(ndr) con piacere ho ritrovato nel mio PC questa riflessione che avevo fatto durante i lavori del Consiglio Diocesano, nel gruppo dei giovani. Sono passati già 5anni...
Di Filippo Maria Gibellini.
I 5 ambiti:
Affettività
L’amicizia e l’amore sono sentimenti universali non solo di noi cristiani. Anche se, noi cristiani ne siamo consapevoli, che vivere questi sentimenti con Gesù sia meglio.
Perché allora anche noi cristiani abbiamo paura di amare e paura di far vedere che amiamo in maniera differente dagli altri, che c’è qualcosa di più... Questa è un’autocritica perché spesso siamo bravi a parole e meno nei fatti.
Il tema dell’affettività sembra poi un tabù, soprattutto per gli adulti, facendo si che i giovani non facciano domande e si comportino come la tv o il gruppo insegna loro. Non siamo certo a che fare con una televisione che fa audience trasmettendo “lectio divina” della Bibbia…
Esperienze come ritiri, campeggi e pellegrinaggi sono molto importanti nell’esperienza di una persona, se vissuti con intensità. Il laico si deve mettere in testa che deve essere lui l’artefice di quelle attività pastorali, che solo i preti non possono portare avanti da soli, visto che sono sempre meno numerosi e meno “simpatici” alla società.
Il laico protagonista del buon esempio, amando il prossimo. Protagonista non per farsi bello davanti a tutti, ricordandoci che siamo stati creati per amore e per amare, fino alla fine. Non sembriamo neanche cristiani, quando assistiamo ai consigli pastorali parrocchiali: invidie, dissapori e litigi… Non parliamo poi quando bisogna organizzare le sagre…
Talvolta l’adulto apprezza solo quei cristiani che sono già bravi, escludendo chi ancora non ha capito la bellezza della fede nel Vangelo. La comunità diventa così chiusa e impermeabile alle diversità: esclude.
I sentimenti di amicizia e amore sono i più belli che un uomo possa vivere. Compito di preti e laici cattolici, è far capire che l’amore è più bello, se vissuto con Gesù.
Proposta: Il sacerdote dovrebbe sfruttare di più la carta “laico”, senza trincerarsi dietro alle verità che solo lui può conoscere. Bisogna puntare l’attenzione sulla famiglia cristiana, cosa che un sacerdote non può vivere (anche se la sua famiglia può essere l’intera parrocchia), ma che può utilizzare come esperienza di affettività in Gesù.
La famiglia sul modello cattolico deve essere il cardine della società e prima esperienza della vita affettiva. La sfida della chiesa e del cattolico è la difesa di questa famiglia.
Trasmissione
Proposta: La chiesa dovrebbe essere più presente nel settore delle telecomunicazioni. Perché non avere un canale televisivo a livello nazionale, viste le ultime liberalizzazioni rivolte al digitale terrestre…
Inoltre la Chiesa deve favorire il diaconato e altre forme di responsabilizzazione del laico, ponendo particolare attenzione alla FORMAZIONE
Fragilità
Nella mia comunità non ci sono casi eclatanti di fragilità, anche se risulta molto difficile andarli a scovare, visto che chi è non-credente si sente escluso a priori, pensando che la chiesa non possa dare un servizio.
Il problema di questo tema è che lo si affronta solo dopo avere toccato con mano la fragilità propria o altrui. Solo dopo capisci quanto arricchimento ti può dare, e quanta voglia e bisogno di formazione hai. Dopo, la fragilità ti coinvolge.
L’adulto laico, per primo non deve esclude, e far capire al giovane che esistono anche gente sfortunata, che soffre, che è fragile, ma che è da amare. Dare l’esempio hai figli nell’accoglienza della fragilità, come ha fatto Gesù.
Nell’età adolescenziale, quando ci sente forti e senza problemi, è molto difficile vedere la fragilità come una risorsa personale, in cui si possa trovare Dio.
Scoprire la fragilità (se fisicamente invisibile) di una persona è un’esperienza di comunione d’amore. In noi c’è un cambiamento, perché siamo portati a mostrare il nostro lato migliore.
Proposta: Dovere della chiesa e dei sacerdoti è farsi trovare pronti alla richiesta di formazione nell’aiuto delle fragilità.
Cittadinanza
Esistono gli spazi, in qualsiasi parrocchia, per partecipare concretamente alla vita comunitaria. Il rimboccarsi le maniche, lasciando a casa protagonismi inutili, è il modo migliore per dare il proprio contributo. La chiesa ne ha bisogno… (far del bene senza tornaconto).
Le istituzioni dovrebbero ascoltare di più i giovani e i loro disagi.
Dar loro spazio nella vita civile e politica. Si sa che il giovane ha più iniziativa e inventiva, anche se ha bisogno di essere guidato dagli “esperti della vita”. Spesso il giovane non viene considerato dagli adulti, che credono di avere la verità in tasca, solo perché più esperti.
Il problema della politica è del politico di professione che mette le radici nella poltrona.
Sempre quelli sono i nostri rappresentanti a Roma. A Modena invece se non sei di un certo colore non hai possibilità. La politica italiana di oggi è chiusa e ha perso di interesse e in consensi. Nel panorama di mille partiti non c’è n’è uno che per costituzione e per coerenza rispecchia l’ideale cattolico. O forse è giusto che non ci sia, visto che i cristiani praticanti sono ormai la minoranza della popolazione.
Proposta: La Chiesa deve creare una scuola di cultura politica cattolica, ispirandosi alle grandi figure del passato che l’Italia ha avuto l’onore di conoscere. La Chiesa lo deve fare anche per tutelare se stessa, vedendo l’assalto mediatico che subisce ogni volta che apre bocca. Semmai gettare le basi di un partito cattolico, senza violare la laicità di uno stato.
Lavoro e Festa
La domenica è il giorno di incontro col Signore. L’operare in parrocchia con attività di catechesi e di animazione aiuta molto a entrare nel clima domenicale. Non strafare però, dimenticando la propria famiglia (la prima comunità in cui bisogna operare)e non dando spazio agli altri.
Per la festa ci sono varie proposte. Animare la messa con canti più moderni per attirare i giovani. Favorire la centralità della domenica con canti preghiere e offertori. L’importanza della figura del sacerdote o del diacono. Il sacerdote può preparare la comunità al vangelo domenica con incontri o riflessioni scritte.
Meno proposte per il lavoro. Nelle nostre aziende si avverte poco la cristianità, e forse anche il cristiano fa poca “pubblicità”… Il laico deve portare un dialogo cattolico, ma anche saper rispondere alle domande che gli vengono poste dai colleghi non credenti in officine e uffici.
A volte manca il coraggio di dire di essere cristiani, perché abbiamo paura di essere discriminati.
Proposta: Importanza formazione e catechesi agli adulti, a livello diocesano o parrocchiale.
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