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lunedì 13 gennaio 2025

​ La Vera Ricchezza: Apparire o Essere?

Oggi si fraintende spesso il concetto di ricchezza: non si tratta di ciò che è visibile, ma di ciò che garantisce libertà e serenità. Molti cercano di apparire ricchi ostentando beni di lusso, ma dietro a questa facciata si nascondono spesso debiti e stress finanziario. Al contrario, chi possiede una vera stabilità economica tende a vivere con discrezione, senza il bisogno di dimostrare nulla.

Viviamo in una società in cui l'apparenza è centrale, alimentata dai social media e dalla pubblicità, che ci spingono a misurare il successo attraverso il lusso. Tuttavia, il denaro non deve essere un mezzo per impressionare gli altri, ma uno strumento per conquistare libertà e opportunità.

Molti cadono nella trappola del consumismo, acquistando beni superflui per cercare approvazione. Questo comportamento, più che portare felicità, conduce a debiti e insoddisfazione. Chi comprende il vero valore del denaro sceglie invece di investire in esperienze che arricchiscono la vita: viaggi, momenti speciali con amici e familiari, e crescita personale.

La vera ricchezza si costruisce con scelte intelligenti e uno stile di vita sobrio. Risparmiare e investire oggi consente di vivere domani senza vincoli economici, concentrandosi su ciò che conta davvero.

In conclusione, il denaro è un mezzo, non un fine. Sprecarlo per impressionare chi non conosciamo è un errore. La libertà e la felicità derivano dal fare scelte consapevoli, orientate a una vita più ricca di significato, non di apparenza. La sobrietà non è una rinuncia, ma una strategia per raggiungere una soddisfazione profonda e duratura.

sabato 11 gennaio 2025

Riflessioni Letterarie di Franco Nembrini: LEOPARDI.

Dobbiamo sfatare una certa immagine che la tradizione scolastica italiana ci ha consegnato, quella di Leopardi pessimista. È' per me una definizione ingiusta. I veri pessimisti vengono tutti dopo di lui: Verga, Pirandello, eccetera. Leopardi, mentre sembra parlar male della vita e ne denuncia gli aspetti di dolore, disfacimento, corruzione, mortalità, pesca da queste considerazioni una nostalgia profonda di eterno e di infinito. La definizione per me più adeguata è "realismo".


Leopardi è attento ai desideri più profondi del cuore, ai desideri più profondi dell'uomo, a quel desiderio di felicità, di beni, di bellezza, a cui tutti siamo chiamati, vocati, destinati. 

Per Leopardi il maggior segno di nobiltà e grandezza che si vede nella natura umana è la noia. La noia di Leopardi è il sentimento che nasce nell'uomo quando constata l'inadeguatezza di un oggetto a renderlo felice. Io mi rendo conto di essere desiderio quando c'è un oggetto davanti a me che si propone come bene e mi attira. Quell'oggetto mi suscita il desiderio e, invece, nel momento in cui lo stringo, è una fregatura, perché il desiderio più grande esige altro: esige l'infinito e l'eterno. È una delusione mortale. Nulla soddisfa il desiderio.


venerdì 10 gennaio 2025

Riflessioni Letterarie di Franco Nembrini: I PROMESSI SPOSI.

La frase "Che c'è da allegro in questo maledetto paese?" deriva dall'episodio dei Promessi Sposi della conversione dell'Innominato, che, in una notte tribolatissima, sente fuori dal castello un vociare di popolo. Perché a volte sentiamo la vita come una maledizione, come un male. Il mondo sembra privo di bene, sembra che non ci sia più alcuna virtù e che sia coperto di male. Un annuncio così è per tutti, per l'uomo confuso e smarrito, e per i giovani in particolare. Non sentiremmo con tanto dolore e con tanta fatica questo male, se non fosse perché contraddice qualcosa che in noi è profondo e costitutivo: la speranza di un bene possibile. È proprio perché siamo fatti per il bene, per la gioia, per un compimento, per una vita grande, lieta e buona, che sentiamo il male con dolore e con fatica.

Perché la vita è veramente una promessa. L'uomo viene al mondo e percepisce sé e la vita come una promessa di bene. Il Benedictus e il Magnificat sono la risposta anticipata alla domanda dell'Innominato: "Ma cosa c'è da magnificare in questa giornata, in questa vita così piena di male, di errori e di orrori?" La Chiesa ci fa dire: "Benedetto" e "Magnifica". Benediciamo il Signore, e la nostra anima magnifica il Signore perché ha mantenuto la sua promessa. Perché c'è la vittoria sul male. Occorre intravedere la vita come una promessa mantenuta. Nei Promessi Sposi, si parte dall'esperienza del male per scoprire che, invece, la vita è questa promessa di bene che Dio mantiene. E la mantiene nella storia, non nell'aldilà, ma nella vita di tutti i giorni.


mercoledì 8 gennaio 2025

Riflessioni Letterarie di Franco Nembrini: MIGUEL MANARA.

Miguel Manara è un giovane nobile che trascorre le proprie giornate pensando ai piaceri e al divertimento. Si innamora di Gerolama, una ragazza docile e forte allo stesso tempo, diversa, un'anima retta. Per amor suo, l'uomo decide di cambiare vita e si converte. I due si sposano, ma la giovane muore dopo soli tre mesi. Miguel rischia di impazzire: vaga per molto tempo in preda alla disperazione, finché non approda al convento. Miguel Manara muore in odore di santità.

Quest'opera è significativa e tratta del passaggio dal buio alla luce. La luce non è mai una conquista definitiva: la vita cristiana obbliga all'impegno quotidiano, a scegliere costantemente tra il buio e la luce, in un'incessante lotta tra la verità e la menzogna che ci vede protagonisti ogni giorno.


domenica 5 gennaio 2025

Riflessioni Letterarie di Franco Nembrini.

 "Che c'è di allegro in questo maledetto paese?"

Milosz, Manzoni, Leopardi: un dialogo serrato tra Dio e l'uomo moderno.


dalla postfazione di Don Fabio Rosini:

Leggere grandi capolavori della letteratura non per fare discorsi eruditi, ma per andare al fondo del senso che racchiudono. Una bellezza che non ha nulla a che fare con le nozioni imparate a scuola. La grazia di Dio, a patto che vogliamo ascoltarla, continuerà a indirizzare la vita umana. Occorre prendere coscienza del vuoto che ci portiamo dentro, del fatto che questo vuoto non può essere la verità. Quando compare anche solo una parola che fa accendere una piccola luce, è fatta, non ci vuole molto. Questa luce sta lì che aspetta nel profondo del nostro cuore, anche nei momenti di dolore più assoluto. Di fronte alla sofferenza proviamo un senso di ribellione, eppure anche in quei momenti quella luce sta lì che aspetta. 

Nel Miguel Manara, il peccato è già pieno di se stesso, perché passare la vita a fare stupidaggini e cattiverie non rende felici. Peccare non è mai una passeggiata, rende profondamente infelici. Nella vita, le cose dobbiamo desiderarle. 

Nei Promessi Sposi, Manzoni adopera il suo romanzo per riflettere sulla Misericordia, la quale è una radicale necessità della nostra vita: senza Misericordia non si può fare nulla. Se manca la Misericordia, possiamo sostituirla solo con deboli surrogati come la buona educazione, le norme e la gentilezza. Senza la Misericordia, la gentilezza diventa falsità, l'accoglienza diventa buonismo. La Misericordia, invece, sa di Eternità perché essa è Dio stesso. Da Renzo e Lucia possiamo imparare che tutte le cose che ci accadono, anche le peggiori, hanno un senso iscritto nel disegno di Dio, che senza dubbio ci aiuterà a superare ogni ostacolo e ogni pericolo. Don Abbondio è posto di fronte ai pericoli della vita, ma li vive in modo opposto a Renzo: li evita. Dal colloquio tra l'Innominato e il Cardinal Borromeo possiamo trarne un'altra grande lezione: prima o poi il potere mondano dovrà ammettere la propria inferiorità rispetto a quello celeste. 

Con Leopardi abbiamo potuto ritrovare quella ricerca ansiosa, a volte disperata, di Dio che abita da sempre il cuore di ogni uomo. Leopardi aveva una percezione molto seria della parola di Dio: non solo conosceva l'ebraico, ma tradusse dall'ebraico tutti i salmi. Il Canto notturno di un pastore errante dell'Asia è accostabile alla storia di Abramo. Le difficoltà, a volte, sono necessarie affinché la nostra fede venga messa alla prova, altrimenti rimarrà piccola. Anche i momenti più brutti della nostra vita rientrano nella Provvidenza: siamo noi che non dobbiamo perdere la speranza. Leopardi ci aiuta a mantenere desta la nostra meraviglia di fronte al mistero della vita, senza cadere nel torpore della superficialità. 

Scrittore e lettore in una comune ricerca della verità: solo così la letteratura può diventare parte integrante della nostra crescita spirituale, della nostra vita di cristiani. È importante che conserviamo questo gusto per le cose belle, per l'arte e la letteratura, mantenendo vivo il nostro amore per la bellezza, che è la bellezza di Dio, allenando la nostra capacità di osservare l'intimo delle cose, della realtà. La lettura, specie se di grandi opere, allena la nostra capacità di guardarsi dentro ed interrogare ed indirizzare lo sguardo verso i nostri desideri, i nostri bisogni e soprattutto verso quel desiderio che più forte di tutti arde nei nostri cuori.

venerdì 3 gennaio 2025

Conversioni ?

"Oggi non ci sono più ragioni filosofiche forti per essere atei" (Gianni Vattimo). 

"Niente è più ribelle che entrare nella chiesa cattolica" John Fosse (nobel 2023, convertito)

Alcuni intellettuali sono affascinati da Gesù, ma restano atei, altri si convertono. 

Negli ultimi tempi si è registrato un crescente interesse per il cristianesimo anche tra intellettuali dichiaratamente atei o agnostici. Alcuni, come Massimo Cacciari, evidenziano il valore universale delle parole del Vangelo e lamentano la progressiva "scristianizzazione" della società. Altri, come Jon Fosse, Premio Nobel per la letteratura 2023, o lo storico Niall Ferguson, hanno compiuto un percorso di conversione, sottolineando il valore ribelle e controcorrente di abbracciare la fede cattolica in un contesto dominato dal relativismo.

Secondo Gianni Vattimo e Augusto Del Noce, le principali teorie filosofiche moderne, come il positivismo e il marxismo, non hanno eliminato la religione, ma hanno mostrato i propri limiti. Questo ha aperto nuove riflessioni sul cristianesimo come risposta al bisogno di senso e trascendenza. Tuttavia, molti intellettuali rimangono affascinati dalla figura di Gesù e dalla Chiesa, senza però abbracciare pienamente il mistero del soprannaturale.

Questo fenomeno riflette una crisi del razionalismo moderno, incapace di rispondere alle domande ultime dell'uomo. Conversioni come quelle di Fosse e Ferguson segnano un possibile cambiamento culturale, indicando che la modernità non è necessariamente avviata verso il trionfo dell'ateismo.



mercoledì 1 gennaio 2025

Maria, vera donna, madre ed educatrice

Suor Anna Monia Alfieri, in un discorso tenuto a Termoli il 1° maggio 2024, ha riflettuto sul ruolo fondamentale di Maria nella storia della salvezza e nella vita della Chiesa. In relazione all'effigie della Madonna di Fatima presente durante l'evento, sottolineando l'importanza del messaggio di conversione e amore che essa trasmette.

Suor Anna Monia ha evidenziato come, attraverso la storia, diverse donne, sia nell'Antico Testamento che nel Nuovo, abbiano avuto un ruolo cruciale nella collaborazione con Dio per il bene dell'umanità. In particolare, ha posto l'accento su Maria di Nazareth, il cui "sì" all'arcangelo Gabriele ha dato inizio al rinnovamento dell'umanità e l'ha resa un modello insostituibile per tutti i credenti. Maria, infatti, è presentata come un esempio di educatrice e madre, che conosce profondamente il Figlio e si affida completamente a Lui, dimostrando forza e coraggio nelle difficoltà.

Suor Anna Monia ha inoltre discusso la questione della valorizzazione della donna all'interno della Chiesa, esprimendo la sua convinzione che non ci sia una reale discriminazione ma piuttosto una complementarità tra i ruoli maschili e femminili. Ha sottolineato l'importanza di superare visioni divisive e ha lodato l'approccio di Papa Francesco nel rendere la Chiesa meno "clericale" e più inclusiva delle qualità del genio femminile.

Infine, Suor Anna Monia ha parlato del ruolo educativo della Chiesa, ricordando la sua lunga tradizione in questo campo e criticando la tendenza a diluire il messaggio evangelico in nome del politicamente corretto. Ha esortato a riscoprire le radici della fede e a proporre nuovamente ai giovani un'educazione basata sui valori cristiani, seguendo l'esempio di Maria, per formare persone aperte alla vita e al dialogo. Ha concluso con un richiamo all'importanza dell'amore verso Dio e il prossimo, incarnato perfettamente nella figura di Maria.