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sabato 25 settembre 2010

“Cos’è la vita?” - quattro chiacchere col nonno.

“Quando il Duce mi fece fare la guerra” così iniziano sempre i racconti di mio nonno Lazzaro. E’ il racconto della sua storia che, periodicamente, continua a ripetermi quando lo vado a trovare. Subito la Jugoslavia, poi la Libia, quindi la Tunisia per il ritorno in patria. Qui appena partito, il suo aereo venne colpito dagli Alleati. Miracolosamente si salvò, e dopo l’ultimo attacco ricevuto a Pisa, tornò a casa, nella campagna reggiana. Subito non pensava di cercare moglie per avere una famiglia. Erano tempi difficili, in cui la miseria era molto diffusa. Un giorno però in contro “la Maria”, la sua futura sposa, una donna “molto intelligente, ed eccezionale”. Si sposarono ed ebbero tre figli: Gigliola, Gianni e Gabriella. Quando Gabriella aveva solo 9 mesi, Maria, arrampicatasi su un albero per raccoglierne le foglie da dare agli animali, cadde e rimase paralizzata agli arti inferiori: aveva solo 37 anni. Qualche mese dopo, nacque Annarita, mia madre.
Con i suoi occhi azzurri, inumiditi dal ricordo, mio nonno mi guarda e mi chiede: “Cos’è la vita?”. Ha attraversato la miseria, la guerra, la fame, il lavoro duro nei campi e nella vigna, la disgrazia. Non sapevo che rispondere. Mi incalaza dicendo: “Meno male che c’è la fede, altrimenti tutto questo non avrebbe senso...”. “Come ha ragione”, pensai. E’ vero: senza fede, le esperienze che ci capitano nella nostra vita non avrebbero senso, se non viste nell’ottica di quel Cristo che è morto sulla croce per la salvezza di tutti. La vita può essere un calvario, ma la consapevolezza che Dio si è abbassato verso l’uomo, fino a soffire e morire come uno schiavo, ci da la forza di credere che questa vita non è l’ultima risposta alla domana di mio nonno. Ci sarà qualcosa di più, dopo. Saremo finalmente uniti, in pace e in comunione, con tutti i nostri cari e con Dio.
E qui penso a quanto l’escatologia cristiana sia una risposta credibile alle domande dell’uomo.
Le ideologie degli ultimi secoli hanno dato sempre e solo risposte limitate o insignificanti alle domande dell’uomo. Ha ragione Pascal quando dice che “Gli uomini, non potendo guarire la morte e sperando di essere più felici hanno deciso di non pensarci”. “
Ora mio nonno ha 93 anni e non ha paura di morire. Sa che quel giorno ritornerà dalla sua Maria per abbracciarla in eterno senza più soffrire.

domenica 5 settembre 2010

Don Filippo Guaraldi è il nuovo parroco di Cittanova

Con grande gioia e felicità, al ritorno dalle vacanze estive abbiamo ricevuto una bellissma e inaspettata notizia: dopo tanti anni Cittanova avrà il suo sacerdote. E' DonFilippo Guaraldi, che verrà ufficialmente insediato il giorno 10 Ottobre alle ore 17.00 durante una celebrazione eucaristica presieduta da S.E. Mons. Antonio Lanfranchi, alla quale seguirà un piccolo rifresco aperto a tutti. Occorre partecipare a questo momento per gioire insieme del grande dono che è stato fatto alla parrocchia!


Ecco il suo messaggio di presentazione:


Carissimi tutti,
mi chiamo Filippo Guaraldi e dal 10 ottobre sarò il vostro parroco; ora vi scrivo da Roccapelago mentre sto aspettando che i ragazzi del post cresima si sveglino...
Adesso dovrei scrivere qualcosa di me, ma prima voglio lasciarvi un’impressione che ho ancora fresca e che è questa: i ragazzi di Cittanova sono i migliori del mondo. E’ vero che li ho appena conosciuti, ma l’impressione che mi hanno fatto è stata davvero ottima; pertanto ringrazio il Signore per questo campeggio di fine estate che considero come il più bel dono che mi potevate fare.
In questa prima occasione che ho per presentarmi non vorrei tanto far un curriculum vitae (anche se so che è qualcosa di inevitabile), bensì vorrei far mia quella citazione di san Agostino che dice: con voi sono cristiano, per voi sono prete.
Detto questo vi dico che son nato il 1\6\70, son stato battezzato da don Giuseppe Dossetti il 30\9\70. Ho svolto le scuole statali e mi sono diplomato al liceo scientifico Wiligelmo, mi son laureato in Scienze Naturali e ho lavorato un anno come insegnante d’appoggio e un altro anno come analista chimico. Poi, subito dopo la Giornata Mondiale dei giovani del 1997, sono entrato in Seminario, anche se gran parte del mio iter da seminarista l’ho trascorso al Collegio Alberoni di Piacenza, dove ho potuto avere il nostro attuale vescovo come mio professore. In quel collegio ho incontrato dei seminaristi di tante parti del mondo e ho potuto conoscere il carisma di San Vincenzo, (l’attenzione ai poveri e la cura della formazione cristiana specialmente per i futuri sacerdoti). Sono stato ordinato prete da mons. Monari nell’Epifania del 2004. Ho avuto come primo incarico quello di cappellano a Fiorenzuola d’Arda, dove ho fatto anche l’assistente scout, il cappellano dell’ospedale e dove ho avuto la fortuna di entrare in contatto con la casa della carità, voluta dal vescovo Luciano, le case-famiglia fondate da don Oreste Benzi e l’associazione di volontariato San Vincenzo. Son poi approdato a Vignola nell’estate del 2008, e qui il mio orizzonte si è allargato, avendo avuto modo di conoscere meglio il mondo dell’Oratorio, quello degli scout e, in parte anche quello della scuola, avendovi insegnato un anno. Durante l’ora di religione nella scuola media “Muratori” ho letto dal primo capitolo all’ultimo il Vangelo.
Per chiudere questa mia presentazione voglio infine dirvi che, se dovessi scegliere un motto questo sarebbe “esser umile e aver molto rispetto per tutto e tutti”. Questo sentimento lo trovo molto presente nell’inno alla Carità di 1 Co.13, come pure in 1 Gv.3,16-24 e in Fil.2,2-4.