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giovedì 24 febbraio 2011

Fate questo in memoria di me

Fate questo in memoria di me” dice Gesù istituendo l’Eucaristia (1Cor 11,23-25; Lc22,19-20; Mt26,26-29; Mc14,22-25).

La fedeltà all’Eucaristia, è, per il credente, il momento centrale della sua adesione a Gesù.
Il Battesimo è il seme. L’Eucaristia è il frutto, il centro della vita e del culto della Chiesa.
Nell’Eucaristia si ha la manifestazione più alta di Dio che santifica il mondo in Gesù ed è la risposta di fede più aperta e significativa con cui la Chiesa rende culto a Gesù. Gesù è la nostra Pasqua e il pane vivo; mediante la sua carne animata dallo Spirito Santo ridà la vita agli uomini che sono invitati a offrire al Padre se stessi, il proprio lavoro e tutte la cose create.
Gesù nell’Eucaristia si fa tutt’uno con i credenti. Questa intima comunione tra le persone divine e la Chiesa, tra Trinità e cristiano, si compie anche negli altri sacramenti, ma in modo eminente nell’Eucaristia, perché con essa Gesù ha voluto realizzare la Nuova Alleanza tra Dio e il suo popolo.
Lc 22,20 -> allusione alle antiche profezie Ger 31,31-33. Con il suo sangue versato Gesù da compimento a questa alleanza tra il Padre, i discepoli e l’umanità, Gesù pone il suo sangue. Lui si dona in atto d’amore al Padre e ai suoi fratelli di carne c’è ora un vincolo nuovo.
Nell’Eucaristia il popolo di Dio si incontra con Gesù, garante di questa comunione-alleanza è lo Spirito Santo (Ez 36,26-27).

Rivestiti di grazia “rendiamo grazie”. La celebrazione è lode e ringraziamento alla Trinità. Per questo la Chiesa sin dai suoi inizi ha chiamato questo sacramento “Eucaristia”, ovvero rendimento di grazie.
L’Eucaristia anticipa il grande banchetto del regno, verso il quale la Chiesa pellegrina su questa terra, è diretta. Nell’Eucaristia Gesù è qui ora, presenza che è anticipo di quel Regno che verrà alla fine dei tempi quando tornerà glorioso per portare a compimento ogni cosa. L’Eucaristia si colloca sulla linea che va dal mistero pasquale di Gesù alla Parusia (compimento finale della salvezza 1Cor 11,26; Lc22,14-18).
Vero cibo e vera bevanda. Gesù non ci dona pane e vino come simbolo del suo corpo e del suo sangue, ma si fa nostro cibo nella realtà del suo corpo (Mt26,26). L’Eucaristia non è solo un gesto di buona volontà dei credenti che esprime comunione con Dio e con gli uomini, ma è il segno visibile della presenza reale di Gesù e del suo sacrificio.
Gesù si fa presente realmente sotto le apparenze del pane e del vino per unire a se in comunione di vita quanti ne partecipano. Una vita che è germe e inizio di risurrezione (Gv 6,48-51,54-57).
Gesù è presente nella sua Chiesa in diversi modi:
-nell’assemblea riunita (Mt 18,20)
-nella sua parola
-nei sacramenti (in cui agisce e mediante lo Spirito Santo salva il suo popolo)

Nessuna di queste presenze è così piena come nell’Eucaristia. L’Eucaristia contiene Gesù ed è “come la perfezione della vita spirituale e il fine di tutti i sacramenti” (San Tommaso).
Il Concilio di Trento ha accettato il termine “transustanziazione” per esprimere la conversione singolare e mirabile di tutta la sostanza del pane nel corpo e di tutta la sostanza del vino nel sangue di Gesù.
L’Eucaristia è il segno più evidente della comunione stabilita tra Dio e i credenti. Dalla comunione nasce la comunità, che trova nella partecipazione al corpo e al sangue di Gesù il suo momento culminante.
Comunità generata dall’amore di Gesù fattosi servo dell’uomo. Gesù che nell’ultima cena lava i piedi agli apostoli, è il comandamento d’amore tradotto in pratica (Gv13,14-15,34).
L’Eucaristia, memoriale del sacrificio di Gesù, impegna i cristiani a vivere la comunione eucaristica in una comunità che opera secondo l’esempio di Gesù, per una solidarietà nuova che non ha modelli perfetti sulla terra.

Non si va all’Eucaristia perché già viviamo la piena comunione con Gesù coi fratelli, ma perché vogliamo arrivarci in grazia del suo Spirito. La comunità riunita per l’Eucaristia supplica il Padre perché mandi il suo Santo Spirito a santificare pane e vino da essa offerti, e li faccia diventare corpo e sangue di Gesù dopo la Consacrazione. La comunità prega per divenire segno di comunione (offerta viva in Gesù).
Ciò che abbiamo visto, contemplato,mangiato, non dobbiamo solo annunziarlo, ma viverlo rendendo Eucaristia tutti i nostri rapporti col mondo. Il vero culto a Dio è la vita secondo la carità “fino alla morte”. Come Gesù è in comunione con Lui.
La Chiesa fa l’Eucaristia e l’Eucaristia fa la Chiesa. Nella Messa, la Chiesa massimamente si realizza in maniera visibile.

Tratto dal catechismo per gli adulti “Signore da chi andremo”

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