il desiderio di verità sono integrati nell'orizzonte
della fede. Dio è luce che dà un nuovo orientamento all'esistenza. Per
Agostino il momento decisivo fu l’ascolto della frase “prendi e leggi” (Rm 13).
Il Dio della Bibbia parla all'uomo, vive e cammina con lui, manifestandosi nell'ascolto
e nella risposta. E’ la “filosofia della luce”: la Parola che risplende all'interno
dell’uomo. Il desiderio della visione del tutto si compirà alla fine quando l’uomo
vedrà e amerà, ed entrerà interamente nella luce.
La luce della fede è luce incarnata. Da essa la scienza
riceve un beneficio: lo scienziato rimane aperto alla realtà in tutta la sua
ricchezza. La fede risveglia il senso critico, la meraviglia davanti al
mistero del creato, allarga gli orizzonti della ragione (apertura mentale) e
illumina il mondo.
Luce per la ricerca. La luce della fede illumina anche il
cammino di chi cerca Dio. L’uomo religioso, in cammino e pronto a lasciarsi guidare,
cerca di conoscere i segni di Dio nella quotidianità. Dio è luminoso e può
essere trovato anche da coloro che lo cercano con cuore sincero (esempio dei
Magi).
L’uomo avvicinandosi a Dio non si dissolve ma diventa più
brillante
perchè, come uno specchio, ne riflette lo splendore. La fede, se ci si apre all'amore
con cuore sincero, è un cammino animato dal desiderio di luce nel buio. Chi
cammina praticando il bene si avvicina già a Dio, è già sorretto dal suo aiuto.
Fede e teologia. La fede è luce che ci invita ad esplorare l’orizzonte
che illumina. La teologia, impossibile senza la fede, è lo studio dell'autorivelazione
di Dio, è uno sforzo della ragione. Tuttavia Dio non è oggetto da conoscere, ma
è soggetto che si rivela. La fede retta orienta la ragione ad aprirsi alla luce
di Dio affinché guidata dall'amore per la verità possa conoscere Dio in modo
più profondo. Occorre umiltà per lasciarsi toccare da Dio ed esplorare le
ricchezze del suo mistero. La teologia deve essere al servizio della fede e di
tutti i cristiani, anche più semplici. Il magistero non deve essere considerato
un limite, ma un contatto con la fonte originaria.
Fede e Chiesa: da ascolto e visione a trasmissione. La fede si trasmette come
parola e come luce. La parola ricevuta si fa risposta e confessione, risuona
per gli altri invitandoli a credere. La luce di Gesù brilla sul volto dei
cristiani e si diffonde e la fede si trasmette da persona a persona.
La fede nasce da un incontro che avviene nella
storia e illumina il nostro cammino nel tempo: catena ininterrotta di
testimonianze che parte da Gesù.
La
persona ha una coscienza relazionale. Non si può credere da soli: chi crede non è
mai solo. Nella Chiesa viene conservata
la testimonianza e la memoria (azione dello Spirito “che ricorda” Gv 14,26) e
ci rende contemporanei di Gesù. La Chiesa, tramite la tradizione apostolica, e
la famiglia trasmettono la fede.
La
fede ha bisogno di un ambito in cui si possa comunicare. Ciò che si trasmette è
luce nuova che nasce dall'incontro con Dio, una luce che tocca la persona nel
suo cuore coinvolgendola completamente.
La
fede ha una forma ecclesiale e non privata: nasce dall'ascolto e cresce nell'annuncio
e nelle opere, è l’Amore che ci attira a Gesù, e dona la luce agli occhi.
Il tesoro della Chiesa.
1 - Sacramenti come mezzo della fede. Battesimo, nascita
nella fede.
Nel Battesimo, in cui diventiamo nuove creature e figli di Dio (una rinascita),
riceviamo una dottrina. L’acqua (simbolo di morte e di vita) del Battesimo è
fedele e sicura perché la fonte è Gesù. Passaggio dall'io ad un Io più grande
(espansione dell’io). L’azione di Gesù ci tocca. Eucaristia, nutrimento della
fede. È l’Incontro con Gesù che dona se stesso e genera vita. E’ un
atto di memoria e di attualizzazione del mistero, anticipa il futuro ma è l’oggi
del mistero.
2 - Il Credo, con la sua struttura trinitaria e
cristologica. Il Dio comunione, scambio di amore tra Padre e Figlio nello
Spirito Santo, è capace di abbracciare la storia dell’uomo e Gesù lo introduce
alla comunione col Padre (principio e fine)
3 - Padre Nostro (e la preghiera), per vedere il Padre con
gli occhi di Gesù.
4 - I 10 comandamenti (e il discorso della montagna), per uscire dall'io
autoreferenziale ed entrare in dialogo con Dio, lasciandosi abbracciare dalla
sua misericordia.
L’unità nella verità c’è solo nell'amore. Leone Magno: “se la fede
non è una non è fede”. Una fede, un Signore, un Dio, uno Spirito Santo, un
corpo (la chiesa che vigila sul deposito della fede).
Fede e bene comune. La fede non è un freno, né per la
scienza né per la società, ed illumina i rapporti umani e il vivere sociale.
La
lettera agli Ebrei fa risaltare la fede dei Patriarchi e dei giusti nell'Antico
Testamento. La loro solidità viene solo dal Dio Amen. La fede illumina
interiormente ed esteriormente nei rapporti con gli uomini.
La
luce della fede è al servizio della giustizia e della pace, cammino e pratica
verso la pienezza dell’amore, dà valore alle relazioni umane, e non allontana
dal mondo.
La fede è un bene per tutti, è un bene comune, non solo per la Chiesa,
ma anche per la società per un futuro di speranza.
Importanza della famiglia per la società. Il fondamento dei
rapporti è l’amore di Dio. Dio benedice la discendenza di Abramo, ovvero la
trasmissione da genitori e figli. La famiglia è il primo ambito in cui la fede
illumina. La famiglia nasce nel matrimonio, nell'amore tra uomo e donna,
capaci di generare una nuova vita. Uomo e donna nella loro diversità si
promettono amore, vissuto in corpo e anima, per la vita. Promettersi amore per
sempre è possibile solo se si scopre un disegno più grande dei propri progetti,
che ci sostiene e ci permette di donare l’intero futuro alla persona amata. La
fede accompagna tutte le tappe della vita, ed assimilata in famiglia, diventa
luce per i rapporti sociali.
I giovani hanno un desiderio di vita grande, l’incontro
con Cristo le dona una speranza che non delude. La fede non è un rifugio per
gente senza coraggio ma dilatazione della vita, vocazione all'amore.
Fondamento della fraternità e della dignità umana.
Nella
modernità di costruisce la fraternità fondata sull'uguaglianza. Ma se privata
dal riferimento ad un Padre comune non sussiste: questa è la vera radice della
fraternità. Grazie alla fede capiamo la dignità della persona, non così
evidente nel mondo antico.
La
fede biblica è basata sull'amore di Dio e sul suo disegno di salvezza che
abbraccia tutta l’umanità, che ha come vertice l’incarnazione, morte e
resurrezione di Gesù. Oscurando questa realtà manca il criterio che rende
preziosa la vita, la sua responsabilità, oppure l’uomo pretende di essere
arbitro assoluto
La
natura e il creato sono da rispettare perché sono un dono.
Fede nella sofferenza. San Paolo dice che è
nella debolezza e nella sofferenza che emerge e si scopre la potenza di Dio, e
l’annuncio diventa più convincente.
La
sofferenza non può essere eliminata, ma può ricevere un senso, può diventare un
atto d’amore, affidamento e tappa di crescita nella fede e nell'amore, anche
contemplando l’unione di Gesù col Padre sulla croce. Saremo saldi anche nel
passo definitivo.
Francesco
d’Assisi e Madre Teresa sono mediatori di luce nella sofferenza.
Non si può spiegare ogni male: la fede non è luce che
dissipa tutte le nostre tenebre, ma lampada che guida i nostri passi. Dio non dona un ragionamento
che spiega tutto, ma offre la sua risposta ovvero presenza che accompagna, per
aprire un varco di luce.
Speranza e ottimismo. Il servizio della fede al bene comune è
servizio di speranza. Con fede, speranza e carità, il futuro è certo e pende un
nuovo slancio: non facciamoci rubare la speranza dalle proposte illusorie degli
idoli di questo mondo. Prendiamo come esempio Maria: in essa si compie la
storia di fede dell’Antico Testamento. Essa è parola ascoltata, accolta e
custodita. La sua vera maternità ha assicurato al Figlio di Dio una vera storia
umana, una vera carne nella quale morirà sulla croce e risorgerà dai morti.
Tratto dall'encliclica Lumen Fidei.
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