Considerazione interessante del direttore de "Il Foglio" che descrive l'attività del suo giornale ad un lettore:
"Noi siamo un giornalino di idee. Ci è sembrato che il cristianesimo, oltre che una fede e una vocazione apostolica in nome e per conto e attraverso la testa della chiesa, Gesù Cristo, sia anche una cultura, la più grande dell'umanità storica insieme alla sua "radice" ebraica e in parte al suo contesto ellenistico. La pensiamo come il Ratzinger teologo, e ammiriamo il ciclo paolino conciliare, tormentato e tragico, e quello giovanpaolino e benedettino postconciliare, con la sua apologetica rinnovata, la sua dogmatica molto interessante, e anche il suo buonumore chestertoniano. Abbiamo la nostra da dire e consideriamo importanti, decisivi, temi pochissimo radical-chic e politicamente molto scorretti come la difesa della vita umana da manipolazione e negazione. Il tutto a nostro modo, chi con fede e chi senza, ma senza mai ostentarla in funzione sostitutiva alla ragione, chiamata sempre semmai a dire le ragioni della fede, non a separarsene nella coscienza della chiesa e dei credenti e di chi ammira e considera preziosa la fede degli altri."
In effetti col cristianesimo la religione si fa cultura, diventa veicolo dello sviluppo integrale dell'uomo. La fede non è una scelta filosofica ma una risposta all'amore di Cristo che salva, una risposta ad una chiamata. Non è una scelta tra Dio e altre filosofie, non è adesione a valori e pratiche...
In un'altra occasione, in un colloquio col collega Massarenti, nell'introduzione all'e-book "Ratzinger teologo e pontefice", Ferrara afferma:
"E la realtà è che c’è un mondo libero, il mondo giudaico-cristiano, che ha avuto l’impronta del pensiero greco classico. [...] Il politicamente corretto, il laicismo, lo scientismo hanno trasformato, in questa ultima ondata della secolarizzazione, i principi di laicità e di criticità del pensiero in una sorta di falsa coscienza collettiva, in una cultura che obbliga, dico obbliga, a pensare per esperimenti, in base ai criteri della fattibilità. Non a pensare secondo le GRANDI regole che abbiamo ricevuto dalla GRANDE tradizione culturale dell’Occidente.Quindi con una misura che per i credenti è Dio, per i filosofi metafisici è l’Essere e per noi cittadini comuni è una misura del bene e del male, un’etica. Ma non un’etica privata, non una ragion pratica
che vede la morale dentro l’io. No, un’etica pubblica..."
Nessun commento:
Posta un commento