Anni fa conobbi un bimbo che, nei suoi “discorsi” per descrivere una cosa grande apriva le braccia al massimo dell’estensione oppure apriva le manine mostrando le dieci piccole dita. Quindi diceva: “Tanto così!”
Nella mia vita personale sfrutto questa espressione per indicare, a braccia aperte, quanto voglio bene alla mia fidanzata. Le dico “tanto così” aprendo le braccia e lei mi risponde altrettanto. So che può sembrare un giochino banale e infantile, ma è molto bello e sincero.
Lo scorso Febbraio, ho partecipato alla veglia dei fidanzati in Duomo. In questa circostanza sono rimasto colpito, come ogni volta, dalla bellezza del Duomo di Modena, ed in particolare del suo interno, solitamente molto buio. Al centro nella navata centrale c’è il Crocifisso, che non è una “statua” (tridimensionale) ma è un dipinto (bidimensionale) appeso al soffitto. Questo dipinto rappresenta un Cristo che ancora non è morto, ha gli occhi aperti e rimane “staticamente” diritto sulla croce. Le sue braccia sono dritte e non piegate dal peso del corpo. Queste braccia tese mi hanno ricordato il gesto di quel bimbo che apriva le braccia al massimo e diceva “tanto così”.
Il paralleo è stato inevitabile: Gesù si è donato per noi sulla croce perchè ci ha amato e ci ama “tanto così”, immensamente ed eternamente. E' sempre interessante come nella vita e nei gesti di tutti i giorni gli "indizi" che portano a lui siano sempre presenti...