Appunti e riflessioni personali che nascono da esperienze vissute, letture di articoli e libri. Mi concentro principalmente su temi legati alla fede cattolica, ma esploro anche argomenti riguardanti l'infanzia, la scuola, l'inclusione, la disabilità, la tradizione modenese e il risparmio. ••• about.me/famiglia.gibellini •••
domenica 29 giugno 2025
I genitori italiani, per la stragrande maggioranza, sono dei cattivi educatori
venerdì 20 giugno 2025
I limiti della conoscenza scientifica
Gödel: limiti logico-matematici interni ai sistemi formali.
Heisenberg: limiti fisici nella misurabilità del mondo reale.
Popper: limiti epistemologici nella provabilità definitiva delle teorie.
Tutti contribuiscono a una visione realistica e critica della scienza: potente, ma non onnipotente.
1. Kurt Gödel – Teoremi di incompletezza (1931)
giovedì 19 giugno 2025
La fede è luce, non oscurità
Morte e Miseria
Cristo ci ha liberati dalla morte e dal peccato attraverso la sua morte e risurrezione. Siamo arrivati fin qui per la sua Grazia, che ci ha guidati passo dopo passo. La sofferenza rimane una certezza che ancora ci attende; non possiamo illuderci di evitarla. La pace, se è vera, è fatta di gioia e dolore in parti uguali. Possiamo sperare di conoscere ancora gioie, ma dobbiamo accettare che non siano mai garantite.
La tua mamma, i bambini sperduti, i giovani malati: sono volti e storie che ci ricordano la fragilità della vita, la sua caducità. Di questa consapevolezza dobbiamo farne tesoro, come una luce che orienta il cammino. Eppure, la nostra società evita di pensare alla morte e alla sofferenza, ma nel farlo ha smarrito anche la speranza, e spesso cade nella disperazione. Solo l'amore resta, solo ciò che è stato vissuto con amore ha un valore che non si perde.
Per questo, preghiamo il Signore perché ci insegni le sue vie. Siamo chiamati a cambiare il nostro sguardo, perché solo così potrà cambiare anche la realtà attorno a noi. La vita è spesso una battaglia interiore, una guerra segreta combattuta contro l'orgoglio, contro ciò che ci separa dagli altri e da Dio. Ma dentro questa lotta possiamo scoprire la Misericordia, una Misericordia che si fa presente nella nostra storia attraverso Gesù.
Davanti ai grandi "perché" della vita, non siamo costretti a restare paralizzati nel dolore: possiamo scegliere di non fissare lo sguardo solo sulla miseria, ma di portare quella miseria – le nostre ferite, i torti subiti, i rancori, i rimorsi, i peccati – davanti a Cristo. Non possiamo permetterci di accumulare odio, di restare prigionieri del risentimento. L'incontro con Gesù è ciò che può trasformare la miseria in occasione di salvezza. E questa è la strada su cui siamo chiamati a camminare.
mercoledì 18 giugno 2025
Famiglia Ulma
martedì 17 giugno 2025
Cinque consigli del Cardinale Sarah di fronte alla crisi della fede
lunedì 16 giugno 2025
Rimanete saldi nella fede! Non lasciatevi confondere! Benedetto XVI
domenica 15 giugno 2025
Quanto sei contestabile, Chiesa, eppure quanto ti amo! - Carretto
Educazione - Benedetto XVI
È tornando indietro, verso una Tradizione che tutti vi invidiano e che avete gettato via che sarete più in sintonia con il mondo. Vattimo
sabato 14 giugno 2025
"Il cervello che guarda il cielo" – Vittorino Andreoli
mercoledì 11 giugno 2025
Senza Freni di Maurizio Botta
Padre Maurizio Botta non si accontenta di restare in superficie: il suo sguardo penetra con lucidità dentro le contraddizioni della vita contemporanea. Uno dei tratti centrali della sua riflessione è il desiderio universale – e insieme illusorio – di mantenere tutto sotto controllo. Tutti cerchiamo di governare le nostre emozioni, le relazioni, le circostanze. Ma i santi, al contrario, rinunciano a questo dominio: accettano la propria impotenza, riconoscono con umiltà il limite della propria condizione umana, sapendo che non possono prolungare la propria vita nemmeno di un minuto. Ed è proprio in questa resa consapevole che risiede la loro straordinaria razionalità.
I santi sono inafferrabili, non si lasciano fermare da nulla. Vivono nella piena libertà di chi è stato liberato da due grandi paure: quella della morte e quella di non essere amato. Per questo sorridono davvero, perché hanno consegnato la vita a qualcosa – o meglio, a Qualcuno – che va oltre ogni tentativo di controllo.
Viviamo in un'epoca in cui uno dei valori più celebrati è l'autonomia. Ci viene insegnato che dobbiamo fare tutto da soli, che non è mai necessario ringraziare nessuno, che ogni conquista è solo frutto delle nostre forze. Ma questa corsa all'indipendenza ci conduce inevitabilmente all'infelicità, perché dimentichiamo la gratitudine. Non sappiamo più dire grazie per i doni che il presente ci offre, piccoli o grandi che siano.
Padre Maurizio invita a una rivoluzione interiore: imparare l'arte del godere delle cose semplici, lasciandoci sorprendere dalla generosità della vita. Questo è possibile solo se si rinuncia all'ossessione del controllo e si accoglie ogni giorno come un dono. La gratitudine, in questo senso, diventa una vera e propria terapia: ci aiuta a gustare il momento presente, a viverlo con pienezza.
Un altro invito provocatorio è quello a rinunciare all'idea distorta di giovinezza che ci viene continuamente proposta. È una giovinezza artificiale, costruita su illusioni e pretese, che genera solo confusione e insoddisfazione. Serve invece il coraggio di dichiararsi adulti, di assumersi responsabilità reali. Diventare adulti significa anche saper trasmettere – soprattutto da anziani – quella pace profonda che nasce dalle battaglie interiori affrontate e vinte, grazie a Dio.
Padre Maurizio denuncia anche la spettacolarizzazione dell'infanzia: i bambini vengono trattati troppo presto come piccoli adulti in alcuni aspetti, e in altri – quelli essenziali alla loro crescita – restano eternamente infantilizzati. È fondamentale offrire loro confini chiari, limiti netti. I bambini si legano profondamente a chi riesce a porre questi limiti con fermezza ma anche con dolcezza. Sentono che lì c'è amore vero, lì si sentono al sicuro.
In tutto questo, risuona una proposta radicale eppure profondamente umana: accontentarsi, non nel senso di rassegnarsi al poco, ma nel senso di godere profondamente di ciò che la vita offre ogni giorno. Questo è il cuore di una spiritualità concreta e liberante: mollare le redini del controllo e vivere con gratitudine ogni singolo istante donato.