IV
Domenica di Pasqua 2013
Cosa ci lasciano queste letture?
Il Vangelo di Cristo è rivolto a tutti, non solo a Israele. Noi cristiani apparteniamo al Signore, siamo suoi testimoni, siamo suo popolo, suo gregge: siamo suoi e ci conosce per nome.
Il Signore è buono, pieno di misericordia per noi, e il suo amore è per sempre. E’ il buon Pastore che dona la vita per le sue pecore, e col suo sangue versato ci lava dal peccato, rendendoci candidi.
Nel brano di Atti 13,
Paolo e Barnaba, colmi di Spirito Santo, sono in missione in Turchia, ad
Antiochia di Pisidia. L’episodio comprende due sabati consecutivi alla Sinagoga
del paese.
Nel primo sabato (che non compare
nella liturgia di oggi) Paolo viene invitato a prendere la parola e con un suo
discorso mostra come le promesse fatte ai padri di Israele si sono compiute con
la resurrezione di Gesù Cristo: Dio fattosi uomo, come noi, tranne che nel
peccato, è venuto per perdonare i nostri peccati, cosa che la sola Legge non
può fare. Dopo il discorso molti giudei li seguirono.
Il secondo sabato molta gente era
venuta per ascoltare Paolo e Barnaba, e questo fatto ingelosisce i giudei che
li contrastano. Tuttavia Paolo e Barnaba, con sicurezza, dissero:
- «Era necessario che fosse proclamata prima di tutto a voi la parola di Dio, ma poiché la respingete noi ci rivolgiamo ai pagani.
- il Signore chi ha ordinato: “Io ti ho posto per essere luce delle genti, perché tu porti la salvezza sino all’estremità della terra”».
rif Gv 8,12 Gesù dice: Io sono
la luce del mondo chi segue me non camminerà nelle tenebre ma avrà la luce
della vita. Quindi richiama il mandato evangelico degli apostoli che devono
essere LUCE.
Dopo queste due frasi i pagani fanno
festa, perchè chi crede nel Signore è destinato alla vita eterna, alla salvezza.
Papa Francesco ha dato una bella definizione di salvezza cristiana: quell’amore
di Dio che attraverso il suo Figlio unigenito «si è fatto uno di noi, ha
camminato con noi».
I giudei li cacciano violentemente, così Paolo
e Barnaba fuggono, ma con gioia e pieni di Spirito. Così come Pietro e
gli apostoli, la scorsa domenica, se ne andarono via dal Sinedrio, “lieti di
subire oltraggi per il nome di Gesù”.
Questo episodio ricorda quello di Gesù
alla Sinagoga di Nazareth. Quel rifiuto provocherà la diffusione del Vangelo
presso i pagani.
Ora dobbiamo prendere confidenza con le
parole: agnello pastore pecore recinto.
Proviamo a immaginare la scena di Apocalisse
7: Abbiamo 4 angeli, uno per ogni angolo della terra, pronti a distruggerla
a causa del suo peccato.
Ma arriva un 5° angelo che li ferma,
perchè deve ancora essere impresso il sigillo sulla fronte dei servi di Dio. Il
sigillo viene impresso prima ai discendenti delle 12 tribù di Israele, poi (e
veniamo al brano di oggi) ad una moltitudine di genti che provengono da ogni
parte della terra. Sono tutti in piedi davanti al trono su cui siede l’Agnello,
da cui proviene la salvezza.
Ad un tratto compare un gruppo diverso
dagli altri: sono tutti vestiti di bianco.
L’Agnello li riconosce: sono quelli che
vengono dalla tribolazione, dalla persecuzione, che hanno LAVATO LE LORO VESTI
RENDENDOLE CANDIDE CON IL SANGUE DELL’AGNELLO.
Ma come si fà a lavare una veste col
sangue? E’ il battesimo: grazie al sangue versato da Cristo in croce la nostra
veste ritorna candida.
Ora questi sono al servizio quotidiano
dell’Agnello, il quale stenderà su di loro la sua tenda (la sua Chiesa) e li
proteggerà. >> riff. alla tenda nel deserto di Mosè e degli ebrei
Infatti non avranno più fame e non
avranno più sete, perchè l’Agnello sarà il loro pastore e li guiderà alle fonti
delle acque della vita. >> riff. Ratzinger quando si è dimesso >>
E’ Cristo che guida la Chiesa verso la salvezza!
e asciugherà ogni lacrima dal loro viso. >>
riff pensiamo a quante volte nei vangeli il peccatore piange e Gesù aciuga le
lacrime con la sua croce per il perdono dei peccati.
Ora siamo al Vangelo: E’il capito del
buon pastore
Nota: traduzione dal greco KALOS significa
bello. >> il bel pastore.
Il capitolo 10 si inaugura con queste
parole di Gesù:
io
sono la porta delle pecore, e chi entra nella porta sarà salvato
io
sono venuto per donare la vita in abbondanza
io
sono il buon pastore (annunciato da Ezechiele, un pastore che
non disperde ma protegge.)
Durante questa settimana liturgica Gesù
ci dice
Io
sono il pane di vita disceso dal cielo
In pratica Gesù svela la sua identità, ma
i giudei ancora non lo riconoscono come Messia. Loro non hanno creduto perchè non
fanno parte delle sue pecore.
Se aggiungiamo che queste parole vengono
dette durante la festa della Dedicazione del tempio, tutte le volte che Gesù
dice “Io sono” consacra se stesso come altare del tempio su cui avvengono i
sacrifici. Gesù, usando le figure dell’antico testamento, si consacra Messia e
tutt’uno col Padre.
Qui giungiamo al brano di oggi
Gesù dice:
le
mie pecore mi ascoltano e io le conosco
io
do loro la vita eterna, non andranno perdute, nessuno le strapperà dalla mano
del Padre
io
e il padre siamo una cosa sola
queste frasi suonano ai giudei come una bestemmia.
Questo brevissimo brano è denso di
riferimenti :
Proverbi >> i malvagi non
comprederanno la giustizia, ovvero la volontà di Dio
San Paolo ai Romani dice >> siamo
giustificati da Cristo, chi ci separerà dal suo amore?
Deuteronomio >> i suoi santi sono
nelle sue mani
Sapienza >> le anime dei giusti
(santi) sono nelle mani di Dio, nessun tormento li toccherà.
Possiamo concludere che in Dio, per mezzo
di Gesù, siamo salvi.
Infine, Tutti e tre i brani proposti hanno
un riferimento a Isaia 49, che è uno dei canti del Servo del Signore, che noi
identifichiamo in Gesù. Qui è Dio, che tramite Isaia, parla e si rivolge al
popolo:
Io
ti renderò luce delle nazioni perchè porti la mia salvezza fino all’estremità
della terra. Il Signore riscatta chi è disprezzato. Venite fuori dalle tenebre,
pascolate per tutte le strade, non avrete più fame, nè sete, nè arsura perchè
sarete guidati da colui che ha misericordia e vi condurrà alle sorgenti dell’acqua.
Il Signore consola e ha misericordia per il suo popolo.
PRIMA
LETTURA (At
13,14.43-52)
Ecco, noi ci rivolgiamo ai pagani.
Ecco, noi ci rivolgiamo ai pagani.
SALMO
RESPONSORIALE (Sal
99)
Rit: Noi siamo suo popolo, gregge che egli guida.
Rit: Noi siamo suo popolo, gregge che egli guida.
SECONDA
LETTURA (Ap
7,9.14-17)
L’Agnello sarà il loro pastore e li guiderà alle fonti delle acque della vita.
L’Agnello sarà il loro pastore e li guiderà alle fonti delle acque della vita.
Canto
al Vangelo (Gv 10,14)
VANGELO
(Gv 10,27-30)
Alle mie pecore io do la vita eterna.
Alle mie pecore io do la vita eterna.
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