giovedì 30 gennaio 2014

Ipotesi su Gesù di Vittorio #Messori (5/14). Le profezie e le attese messianiche.

  • “Come si è felici di scoprire un po’ di luce in tanta oscurità” Pascal.
E’ possibile che sia stato predetto colui che i cristiani riconobbero come il Cristo annunciato dai profeti? La Bibbia non è un calendario cifrato, però con ragione e cautela ci si può avventurare alla ricerca del Dio nascosto. Nell'Israele del I secolo si dava per scontato che, in quel tempo, sarebbe sorto in Giudea il dominatore del mondo. Infatti nel 66-70 dC gli Ebrei sfidarono i Romani, i quali poi distrussero Gerusalemme. Ma perché Israele attendeva il suo Messia proprio nel periodo in cui apparve Gesù? Quel secolo per gli ebrei portò certezza per chi riconobbe Gesù e delusione in chi non riconobbe alcun candidato (su questa delusione i sacerdoti e i dotti cambiarono le interpretazioni dei loro antenati sul I sec.) 
  • Il messianesimo ebraico si trasforma dall'attesa di un uomo all'idea dell’avvenire, verso l’effettuarsi della giustizia e della religione nella storia. Il travaglio umano dovrà confluire in un’alba di redenzione in cui il male non regnerà. Non più la persona, ma il tempo e il fatto contano. Il Messia viene continuamente” (Dante Lattes, studio ebreo contemporaneo).

Il Messia uomo, diventa il popolo Messia, Israele è il servo di Dio che soffre per la salute e conversione del mondo. Per Lattes il “dominatore del mondo” era una fantasia di cui il Vangelo è frutto. Però nel XIII secolo uno dei 13 articoli della fede ebraica diceva: “Dio invierà il Messia annunciato dai profeti”.

  • Rm 11,7 Che dire dunque? Israele non ha ottenuto quello che cercava; lo hanno ottenuto invece gli eletti. Gli 
  • Rm 9,30 Che diremo dunque? Che i pagani, i quali non cercavano la giustizia, hanno raggiunto la giustizia, la giustizia però che deriva dalla fede; mentre Israele, il quale cercava una Legge che gli desse la giustizia, non raggiunse lo scopo della Legge.
Intorno al I sec si ha il culmine dell’attesa del Messia, e proprio quando nasce la nuova fede, l’ebraismo si ripiega su se stesso alla ricerca di spiegazioni sul mancato arrivo, fino ad arrivare alla conclusione che il Messia non deve venire, ma viene continuamente: quel Cristo è il popolo di Israele. 

Ma Isaia sembra profetizzare un individuo e non un popolo. Genesi 49: Giacobbe indica la venuta del Messia. Daniele (ultimo libro profetico 160 aC)  al cap VII cita il “figlio dell’uomo”, termine che compare quasi 30 volte nel vangelo di Matteo (predicazione cristiana agli ebrei): il proposito di questo vangelo è dimostrare che Gesù è il Messia tramite le profezie giudaiche. Dalle promesse della Genesi alla precisione di Daniele, la storia della salvezza si evolve nei secoli. 

Al cap IX di Daniele si parla delle 70 settimane. Questo è il termine che Daniele fissa per la venuta del Messia, che verrà per sigillare il peccato, e dopo di lui non ci sarà più alcun profeta. Per settimana non si intendono i 7 giorni ma i settenari, ovvero periodi di 7 anni 70x7 = 490 anni. Ma qual è la partenza? Di seguito il testo biblico dice che il conto parte da "una parola (decreto) di tornare e ricostruire Gerusalemme". Si presume che il decreto sia di Artaserse del 458/457 aC: da questa data la venuta del messia (cioè la sua manifestazione nella resurrezione) è il 32-33dC . Impressionante!

Ci sono stati altri decreti ma al massimo la data oscilla di circa 70 anni. Daniele parla di un unto che sarà soppresso (Gesù) e di un principe che distruggerà la città e il santuario (Tito e Gerusalemme). Questi particolari possono comunque leggersi in un modo diverso...

Gli scritti di Qumran (località dove la setta degli esseni aveva, ai tempi di Gesù, il suo centro principale)  furono scoperti da un pastore beduino nel 1947 per caso. Le pergamene ritrovate erano quasi tutti i testi dei libri della Bibbia, ricopiati da 1-2 secoli prima di Gesù e coincidenti con quelli usati da ebrei e cristiani oggi. Gli esseni erano un'elite dell’ebraismo, la più rigorosa e attenta nello studiare la venuta del Messia, e si poggiava sulle 70 settimane di Daniele. Il loro calcolo si basava sul far partire i 490 anni alla fine dell’esilio babilonese (538aC - decreto di Ciro). Quindi l’attesa degli esseni è cominciata circa vent'anni prima dell’inizio dell’era cristiana. Visto che gli esseni erano molto autorevoli si capisce perché proprio nei tempi di Gesù l’attesa era così viva. Tale attesa ebraica compare anche negli scritti dei latini di Tacito e Svetonio. 

Anche per i Babilonesi, maestri dell'archeologia, attendevano un messia dalla Palestina (nascita del dominatore del mondo a partire  dal 7 aC). In Matteo si racconta di una stella che avrebbe brillato nel cielo di Betlemme alla nascita di Gesù e del conseguente arrivo dei Magi. Non si può essere certi dell’episodio. Tuttavia la congiunzione di Giove e Saturno nella costellazione dei pesci è molto luminosa e Keplero nel 1603 tramite calcoli stabilisce che lo stesso fenomeno si è verificato anche nel 7 aC. 

Nel 1902 venne pubblicata a Berlino la tavola planetaria: un papiro egiziano che riporta i moti dei pianeti dal 17 aC al 10 dC e i dati di Keplero vengono confermati. Gli archeologi hanno poi decifrato la simbologia dei pianeti: Giove, pianeta dei dominatori del mondo, Saturno, pianeta protettore di Israele, pesci, segno della fine dei tempi e inizio della verità messianica. 

E’ dunque fatto storico che l’attenzione del mondo si concentra nel primo secolo in Palestina. C’è un prima e un dopo anche nella storia millenaria di Israele. 

- La produzione di testi ispirati da YHWH si conclude circa nel 100 aC. 
- Nel I secolo dC le autorità ebraiche chiudono il canone a 24 libri. 
- Una nuovo gruppo acclama un messia annunziato dai profeti.
- Il tempio di Gerusalemme è distrutto e gli ebrei si disperdono nel mondo… 
- Non ci saranno più profeti.
- Lo slancio di Israele sembra fermarsi: termina la creazione e comincia lo studio. 

Dopo Gesù, Israele cambia ruolo: da avanguardia religiosa, a testimone della propria fede. Questo è avvenuto nel I e II secolo quando ancora l cristianesimo non aveva potere e difficilmente i romani li distinguevano. “Spenta” la profezia rimane il Talmud (commentario alla legge) come ultimo rifugio della fede. La forza creativa ebraica si sposta in altri settori: es. Marx, Freud, Einstein. Gli ebrei diventano una minoranza intellettualmente vivace, che sconvolge il mondo. Con Marx il messia diventa la classe operaia, e sposta verso la terra e l’uomo l’attesa messianica: il marxismo appare come una laicizzazione dell’ebraismo, una dottrina del regno di Dio senza Dio. Proprio Daniele profetizza che dopo il santo dei santi i profeti sarebbero terminati.

Nessun commento:

Posta un commento