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martedì 23 dicembre 2014

Solo là, dove Lui fu senza un tetto, tu ed io siamo a casa. #Chesterton #BuonNatale



Laggiù una madre senza posa camminava,
fuori da una locanda ancora a vagare;
nel paese in cui lei si trovò senza tetto,
tutti gli uomini sono a casa.
Quella stalla malconcia a due passi,
fatta di travi instabili e sabbia scivolosa,
divenne qualcosa di così solido da resistere e reggere
più delle pietre squadrate dell'impero di Roma.
Perché tutti gli uomini hanno nostalgia anche quando sono a casa,
e si sentono forestieri sotto il sole,
come stranieri appoggiano la testa sul cuscino
alla fine di ogni giornata.
Qui combattiamo e ardiamo d'ira,
abbiamo occasioni, onori e grandi sorprese,
ma casa nostra è là sotto quel cielo di miracoli
in cui cominciò la storia di Natale.
Un bambino in una misera stalla,
con le bestie a scaldarlo ruminando;
solo là, dove Lui fu senza un tetto,
tu ed io siamo a casa.
Abbiamo mani all'opera e teste capaci,
ma i nostri cuori si sono persi – molto tempo fa!
In un luogo che nessuna carta o nave può indicarci
sotto la volta del cielo.
Questo mondo è selvaggio come raccontano le favole antiche,
e anche le cose ovvie sono strane,
basta la terra e basta l'aria
per suscitare la nostra meraviglia e le nostre guerre;
Ma il nostro riposo è lontano quanto il soffio di un drago
e troviamo pace solo in quelle cose impossibili,
in quei battiti d'ala fragorosi e fantastici
che volarono attorno a quella stella incredibile.
Di notte presso una capanna all'aperto
giungeranno infine tutti gli uomini,
in un luogo che è più antico dell'Eden
e  che alto si leva oltre la grandezza di Roma.
Giungeranno fino alla fine del viaggio di una stella cometa,
fino a scorgere cose impossibili che tuttavia ci sono,
fino al  luogo dove Dio fu senza un tetto
e dove tutti gli uomini sono a casa.


Chesterton

lunedì 22 dicembre 2014

#postumano


Perché il giustificare tutto quello che può saltar in mente ad un uomo, solo perché è un suo "desiderio", indipendentemente dal significato che il suo agire ha per la vita sua, o degli altri, discende principalmente dalla mancanza totale di attribuzione di significato all'io di colui che desidera. Come ben sintetizza un altro pensatore dei nostri tempi, il padre dell'animalismo Peter Singer, quel che conta è il piacere, e non chi lo prova.

[...]

L'uomo, se da un lato scivola nell'indifferenziato mondo animale, senza poter dire in nessun modo se c'è e in cosa consista la sua specificità, dall'altro si innalza al di sopra della stessa natura, confondendo volontà e realtà. L'uomo è visto contemporaneamente come essere solo fisico o solo mentale.  Si potrebbe forse evocare l'ennesimo ritorno della gnosi.

domenica 26 ottobre 2014

Scopre il mistero di Cristo insito nel Corano e si converte.

di Camille Eid


Mariam sfidò l'accusa di «apostasia» citando il Corano - Libano. Costretta a difendersi davanti ai magistrati: ha perso il lavoro, ma ha scelto il battesimo.

venerdì 24 ottobre 2014

«Quella croce rappresenta tutti» di Natalia Ginzburg

«Quella croce rappresenta tutti» è il titolo apparso su L'Unità il 22 marzo 1988 firmato da Natalia Ginzburg.
Dicono che il crocifisso deve essere tolto dalle aule della scuola. Il nostro è uno stato laico che non ha diritto di imporre che nelle aule ci sia il crocifisso. La signora Maria Vittoria Montagnana, insegnante a Cuneo, aveva tolto il crocefisso dalle pareti della sua classe. Le autorità scolastiche le hanno imposto di riappenderlo. Ora si sta battendo per poterlo togliere di nuovo, e perché lo tolgano da tutte le classi nel nostro Paese. Per quanto riguarda la sua propria classe, ha pienamente ragione. Però a me dispiace che il crocefisso scompaia per sempre da tutte le classi. Mi sembra una perdita. Tutte o quasi tutte le persone che conosco dicono che va tolto. Altre dicono che è una cosa di nessuna importanza. I problemi sono tanti e drammatici, nella scuola e altrove, e questo è un problema da nulla. E' vero. Pure, a me dispiace che il crocefisso scompaia. Se fossi un insegnante, vorrei che nella mia classe non venisse toccato. Ogni imposizione delle autorità è orrenda, per quanto riguarda il crocefisso sulle pareti. Non può essere obbligatorio appenderlo.

lunedì 20 ottobre 2014

Lettera al figlio battezzato

Caro figliolo,

perché siamo qui oggi? 
perché abbiamo deciso di battezzarti?
La risposta è una domanda: perché privarti del tuo latte? 
Possiamo negarti la grazia e lo Spirito di Dio?


giovedì 16 ottobre 2014

Sessualità. Dono totale della persona.

Mai come oggi si parla tanto di sesso quanto poco di educazione alla sessualità. Quest'ultima viene ridotta ad uno sterile elenco di metodi contraccettivi, riducendo così l'atto sessuale ad una mera ricerca di piacere. E l'amore, l'attesa, l'impegno e il rispetto reciproco, che ruolo hanno? 

"Non nasce in un'ora il vero amore né da scintille a comando sulla pietra. Nasce, invece, lento e si propaga dopo una lunga complicità che lo rafforza. Solo così diventa invulnerabile alla noia e agli abbandoni" (Ibn Hazm).

"L'amore infantile segue il principio: amo perché sono amato. L'amore maturo segue il principio: sono amato perché amo. L'amore immaturo dice: ti amo perché ho bisogno di te. L'amore maturo dice: ho bisogno di te perché ti amo"  (E. Fromm).

 "Il tuo amore è per me più dolce e più caro di tutto il resto.  Se dovessi perdere tutto, se dovessi soffrire, non avrò paura se solo conservo il tuo amore". (San Giovanni Crisostomo)

"Non nasce in un'ora il vero amore né da scintille a comando sulla pietra. Nasce, invece, lento e si propaga dopo una lunga complicità che lo rafforza. Solo così diventa invulnerabile alla noia e agli abbandoni" (Ibn Hazm).



mercoledì 1 ottobre 2014

Preghiera per Giosuè

Signore benedici e proteggi questo bambino
fa che resti sempre a Te vicino.
Che nel suo cammino diffonda luce ed amore
e che la speranza abiti sempre nel suo cuore.

domenica 14 settembre 2014

Il libretto del Battesimo

​In anteprima il libretto della celebrazione.

Per visualizzarlo clicca qui.​

Il battesimo di Giosuè

Giosuè riceverà il Battesimo Sabato 25 Ottobre 2014 alle ore 18 presso la Chiesa di San Pietro Apostolo di Cittanova.

mercoledì 3 settembre 2014

Giosuè - 19 agosto 2014

Alle ore 16.50 a Carpi è nato un bimbo di 3,76 kg alto 52 cm di nome Giosuè.


È il nostro primogenito.


Che gioia.



Giosuè prega Dio per il popolo ebraico affinché il sole non venga oscurato
Giosuè è un personaggio biblico, le cui imprese sono narrate nel libro dell'Esodo e, soprattutto, nel libro di Giosuè.
Il nome Giosuè deriva dall'ebraico יְהוֹשֻׁעַ (Yehoshùaˁ), e significa "Dio salva", di cui Ἰησοῦς (Iesoùs, Gesù) è la trascrizione in greco.
Giosuè, figlio di Nun, della tribù di Efraim, succedette aMosè come capo degli Israeliti. Guidò le tribù ebraichenelle prime conquiste in terra di Palestina dopo l'uscita dall'Egitto.

Letture del matrimonio

Scarica qui il libretto
e la copertina


Ecco le letture che abbiamo scelto per il nostro matrimonio.



Prima Lettura. Dal libro del Deuteronomio (Dt 6, 4-13)
“Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore.”

Abbiamo scelto questa lettura anche per variare dalle “tipiche” di Genesi e Cantico dei Cantici (molto bello ma che rischia di essere percepito come troppo sentimentalista).
E’ la preghiera di Israele e del popolo eletto, e ci è piaciuto molto il riferimento alla casa e ai figli, di conseguenza alla propria famiglia in cui testimoniare la grandezza del Signore, che dona a noi gratuitamente senza alcun merito.

Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore.
Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze.
Questi precetti che oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore.
Li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando ti troverai in casa tua,
quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai.
Te li legherai alla mano come un segno, ti saranno come un pendaglio tra gli occhi e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte.
Quando il Signore, tuo Dio, ti avrà fatto entrare nella terra che ai tuoi padri Abramo, Isacco e Giacobbe aveva giurato di darti, con città grandi e belle che tu non hai edificato, case piene di ogni bene che tu non hai riempito, cisterne scavate ma non da te, vigne e oliveti che tu non hai piantato, quando avrai mangiato e ti sarai saziato, guardati dal dimenticare il Signore, che ti ha fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile.
Temerai il Signore, tuo Dio, lo servirai e giurerai per il suo nome.


Salmo 100 (99).  "L'amore del Signore è per sempre, eterna è la sua fedeltà"
Abbiamo scelto il salmo proposto dalla guida per gli sposi. Il chiaro riferimento all’amore fedele è una delle caratteristiche fondamentali dell’amore nuziale.

Acclamate il Signore, voi tutti della terra, servite il Signore nella gioia,
presentatevi a lui con esultanza.
Riconoscete che solo il Signore è Dio: egli ci ha fatti e noi siamo suoi,
suo popolo e gregge del suo pascolo.
Varcate le sue porte con inni di grazie, i suoi atri con canti di lode,
lodatelo, benedite il suo nome;
perché buono è il Signore,  il suo amore è per sempre,
la sua fedeltà di generazione in generazione.


Seconda Lettura. Dalla Prima lettera si San Giovanni Apostolo. (1Gv 3,18-24.4,7-16)
L’amore non è fatto di parole, ma di fatti e di verità.
Se ci amiamo e ci siamo innamorati abbiamo conosciuto Dio nell’altro, perché Dio è amore, è caritas, è amore vicendevole, è amore generoso che pensa prima all’altro. Grazie allo Spirito che abbiamo ricevuto nei sacramenti sappiamo che Dio è con noi.
Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa. Il comandamento dell’amore è il comandamento principe per i cristiani e a maggior ragione per gli sposi: non si crede ad un amore astratto, ma all’amore reale e storico di Gesù (anche se nessuno ha visto Dio), e il riflesso dell’amore di Cristo deve arrivare anche a noi. L’amore manifestato da Dio è l’amore pasquale di Cristo sulla croce: è l’amore perfetto che viene da Dio; è perfetto perché dona la vita: il Figlio assume su di se, per amore, tutte le nostre colpe.
E’ una lettura tipica del periodo post-pasquale assieme al vangelo di Gv 15. Ci siamo permessi di unire i due brani proposti di 1Gv3 e 1Gv4: questo per la difficoltà di scegliere a favore di uno solo.

Dio è amore, è anche il titolo di una delle encicliche di Benedetto 16, è il riassunto del vangelo: un amore pasquale che arriva a donare la vita del Figlio per il bene dei figli. Riconosciamo la grandezza di Dio e del suo amore, della sua invisibilità che ci lascia liberi di sceglierlo con l’amore. Nell’ambito della comunità giovannea si approfondisce ciò che viene detto nel Vangelo  fino a concludere che Dio è amore.
Emerge l’esigenza di semplicità, di essenzialità, del piccolo principe… in effetti l’amore è semplice e invisibile agli occhi..

Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità.
In questo conosceremo che siamo dalla verità e davanti a lui rassicureremo il nostro cuore, qualunque cosa esso ci rimproveri. Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa.
Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio, e qualunque cosa chiediamo, la riceviamo da lui, perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quello che gli è gradito.
Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato. Chi osserva i suoi comandamenti rimane in Dio e Dio in lui. In questo conosciamo che egli rimane in noi:
dallo Spirito che ci ha dato.
Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio: chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.
In questo si è manifestato l’amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui. In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.
Carissimi, se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di lui è perfetto in noi. 

In questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha donato il suo Spirito. E noi stessi abbiamo veduto e attestiamo che il Padre ha mandato il suo Figlio come salvatore del mondo. Chiunque confessa che Gesù è il Figlio di Dio, Dio rimane in lui ed egli in Dio. E noi abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi. Dio è amore; chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui. 


Alleluja (3). Se Dio è per noi chi sarà contro di noi? Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Nulla potrà mai separarci dall'amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore. (Rm8, 31b.35a.39b).
L’”alleluia” che abbiamo scelto non fa riferimento diretto al Vangelo, ma vuole significare l’affidamento a Cristo e a Dio. “Se Dio è per noi chi sarà contro di noi” potrebbe essere il nostro motto, un sostegno nei momenti di difficoltà… l’ottimismo cristiano dell’uomovivo di Chesterton.

Vangelo. Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 15, 1-17)
“Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore.” 
Il Signore agisce sia su chi non produce frutto, sia su quelli che lo seguono. Se si rimane in Dio, Dio rimane in noi. L’importanza di rimanere “vivi” e trarre questa vita dal tralcio (Signore). Occorre affidarsi al Signore per vivere.
Chi si affida al Signore diventa suo discepolo, diventa suo figlio, e riceve il suo amore.
Al centro del brano c’è il comandamento che riassume il decalogo “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi.
Altra citazione dell’amore pasquale “dare la sua vita per i propri amici
Se accogliamo il suo vangelo saremo suoi amici e non più schiavi.
Gesù rivela il Padre, concetto base della teologia giovannea.
Ma non siamo noi a scegliere Cristo, ma è lui a scegliere noi “per portare frutto”.
Noi sposi siamo scelti per vivere assieme in una sola carne per essere luce per gli uomini.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla.
Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.
Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda.
Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri. 

venerdì 8 agosto 2014

Le pagine «oscure» della Bibbia

42. Nel contesto della relazione tra Antico e Nuovo Testamento, il Sinodo ha affrontato anche il tema delle pagine della Bibbia, che risultano oscure e difficili per la violenza e le immoralità in esse talvolta contenute. In relazione a ciò si deve tenere presente innanzitutto che la rivelazione biblica è profondamente radicata nella storia. Il disegno di Dio vi si manifesta progressivamente e si attua lentamente attraverso tappe successive, malgrado la resistenza degli uomini. Dio sceglie un popolo e ne opera pazientemente l'educazione. La rivelazione si adatta al livello culturale e morale di epoche lontane e riferisce quindi fatti e usanze, ad esempio manovre fraudolente, interventi violenti, sterminio di popolazioni, senza denunciarne esplicitamente l'immoralità; il che si spiega dal contesto storico, ma può sorprendere il lettore moderno, soprattutto quando si dimenticano i tanti comportamenti «oscuri» che gli uomini hanno avuto sempre lungo i secoli, anche ai nostri giorni. Nell'Antico Testamento, la predicazione dei profeti si erge vigorosamente contro ogni tipo d'ingiustizia e di violenza, collettiva o individuale, ed è così lo strumento dell'educazione data da Dio al suo popolo in preparazione al Vangelo. Pertanto, sarebbe sbagliato non considerare quei brani della Scrittura che ci appaiono problematici. Piuttosto, si deve essere consapevoli che la lettura di queste pagine richiede l'acquisizione di un'adeguata competenza, mediante una formazione che legga i testi nel loro contesto storico-letterario e nella prospettiva cristiana, che ha come chiave ermeneutica ultima «il Vangelo e il comandamento nuovo di Gesù Cristo compiuto nel mistero pasquale».

Benedetto XVI - Verbum Domini

domenica 13 luglio 2014

Le cose che ho imparato nella vita. Paulo Coelho.

"Ecco alcune delle cose che ho imparato nella vita:
• Che non importa quanto buona sia una persona, ogni tanto ti ferirà. E per questo bisognerà che tu la perdoni.
• Che ci vogliono anni per costruire la fiducia e solo pochi secondi per distruggerla.
• Che non dobbiamo cambiare amici, se comprendiamo che gli amici cambiano.
• Che le circostanze e l'ambiente hanno influenza su di noi, ma noi siamo responsabili di noi stessi.
• Che o sarai tu a controllare i tuoi atti, o essi controlleranno te.
• Ho imparato che gli eroi sono persone che hanno fatto ciò che era necessario fare, affrontandone le conseguenze.
• Che la pazienza richiede molta pratica.
• Che ci sono persone che ci amano, ma che semplicemente non sanno come dimostrarlo.
• Che a volte la persona che tu pensi ti sferrerà il colpo mortale quando cadrai, è invece una di quelle poche che ti aiuteranno a rialzarti.
• Che, solo perché qualcuno non ti ama come tu vorresti, non significa che non ti ami con tutto se stesso.
• Che non si deve mai dire a un bambino che i sogni sono sciocchezze: sarebbe una tragedia se lo credesse.
• Che non sempre è sufficiente essere perdonato da qualcuno. Nella maggior parte dei casi sei tu a dover perdonare te stesso.
• Che non importa in quanti pezzi il tuo cuore si è spezzato; il mondo non si ferma, aspettando che tu lo ripari.
• Forse Dio vuole che incontriamo un po' di gente sbagliata prima di incontrare quella giusta, così, quando finalmente la incontriamo, sapremo come essere riconoscenti per quel regalo.
• Quando la porta della felicità si chiude, un'altra si apre, ma tante volte guardiamo così a lungo a quella chiusa, che non vediamo quella che è stata aperta per noi.
• La miglior specie d'amico è quel tipo con cui puoi stare seduto in un portico e camminarci insieme, senza dire una parola, e quando vai via senti come se sia stata la miglior conversazione mai avuta.
• È vero che non conosciamo ciò che abbiamo prima di perderlo, ma è anche vero che non sappiamo ciò che ci è mancato prima che arrivi.
• Ci vuole solo un minuto per offendere qualcuno, un'ora per piacergli, e un giorno per amarlo, ma ci vuole una vita per dimenticarlo.
• Non cercare le apparenze: possono ingannare. Non cercare la salute, anche quella può affievolirsi.Cerca qualcuno che ti faccia sorridere, perché ci vuole solo un sorriso per far sembrare brillante una giornataccia.
• Trova quello che fa sorridere il tuo cuore.
• Ci sono momenti nella vita in cui qualcuno ti manca così tanto che vorresti proprio tirarlo fuori dai tuoi sogni x abbracciarlo davvero!
• Sogna ciò che ti va, vai dove vuoi, sii ciò che vuoi essere, perché hai solo una vita e una possibilità di fare le cose che vuoi fare.
• Puoi avere abbastanza felicità da renderti dolce, difficoltà a sufficienza da renderti forte, dolore abbastanza da renderti umano, speranza sufficiente a renderti felice.
• Mettiti sempre nei panni degli altri. Se ti senti stretto, probabilmente anche loro si sentono così.
• Le più felici delle persone non necessariamente hanno il meglio di ogni cosa; soltanto traggono il meglio da ogni cosa che capita sul loro cammino.
• L'amore comincia con un sorriso, cresce con un bacio e finisce con un the.
• Il miglior futuro è basato sul passato dimenticato, non puoi bene nella vita prima di lasciare andare i tuoi fallimenti passati e i tuoi dolori.
• Quando sei nato, stavi piangendo e tutti intorno a te sorridevano. Vivi la tua vita in modo che quando morirai, tu sia l'unico che sorride e ognuno intorno a te piange."

La felicità

1 - Per essere felici non occorre avere quello che si ama, basta amare quello che si ha (Froidure)
2 - Mi lagnavo di non avere scarpe; vidi un uomo senza gambe: cessai di lamentarmi (Saadi)
3 - La più grande felicità è quella che non era attesa (Sofocle)
4 - Che cosa significa il successo? Significa possedere 200 vestiti, invece di quell'unico che avevamo quando eravamo felici (Juliette Greco)
5 - Mi addormentai e sognai che la vita era gioia; mi svegliai e mi accorsi che la vita era servizio; mi misi a servire e trovai la gioia (Tagore)
6 - Il sole della vita splende dal di dentro (Unger)
7 - La felicità consiste nel godimento delle piccole gioie sparse lungo il sentiero della vita, alle quali non siamo soliti badare (Smiles)
8 - Dopo aver girato il mondo in cercac di felicità ti accorgi che essa stava alla porta di casa (proverbio africano)
9 - Abbiamo solo la felicità che abbiamoo donato (Pailleron)
10 - La felicità non è in noi, nè fuori di noi: è in Dio, sia fuori che detro di noi (Pascal)
11 - La felicità è come la saluta, se non te ne accorgi vuol dire che c'è (Turgenev)

La fede è un atto di coraggio

Dio nessuno lo ha mai visto - Gv1
Beati coloro che pur non avendo visto crederanno - Gv20

La fede è un atto di coraggio. Scaturisce dalla testimonianza degli Apostoli, coloro che hanno visto e sentito. Si sono ritrovati nudi di fronte a Colui che li scrutava dentro, che li interpellava, che li amava. Hanno scoperto una corrispondenza tra la profondità del proprio cuore e il mistero di quella presenza. Persone che si sono trovate di fronte ad un fatto inimmaginabile: la Risurrezione. Persone che hanno avuto paura, hanno tradito e rinnegato, ma hanno confessato la loro vigliaccheria e si sono sentiti perdonati. Persone che hanno testimoniato con il sangue l'autenticità di questa irruzione dell'Eternità nella storia e hanno fatto dell'annuncio della Buona Novella lo scopo della loro vita.
La fede del credente parte dall'annuncio di fede di queste persone e ne ripercorre le tappe: sorpresa, sconcerto, paura, lavoro interiore, lotta e infine gioia. Il cammino della fede è lungo, arduo, difficile perché è un cammino per la vita, e ci vuole coraggio.

Dieci regole per essere amabili

1 - sorridi
2 - taci di fronte all'errore altrui
3 - elogia chi fa il bene
4 - partecipa ai giochi dei bambini
5 - stringi la mano a chi è triste
6 - parla con dolcezza
7 - guarda con affetto
8 - saluta
9 - riconosci i tuoi torti
10 - rammaricati del male fatto

martedì 1 luglio 2014

Seguire Cristo. #Ratzinger

"Non esiste la nuda fede o la pura religione. In termini concreti, quando la fede dice all'uomo chi egli è e come deve incominciare ad essere uomo, la fede crea cultura. La fede è essa stessa cultura".

venerdì 27 giugno 2014

Dalla pancia, Lettera di un bimbo alla mamma.


Fra poco nascerò, mamma. Ho già cominciato a conoscerti, anche se, nel caldo buio dei tuo utero, io non posso immaginare il tuo volto. Però ti conosco un poco, quando tu e papà mettete una mano sulla tua pancia, per sentire se ci sono.
Sì, ci sono: ho voglia di esserci: quando, inseguendo le istruzioni della vita, spingerò per uscire e il mondo sconosciuto mi si precipiterà addosso, so che ci sei tu. Vorrei subito riposare su di te, proprio nel momento in cui strillerò per respirare: vorrei sentire subito il tuo calore, per imparare che io e te siamo un intero. Tutti e due poi faticheremo, pian piano, ad imparare che non siamo una cosa sola. Quando io urlerò inquieto, tirerò fuori tutto il mio fiato, sarò preda di strane imperscrutabili rabbie (per i rumori, per il bagnato, per i colori violenti, per il mio panino, per il vomito che mi affiora, per il sonno cui non riesco ad abbandonarmi, per.. per...), mi basterà che tu mi tocchi la manina grinzosa, basterà che tu mi tenga disteso fra le tue braccia, basterà...

Lo so che a te non sembrerà bastarmi per niente: perché continuerò ad urlare, magari. Ma non pensare che tu non mi basti, che tu non mi raggiungi, che tu non ci sai fare. Non pensarlo, mamma. Perché questo mi allarmerebbe e così io non potrei calmarti perché tu calmi me: è un circolo, lo sai. Un circolo sorprendente, con i suoi lati misteriosi: tu farai la scoperta, meglio l'esperienza, che io dipendo da te e io che tu dipendi da me, perché sarò io a farti appagata e serena quando risponderò alle tue cure.

Sai, troveremo il nostro posto; un posto che già intuisco: è quella poltrona alta, bianca, un po'rigida, con grandi cuscini. Già da ora, quando mi pensi, ti rilassi li. E mi senti. A proposito, cosa pensi? Già vi date da fare per me, ormai non parlate d'altro, già, quasi per scherzo, papà ti chiama «mamma». Anche tu lo chiami papà, vero? E gli permetterai di toccarmi, di farmi il bagnetto, di cambiarmi, di addormentarmi? Così sarò ancora più sicuro, perché imparerò che voi due, per me, siete scambiabili e, quando ci sarà uno, io sarò sicuro come quando ci sarà l'altro.

Oh, non proprio scambiabili: il latte lo prenderò dal tuo seno e, quando lo sentirò morbido, pieno, con quell'odore che imparerò subito a distinguere, allora sarò "restituito" all'intero. Il latte buono, che mi nutre e mi rassicura, metterà un punto fermo alle angosce indistinte del mio mondo interno, là in quel punto segreto dove io "so" di essere buono: perché sono stato nutrito, riempito con la sovrabbondanza; al punto che ti sembrerò una botticella colma che lascia perfino rigurgitare il di più.

Ma il tuo seno sarà anche il mio primo mondo esterno, ed è grazie ad esso che deciderò che il mondo è un luogo di cui ci si può fidare, che vale la pena di vivere, che tue papà generandomi mi avete dato questa buona notizia.
E imparerò ad aspettare, sai, perché i tuoi ritmi mi rassicureranno: quando sentirò i crampi della fame spadroneggiare nel mio piccolo stomaco, imparerò dai tuoi gesti che si ripetono che arriverà il nutrimento.

Ecco perché, io e te, siamo un intero, anche se poi ci separeremo: io sarò tuo figlio, per sempre. E' un legame. Il primo dei legami che mi fanno essere uomo.

Il tuo primogenito.

domenica 22 giugno 2014

Ecco i padri che tolgono i peccati del mondo

“Si può dire che l’odierna discussione morale tende a liberare gli uomini dalla colpa, facendo sì che non subentrino mai le condizioni della sua possibilità. Viene in mente la mordace frase di Pascal: ‘Ecce patres, qui tollunt peccata mundi’! Ecco i padri che tolgono i peccati del mondo. Secondo questi ‘moralisti’, non c’è semplicemente più alcuna colpa. Naturalmente, tuttavia, questa maniera di liberare il mondo dalla colpa è troppo a buon mercato. Dentro di loro, gli uomini così liberati sanno assai bene che tutto questo non è vero, che il peccato c’è, che essi stessi sono peccatori e che deve pur esserci una maniera effettiva di superare il peccato”.

Ratzinger in un celebre discorso del 1990:

Amici si sposano in Chiesa

Cari Amici,

visto che avete avuto il coraggio di sposarvi in Chiesa ho sentito il bisogno di scrivervi due righe sul matrimonio, vissuto come sacramento cristiano. Non preoccupatevi, non farò un predicozzo, e nemmeno un discorso dall’alto, visto che sono sposato da un solo anno...

Anche se ormai ci vediamo al massimo una o due volte all’anno, è impossibile dimenticare gli anni del Corni. Ancora oggi ricordo con gioia quel periodo. Oggi siamo diventati “grandi” e anche per noi è venuto il momento delle scelte importanti.

Tornando al matrimonio, nonostante la poca esperienza, qualcosina tuttavia penso di averla capita. Quel giorno avrete di fonte a voi la donna della vostra vita: vi siete scelti, vi siete amati, e assieme avrete già provato le prime difficoltà della vita.


Vi siete scelti perché avete capito che avete bisogno l’uno dell’altro per affrontare la vita, e non avreste potuto farlo con nessun altro al mondo. Nonostante siate diversi, amate i vostri difetti, e vi siete scelti: non è magnifico questo?

Imparate a conoscere il limite dell’altro, per non offenderlo.

Sostenetevi a vicenda soprattutto nei momenti di difficoltà, di paura e di malinconia.

Siate pronti a offrire la vostra vita, senza pensare al giudizio degli altri, perché la risposta del vostro amore è dentro di voi.

Litigate, ma con rispetto, e ridete insieme delle vostre debolezze. Fate in modo che le preoccupazioni e la stanchezza non attacchino ciò che di grande c’è tra di voi.

Parlate di tutto e senza vergogna, non abbiate segreti. Ritagliatevi un momento per voi, per parlarvi ed ascoltarvi a vicenda, ponendo la vostra coppia al centro.

Credetemi, quel giorno sarà un’esperienza magnifica, sarà scolpita nei vostri cuori e nelle vostre menti, perché scoprirete di amarvi di un amore enorme. Sarete accolti dall’amore del Signore, e questo amore sarà la vostra forza: non parlerete più come “io” e “tu”, ma come “noi”, una cosa sola.

Se avrete il coraggio di puntare tutto sul “noi” allora passeranno gli anni, ma il vostro amore non passerà.

Con gioia vi auguro un Santo Matrimonio,

Filippo.

domenica 16 febbraio 2014

La fede della Chiesa missionaria, parola di papa Francesco.

tratto dall' Evangelii Gaudium

278. La fede significa anche credere in Lui, credere che veramente ci ama, che è vivo, che è capace di intervenire misteriosamente, che non ci abbandona, che trae il bene dal male con la sua potenza e con la sua infinita creatività. Significa credere che Egli avanza vittorioso nella storia insieme con « quelli che stanno con lui … i chiamati, gli eletti, i fedeli » (Ap 17,14). Crediamo al Vangelo che dice che il Regno di Dio è già presente nel mondo, e si sta sviluppando qui e là, in diversi modi: come il piccolo seme che può arrivare a trasformarsi in una grande pianta (cfr Mt 13,31-32), come una manciata di lievito, che fermenta una grande massa (cfr Mt 13,33) e come il buon seme che cresce in mezzo alla zizzania (cfr Mt 13,24-30), e ci può sempre sorprendere in modo gradito. È presente, viene di nuovo, combatte per fiorire nuovamente.


La risurrezione di Cristo produce in ogni luogo germi di questo mondo nuovo; e anche se vengono tagliati, ritornano a spuntare, perché la risurrezione del Signore ha già penetrato la trama nascosta di questa storia, perché Gesù non è risuscitato invano. Non rimaniamo al margine di questo cammino della speranza viva!

279. Poiché non sempre vediamo questi germogli, abbiamo bisogno di una certezza interiore, cioè della convinzione che Dio può agire in qualsiasi circostanza, anche in mezzo ad apparenti fallimenti, perché « abbiamo questo tesoro in vasi di creta » (2 Cor 4,7). Questa certezza è quello che si chiama “senso del mistero”. È sapere con certezza che chi si offre e si dona a Dio per amore, sicuramente sarà fecondo (cfr Gv 15,5). Tale fecondità molte volte è invisibile, inafferrabile, non può essere contabilizzata. Uno è ben consapevole che la sua vita darà frutto, ma senza pretendere di sapere come, né dove, né quando. Ha la sicurezza che non va perduta nessuna delle sue opere svolte con amore, non va perduta nessuna delle sue sincere preoccupazioni per gli altri, non va perduto nessun atto d’amore per Dio, non va perduta nessuna generosa fatica, non va perduta nessuna dolorosa pazienza.

Papa Francesco e la difesa della vita. #EvangeliiGaudium

Tratto dall'esortazione apostolica "Evangelii Gaudium"


213. Tra questi deboli, di cui la Chiesa vuole prendersi cura con predilezione, ci sono anche i bambini nascituri, che sono i più indifesi e innocenti di tutti, ai quali oggi si vuole negare la dignità umana al fine di poterne fare quello che si vuole, togliendo loro la vita e promuovendo legislazioni in modo che nessuno possa impedirlo. Frequentemente, per ridicolizzare allegramente la difesa che la Chiesa fa delle vite dei nascituri, si fa in modo di presentare la sua posizione come qualcosa di ideologico, oscurantista e conservatore. Eppure questa difesa della vita nascente è intimamente legata alla difesa di qualsiasi diritto umano. Suppone la convinzione che un essere umano è sempre sacro e inviolabile, in qualunque situazione e in ogni fase del suo sviluppo. È un fine in sé stesso e mai un mezzo per risolvere altre difficoltà. Se cade questa convinzione, non rimangono solide e permanenti fondamenta per la difesa dei diritti umani, che sarebbero sempre soggetti alle convenienze contingenti dei potenti di turno. La sola ragione è sufficiente per riconoscere il valore inviolabile di ogni vita umana, ma se la guardiamo anche a partire dalla fede, « ogni violazione della dignità personale dell’essere umano grida vendetta al cospetto di Dio e si configura come offesa al Creatore dell’uomo ».

214. Proprio perché è una questione che ha a che fare con la coerenza interna del nostro messaggio sul valore della persona umana, non ci si deve attendere che la Chiesa cambi la sua posizione su questa questione. Voglio essere del tutto onesto al riguardo. Questo non è un argomento soggetto a presunte riforme o a “modernizzazioni”. Non è progressista pretendere di risolvere i problemi eliminando una vita umana. Però è anche vero che abbiamo fatto poco per accompagnare adeguatamente le donne che si trovano in situazioni molto dure, dove l’aborto si presenta loro come una rapida soluzione alle loro profonde angustie, particolarmente quando la vita che cresce in loro è sorta come conseguenza di una violenza o in un contesto di estrema povertà. Chi può non capire tali situazioni così dolorose?

martedì 11 febbraio 2014

Ipotesi su Gesù di Vittorio #Messori (14/14). Lo scontro con l'oggi.

 Il cristianesimo è la sola religione che ha creato quella teologia che si propone di dimostrare i fondamenti razionali e storici della fede (apologetica). 
  • “L’intelligenza è amica della fede” Vat II.
Abbiamo tutti rispetto per le religioni non cristiane però il monoteismo non è il fondo comune su cui si fondano le religioni (ritenute nella sostanza identiche). Siamo convinti che il cristianesimo sia diverso. Il Dio di Gesù è diverso dalle costruzioni umane e l’uomo per conoscerlo ha avuto bisogno della rivelazione. Ma cosa succederà quando la critica aggressiva investirà le altre religioni? Il cristianesimo sembra aver retto ed esserne addirittura rafforzato.
  • Pascal: “la differenza è che Maometto impone il credo uccidendo (jihad), mentre Gesù si lascia uccidere”. 
L’Islam per difendersi sembra chiudersi in sé, e le leggi del corano sono legge dello stato. Non esiste laicità. Nuova linfa al cristianesimo è stata data quando si è liberato dalla commistione con il potere. 

Il cristiano non verrà mai a patti col sincretismo (conciliare in sintesi le religioni)

Il cristianesimo oltre ad una religione è una rivelazione sufficiente e definitiva di Dio. Al centro vi è la notizia che Gesù non è venuto per aggiungere qualcosa al patrimonio religioso dell’umanità, ma per riconciliare il mondo a sé e a Dio. 
Dio “ha tanto amato il mondo da dare il suo figlio unigenito” e lo ha consegnato nelle mani dell’uomo affinché lo uccidesse ma lo testimoniasse nella storia. 
  • "Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù: egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio  l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall'aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre.  (Filippesi 2, 5 )

lunedì 10 febbraio 2014

Ipotesi su Gesù di Vittorio #Messori (13/14). La novità divina portata da Gesù.

Il cristianesimo è l’unica religione che introduce:
- il concetto dell’amore per i nemici
- il concetto della salvezza per tutti, non solo per i credenti. 
La condizione per la salvezza non è l’ideologia, ma il comportamento: si salva chi avrà concretamente amato. Non è necessario confessare un credo, ma basta mostrare nella solidarietà la propria umanità. 
Per gli ebrei, del tempo di Gesù, per salvarsi era necessario credere in Dio e sottomettersi ad un complicato formalismo. 

Se le prime comunità hanno creato artificialmente questi concetti, non lo hanno certo fatto per interesse proprio. Dire che è l’amore che salva significa compromettere l’azione missionaria (perché far parte di una comunità, se posso salvarmi da solo?). Una volta per tutte emerge che i redattori dei vangeli furono costretti a riferire una dottrina che non poteva essere loro: troppo scomoda e autolesionista.

I cristiani nella storia hanno sbagliato: scordandosi l’insegnamento di Gesù, hanno fatto guerre per diffondere la fede.

Gesù sconvolge i valori sacri per l’ebraismo: rispetto per i morti e la famiglia, e ha un atteggiamento positivo verso donne e bambini. Inoltre non rispetta il sabato e le prescrizioni sui cibi. Per la società ebraica era un corpo estraneo. Gesù mangia e beve senza problemi, e in più con compagnie equivoche (l’opposto di Giovanni Battista, solo nel deserto a mangiare cavallette), non rispetta il prototipo del profeta modello. Gesù non è un negatore della gioia.

venerdì 7 febbraio 2014

Ipotesi su Gesù di Vittorio #Messori (12/14). Gesù e il suo Vangelo hanno vinto la prova della storia.

Da dove vieni? La riflessione sul NT non è limitata solo alla risoluzione dell’enigma storico di Gesù e del cristianesimo. Il centro della riflessione è affrontare il problema, non ancora esaurito, di un insegnamento e di un etica. Una dopo l’altra tramontano le ideologie (le religioni create dall'uomo), mentre la sensibilità moderna trova nel cristianesimo un punto di riferimento. In 20 secoli questo messaggio ha avuto una rilevanza storica e un’universalità unica nel tempo e nello spazio. Innumerevoli e terribili sono i problemi che impegnano un cristiano che rifletta sulla propria fede. 
  • Gesù è un mistero che illumina, mistero che sembra inconcepibile all'uomo, ma l’uomo senza quel mistero è ancora più incomprensibile (Pascal).
Il Vangelo è usato dalla Chiesa, ma anche da coloro che hanno voluto denunciare e combattere le ingiustizie. Il messaggio evangelico è vario e pieno di potenzialità, e una vergognosa testimonianza di ciò è la divisione tra i cristiani.

La fede in Gesù è sopravvissuta nonostante l’ateismo scientifico (che esclude la dimensione religiosa), le ideologie e le filosofie di ogni tempo. In questo senso il Vangelo non è mai diventato un classicoOgni insegnamento può essere riletto in chiave attuale.  

Rispetto alle altre religioni, il Cristianesimo non è rimasto legato ad un popolo (ebrei) , ad una  zona (i tropici - islam), non è frutto di cultura (induismo, confucianesimo, buddismo), o di tradizione (shintoismo). L’uomo che si propone di imitare Gesù non è bello e virtuoso (mitologia greca), non è guerriero (romani e shintoisti), non è giusto (ebrei), non è asceta (induisti), non è lo schiavo di Allah (islam), ma è santo.

giovedì 6 febbraio 2014

Ipotesi su Gesù di Vittorio #Messori (11/14). Il mito e la storia.

 Le ipotesi critiche si scontrano sul come ha potuto un uomo essere divinizzato in ambiente ebraico. Mentre le ipotesi mitiche, che presuppongono che episodi ed insegnamenti dei Vangeli sarebbero leggendari, si scontrano sul come una leggenda si è rivelata sempre più esatta e storicamente documentata. Questo problema si è ingigantito con il progresso delle conoscenze sull'antico Israele. Le scuole mitologiche davano per scontato un autore anonimo, fanatico, esaltato, che ha elaborato un romanzo rigoroso, forzando la realtà storica della chiesa primitiva. 

In 50 anni di studi in Palestina, Padre Lagrange ha confrontato ogni particolare dei vangeli con la realtà dei costumi, della storia e dell'archeologia, afferma che non esistono obiezioni alla veridicità dei Vangeli e che tutti i particolari trovano un riscontro preciso e scientifico. 
  • L’orientalista sir Rowlin: “il cristianesimo si distingue dalle altre religioni del mondo per il suo carattere storico”. 
Infatti  con i Vangeli è possibile ricostruire buona parte del quadro botanico dell’antica Palestina. 

I Vangeli derivano dalla predicazione degli apostoli, a cui premeva annunciare vita, morte e resurrezione di Gesù, tutto il resto era secondario. 

Si è arrivato al paradosso dei sapienti che respingono l’essenziale dei testi e ammettono che l’accessorio merita piena fiducia. Secondo loro, quei libri non sarebbero da considerare quando parlano di fede, mentre sono attendibili per disegnare la cornice storica, sociale e geografica... 

Ipotesi su Gesù di Vittorio #Messori (10/14). I silenzi inspiegabili dei Vangeli.

Qual'era l'aspetto fisico di Gesù?
Perché i Vangeli riportano solo la vita pubblica di Gesù (a parte Luca e Matteo che raccontano gli episodi della nascita e della "fuga nel tempio"? Tra l'altro questo episodio dava una pessima opinione sulla famiglia incurante e sul figlio ribelle all'autorità.

Tante sono i particolari non raccontati dai Vangeli. A molti interrogativi danno risposta gli apocrifi, in cui sono presenti mirabolanti storie dell’infanzia di Gesù. Gli apocrifi, così, sono perfettamente in linea con la mitologia religiosa dell’epoca, mentre i Vangeli sembrano nascere dall'urgenza di presentare la buona novella, ovvero ciò che interessa è lanciare il kerygma (passione, morte e resurrezione del Messia tanto atteso): tutto il resto è accessorio rispetto a colui che ha patito ma vinto la morte. 

E’ secco e stringato il cronista che racconta fatti che riconosce veri: rispetto al trauma appena vissuto, tutto il resto perde di significato. Inoltre, nel raccontare, l’uomo è tanto più verboso ed esagerato proprio quando è meno certo di quel che dice. Nel diffondere la fede i particolari non servono. 

lunedì 3 febbraio 2014

Ipotesi su Gesù di Vittorio #Messori (9/14). Gli imbarazzi dei Vangeli, prova di autenticità.

Puntare il dito sulle discordanze dei Vangeli non porta a nulla. Se una religione è creata su misura perché lasciare delle differenze? Perché non correggerle? 
La chiesa ha sempre considerato immodificabili i vangeli. Interpreta, ma non tocca i testi.

Perché inserire nella genealogia delle donne? Per di più peccatrici. Per la società di allora era impensabile, vista la considerazione della donna, quindi perché mai i nuovi credenti si sarebbero dovuti complicare la vita? Tamar (incesto), Raab (prostituta), Ruth (pagana), Betsabea (adultera), fino a Maria (vergine). 

La genealogia serviva a dimostrare che Gesù discendeva da Davide, anche se quel ramo di discendenza era decaduto. Perché si sarebbe creata una religione, su un Gesù la cui genealogia è decaduta e piena di scandali? Perché è chiamato Gesù, nome diffusissimo all'epoca, e non ha un nome leggendario? Perché predicare una religione rischiando la propria vita? 

La predicazione di questo Messia non era libera di inventare, perché nata in un ambiente a lei ostile e critico subito dopo la morte e resurrezione. 

Ipotesi su Gesù di Vittorio #Messori (8/14). #Kerygma e #Vangeli.

Per gli ebrei (come per i musulmani) era impossibile associare YHWH ad un uomo: è una bestemmia. Ulteriori aggravanti: nato da donna e proclama di bere il sangue... Come ha fatto l’ebreo Paolo a convertirsi?

Gesù è il solo ebreo che gli ebrei abbiano adorato, e inoltre lo hanno annunciato ai pagani. 
E' quindi impensabile che Gesù fosse "frutto di allucinazioni" o "creato a tavolino":  era da "matti" definirsi figlio di Dio in Galilea e diffondere una storia del genere. I discepoli erano anch'essi ebrei e per quale motivo sarebbero andati contro ad una tradizione millenaria, sfidando le istituzioni ebraiche e rischiando la morte? (es. Stefano). I discepoli di Gesù non potevano aver compiuto un’azione di divinizzazione con tale naturalezza, visti i rischi dell'autorità ebraica e romana. Come hanno fatto a superare la delusione della crocifissione, trasformandola in offensiva vittoria? I critici non sanno rispondere.

domenica 2 febbraio 2014

Ipotesi su Gesù di Vittorio #Messori (7/14). Il mistero della nascita del cristianesimo.

Come si fa a fare ricerca scientifica se i documenti sono inattendibili? 
Qual è il metro di giudizio per decretare l’attendibilità di un episodio? 
Non esiste, ogni studioso crea il suo. 

Ad esempio, molti studiosi scartano a priori i miracoli: “è falso perché è impossibile”, è vero solo ciò che è naturale. 

Ma negare a priori è un metodo contrario allo spirito scientifico. La scienza progredisce assimilando esperienze reputate in precedenza impensabili. Uno scienziato che filtra i fatti diventa un filosofo. 

Non importa arrivare a spiegare i miracoli, ma occorre coglierne il significato, la provocazione. Chi parte da miracoli o dai punti della dottrina attribuita a Gesù per spiegare i Vangeli, finisce in un vicolo cieco. Le origini del cristianesimo vanno vagliate senza pregiudizi. 
  • Novalis: “Il Dio diventato uomo, può farsi anche pane e vino”. 
Gesù appare come il mistero di un uomo che appartiene alla storia ma sembra superarla. 

venerdì 31 gennaio 2014

Ipotesi su Gesù di Vittorio #Messori (6/14). Il problema Gesù: tra critica, mito e fede.

Guitton afferma che ci sono 3 soluzioni al problema Gesù:
1) Critica o storica (per negare)
2) Mitica (per negare)
3) Fede (per affermare)

La soluzione critica vede la presenza nella storia di Gesù, un uomo eccezionale, ma non soprannaturale. Inoltre è difficile ricostruirne la storia perché i vangeli sono documenti di fede. Certo è che Gesù dopo la sua morte è stato divinizzato da discepoli che gli attribuirono miracoli e resurrezione dai morti: forse fu un predicatore, forse un esaltato, forse illuse i discepoli. E' la critica che deve tentare di capire cosa c’è di storico nei vangeli (a cui vengono eliminati i riferimenti soprannaturali). Per questa soluzione il Cristo della fede non è che l’abbellimento del Cristo storico. Gesù è un uomo progressivamente divinizzato.

La soluzione mitica sostituisce alla storia di Gesù accettata dai critici, l’ipotesi del mito di Gesù: non c’è un uomo, ma una leggenda di un Dio che si fa uomo, muore e risorge per la salvezza degli uomini. La storia di Gesù non è certa o addirittura  è stato inventato tutto. Ciò che importa di Gesù è il mito che incarna (Bultmann, teologo mitologico), ovvero la fede non cambierebbe se si scoprisse che Gesù non è esistito. Ciò che importa non è la storia ma il mito. Gesù è un Dio progressivamente umanizzato.