mercoledì 29 gennaio 2014

Ipotesi su Gesù di Vittorio #Messori (1/14) Introduzione

Nei prossimi 14 post pubblicherò un mio "resoconto" conseguente alla lettura del libro "Ipotesi su Gesù" di Vittorio Messori. Questo libro, nel 2009, mi ha aperto la strada all'approfondimento delle tematiche relative alle "ragioni della fede". Ciò che colpisce dello scritto di Messori  è il linguaggio pratico, "giornalistico", della sua indagine.


  • O Dio esiste o non esiste. Su cosa volete scommettere? Puntare è necessario non è facoltativo. Anche voi siete incastrato (Pascal).
Parlare di Gesù è un tabù: o lo si trascura o lo si da già per noto. La fede in lui diventa un dato di fatto e non ci preoccupa delle fondamenta. Ci si è abituati e non ci si stupisce più che ad un uomo è stato associato il nome di Dio. Ma per sapere di più di Gesù cosa si può fare? La stampa ne parla poco e la cultura laica si occupa delle istituzioni (Vaticano, Chiesa…) e si ignora il problema della storicità di Gesù, curandosi solo della fase meditativa. In realtà la biografia su di Lui è enorme: sono state fatte ipotesi, obiezioni, così come per il NT passato al vaglio. Fino al 1700 la disputa era tra ortodossia ed eresia. 

Nel 1700 nasce la critica cristiana: si attacca ciò che era dato per scontato (storicità delle Scritture, rapporto Gesù-Dio). Le questioni rimangono però alla portata di dotti e teologi. A seconda di come uno la pensa i dubbi sulla storicità favoriscono l’incredulo, ma anche il credente che si concentra solo sulla fede. Su questo argomento si crea quindi il silenzio. 

Ipotesi su Gesù nasce dall'esigenza di scoprire e studiare le origini del cristianesimo. Da secoli il nome di Gesù è legato al senso del nostro destino.  Tutto parte dalle domande: chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo? Si arriva quindi ai misteri della vita e della morte. Prima e dopo c’è l’ignoto. 
  • Gli uomini non potendo guarire la morte, hanno deciso per rendersi felici di non pensarci. La sensibilità dell’uomo per le cose piccole e l’insensibilità per le cose grandi è indizio di uno strano pervertimento. (Pascal)
Pascal amava i credenti e gli increduli perché entrambi dimostrano l’esistenza di Dio. Gesù è l’unico uomo di cui si dice sia tornato dai morti.
  • Tu non mi cercheresti se non mi avessi già trovato. (Sant' Agostino)
Il vangelo è un dialogo che non finisce mai. 
  • Siate sempre pronti a rendere conto alla speranza che in voi a chiunque chieda una spiegazione, ma con mansuetudine e rispetto (1Pt).
  • Ciò che conta non è convincere di errare chi la pensa diversa da me, quanto unirmi a lui in una verità più alta. Lacordaire (volterriano domenicano)
L’ultimo passo della ragione può anche essere il riconoscere che vi è una dimensione che supera la ragione. Il mistero rimane fitto, e tanti problemi non trovano risposta. Se il creatore dell’universo è entrato nel tempo e nello spazio, perché proprio la nostra terra ha scelto? “credere non è capire tutto”.

Il cristianesimo è una risposta a questi problemi. Come si potrebbe risolverli in alternativa? “Perché cercate colui che è vivo in mezzo hai morti?” Il cristianesimo dice che l’uomo è nelle tenebre ed è nella lontananza da Dio che si è nascosto alla conoscenza dell’uomo. Dio se c’è, è nascosto. Se esiste è da cercare, ma non sempre si ha un risultato. Diffidate da chi dice di non avere difficoltà nel credere: forse non hanno capito qualcosa. Se Dio esiste non si nasconde solo dietro al silenzio della natura: si cela dietro le religioni, le sacre scritture, le sofferenze, gli scandali delle chiese, gli errori e le incoerenze di chi lo dovrebbe testimoniare. Né scienza, né filosofia sono di aiuto decisivo.  E’ sbagliato provare la divinità per mezzo delle opere della natura, le fondamenta di fede dei cristiani sarebbero fragili. Dal mondo della natura, per atei e credenti, non si risale necessariamente a Dio. 

La scienza non esclude Dio, e Dio non esclude la scienza. La scienza della natura non risolve il dilemma della fede. Il cristiano confessa che Dio è una realtà che incontra la storia. Tuttavia si sono volute dare delle prove filosofiche, che però sono distanti dall'uomo e riducono il problema: queste prove più che produrre la fede, la confermano, sono un tentativo di permettere alla religione di prendere parte alla certezza della fede. 

Ma queste prove sono valide? Sono elaborate dall'uomo e non possono essere universali. Si può risolvere il problema di Dio con la ragione scientifica e filosofica, ma non è alla portata di tutti gli uomini. Inoltre accettare che esista non presuppone aderirvi con la vita. La sola rivelazione divina permette di vedere la realtà divina. 
  • Tutta la filosofia non vale una sola ora di fatica: l’uomo concreto che piange/ride non ah bisogno di dimostrazioni, ma ha bisogno di amore, questa è la differenza tra conoscere e amare Dio.

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