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mercoledì 6 agosto 2025

Samaritani e costruttori di futuro. Antonio Trabacca.

Il cambiamento a cui siamo chiamati: camminare accanto a ragazze e ragazzi che non chiedono compassione, ma opportunità.

Temi principali:

Progressi scientifici: Viene sottolineata l'importanza della conoscenza e della ricerca in campi come la neurobiologia, la genetica e le neuroscienze per migliorare diagnosi e trattamenti delle disabilità.

Ruolo dei caregiver: Si riflette sulla figura del Buon Samaritano come simbolo di cura e impegno attivo, non solo di compassione.

Approccio alla disabilità: L'articolo propone una visione che va oltre la pietà, focalizzandosi sulla necessità di offrire opportunità reali a ragazze e ragazzi con disabilità.

Inclusione e servizi: Viene evidenziata l'urgenza di costruire comunità inclusive, potenziare i servizi e valorizzare le capacità di ciascuno.

Messaggio chiave: Non basta compatire, bisogna agire. Camminare al fianco dei più giovani con attenzione, ascolto e fiducia nelle loro potenzialità è il vero cambiamento.

martedì 5 agosto 2025

L'insieme ha bisogno di ciascuno. Sergio Massironi.


Il testo di Sergio Massironi (direttore della ricerca internazionale "Fare teologia dalle periferie esistenziali") riflette sul significato autentico della speranza, mettendo in guardia contro l'uso superficiale di questa parola. Sperare non significa abbandonarsi all'illusione, ma rifiutare la rassegnazione e accogliere la possibilità del cambiamento. La speranza autentica implica realismo e memoria del bene vissuto, è alternativa a un futuro già scritto, e nasce solo se si ha il coraggio di distaccarsi dal cinismo e di credere nel nuovo.

Questo atteggiamento ha radici profonde nel messaggio cristiano, soprattutto grazie all'impulso di figure come papa Francesco e il nuovo papa Leone, e si concretizza nella visione di un'umanità come famiglia. Da questa visione nasce la convinzione che il bene non è mai un'azione isolata, ma ha sempre un impatto sull'intero: "Ognuno dà la propria impronta all'intera umanità e anche i limiti, soprattutto i limiti, ci fanno incontrare".

L'autore sottolinea l'importanza dei limiti personali – fisici, mentali, spirituali – non come ostacoli, ma come opportunità di incontro e sostegno reciproco. Il limite, infatti, definisce lo spazio dell'altro e permette alla relazione di esistere: "Anche i limiti, soprattutto i limiti - quelli fisici, quelli mentali, quelli spirituali - ci fanno incontrare: se li temiamo, ci difendiamo; se li accogliamo, ci sosteniamo."

Questa visione relazionale porta a comprendere che nessuno basta a sé stesso e che ogni persona è parte di un tutto più grande: "L'intero non sono io, ma il mistero che mi supera da tutte le parti e che a sua volta non sarà "cattolico", cioè universale, senza di me." L'identità personale si costruisce attraverso gli incontri: "E l'insieme ha bisogno di ciascuno."

Ma partecipare a questa visione costa: richiede impegno, dedizione, servizio e studio. "È questo rischio che costa la fatica di ogni giorno: l'impegno a progettare, la fedeltà nell'accompagnare, l'abbassamento a servire, la determinazione a studiare. Ognuno dà la propria impronta, il suo contributo." Tuttavia, si può anche scegliere di non contribuire, e in questo sta la libertà e la spiritualità dell'essere umano. Per i credenti, questa si nutre di preghiera e della memoria di Gesù; per tutti, ha bisogno di spazi di silenzio e sogno.

L'autore propone anche una critica alle logiche dominanti dello sviluppo, fondate sulla forza e sulla produzione, che spesso non sanno riconoscere forme di crescita silenziose e interiori. "Il bene però esiste. Esiste un magistero della fragilità. La più grande idea di papa Francesco è che i poveri ci evangelizzano. La Chiesa deve includere chi deve evangelizzarla. È il rovesciamento di un modello millenario. I corpi dei poveri, che non sono attrattivi né seduttivi, sono rimasti ignorati da ogni statistica e sono stati espulsi dalle questioni sociali dell'epoca moderna avversarie di povertà. È la rivoluzione di Maria cantata nel Magnificat che rovescia i potenti e innalza gli umili non per disprezzo della vita ma per il di più che si rivela nella loro vita."

L'invito è a piegarsi verso ciò che è nascosto e umile, perché lì si trova il tesoro della vita autentica. "La profezia della fragilità è cristocentrica, perché modifica la nostra idea di sviluppo, di crescita, di missione. La disabilità ci ferma e ci diventa una parola rivelatrice. Non saremo mai adoratori della sofferenza. Ma annunciamo e confessiamo che la vera misura umana risplende nel corpo ferito e vivente di Cristo."

Questa visione contrasta con il "paradigma tecnocratico dominante", che orienta il mondo verso lo sfruttamento e l'esclusione. In risposta, il cristianesimo propone la cultura dell'incontro, della cura e della responsabilità, in cui si valorizzano la lentezza e la dignità.

"La cultura della lentezza e della dignità. È il terreno comune su cui la civiltà europea può incontrare ogni altra civiltà. L'alternativa a questo incontro è l'inciviltà, che oggi più che mai dobbiamo pregare e lottare affinché non prevalga. È la storia da cui veniamo, però, a insegnarci la speranza. A noi scriverne pagine nuove."

lunedì 4 agosto 2025

Giovanni Paolo II Tor Vergata 2000

Il discorso di Giovanni Paolo II, rivolto ai giovani, è un'esortazione intensa e appassionata alla fede cristiana vissuta con radicalità, coerenza e speranza. 

Il Papa chiama i giovani ad essere protagonisti del futuro con il coraggio della fede. Seguendo Cristo, potranno costruire una vita piena di senso e contribuire a rendere il mondo più umano. In un tempo di sfide, il Vangelo diventa bussola, e Gesù la risposta vera al desiderio di bellezza, amore e giustizia che abita il cuore.



1. Seguire Gesù oggi richiede coraggio e fedeltà

Credere in Cristo nel mondo contemporaneo è una scelta impegnativa, che può comportare contrasti con la mentalità dominante. Anche se non sempre è richiesto il martirio fisico, viene chiesta una testimonianza quotidiana, a volte difficile, fatta di fedeltà, coerenza e coraggio controcorrente. È una forma di "nuovo martirio", vissuto nella normalità della vita: nei rapporti affettivi, nell'amicizia, nella vocazione religiosa, nella solidarietà e nella promozione della dignità umana.

2. Fede come sfida quotidiana, non come rifugio

Nel mondo di oggi è difficile credere. Il contesto culturale e sociale non facilita la fede, ma con la grazia di Dio è possibile vivere questa sfida. La fede non è un ripiego, ma una chiamata a vivere in pienezza, affrontando la realtà con verità, purezza e amore.

3. Il Vangelo è la guida per la vita

Il Vangelo deve essere letto, meditato e vissuto. È lì che si incontra Gesù. Solo ascoltando la sua Parola nel silenzio, nella preghiera e con l'aiuto di guide spirituali, si può scoprire il senso profondo dell'esistenza e si trova la forza per seguirlo.

4. Gesù è la risposta al desiderio di felicità e autenticità

I sogni di felicità, di bellezza, di verità, di giustizia e radicalità che portiamo dentro, sono in realtà una ricerca di Cristo. Egli è la fonte del desiderio di autenticità, dell'anelito alla grandezza e al rifiuto della mediocrità. Gesù è colui che chiama ciascuno a diventare sé stesso nella verità.

5. La vita cristiana non si vive da soli

Nel cammino di fede nessuno è solo. La comunità cristiana — fatta di famiglie, educatori, sacerdoti e compagni di cammino — sostiene e accompagna ciascuno. Nella lotta contro il male, tanti altri condividono la stessa battaglia e trovano forza nella grazia di Dio.

6. I giovani sono "sentinelle del mattino"

Il Papa affida ai giovani un compito profetico: essere le sentinelle del mattino, cioè coloro che, all'alba del terzo millennio, vigilano, indicano la luce, preparano un futuro diverso. Dopo un secolo segnato da ideologie distruttive e guerre, essi sono chiamati a costruire un mondo di pace, giustizia, rispetto della vita e solidarietà. Dire "sì" a Cristo significa dire "sì" ai più alti ideali umani.

7. Il "sì" a Cristo apre la strada a un futuro umano e fraterno

Seguire Cristo non significa rinunciare alla propria umanità, ma realizzarla pienamente. È un atto di fiducia e libertà che orienta tutta la vita verso il bene. Il Papa incoraggia a non avere paura di questo impegno, perché Cristo accompagna, guida e sostiene in ogni circostanza.

8. L'esempio di Maria e dei santi come modello

Infine, il Papa affida i giovani alla protezione di Maria, che ha detto "sì" a Dio con fiducia totale, e dei santi Pietro, Paolo e di tutti i testimoni della fede. La loro vita è testimonianza che il cammino cristiano è possibile e fecondo.