"Oggi non ci sono più ragioni filosofiche forti per essere atei" (Gianni Vattimo).
"Niente è più ribelle che entrare nella chiesa cattolica" John Fosse (nobel 2023, convertito)
Alcuni intellettuali sono affascinati da Gesù, ma restano atei, altri si convertono.
Negli ultimi tempi si è registrato un crescente interesse per il cristianesimo anche tra intellettuali dichiaratamente atei o agnostici. Alcuni, come Massimo Cacciari, evidenziano il valore universale delle parole del Vangelo e lamentano la progressiva "scristianizzazione" della società. Altri, come Jon Fosse, Premio Nobel per la letteratura 2023, o lo storico Niall Ferguson, hanno compiuto un percorso di conversione, sottolineando il valore ribelle e controcorrente di abbracciare la fede cattolica in un contesto dominato dal relativismo.
Secondo Gianni Vattimo e Augusto Del Noce, le principali teorie filosofiche moderne, come il positivismo e il marxismo, non hanno eliminato la religione, ma hanno mostrato i propri limiti. Questo ha aperto nuove riflessioni sul cristianesimo come risposta al bisogno di senso e trascendenza. Tuttavia, molti intellettuali rimangono affascinati dalla figura di Gesù e dalla Chiesa, senza però abbracciare pienamente il mistero del soprannaturale.
Questo fenomeno riflette una crisi del razionalismo moderno, incapace di rispondere alle domande ultime dell'uomo. Conversioni come quelle di Fosse e Ferguson segnano un possibile cambiamento culturale, indicando che la modernità non è necessariamente avviata verso il trionfo dell'ateismo.
Nessun commento:
Posta un commento