venerdì 10 agosto 2012

Chiesa, società, salvezza.

Nonostante la società attuale e gli errori della Chiesa, quest'ultima
continua ad esistere e ad avere consenso, ma ciò che è in crisi è la
fede: non si capisce più a cosa sia servita la risurrezione di Cristo.
Inoltre non c'è più una domanda di salvezza.
Nei paesi industrializzati l'uomo ha soddisfatto tutti i suoi bisogni
(materiali) e non sente più la sua esistenza come precaria. Non si
cerca una salvezza, ma il benessere.
La domanda di salvezza non è una domanda di senso, ma è una domanda di
guarigione dal peccato che rende l'uomo malato. Sparita anche la
concezione del peccato, parlare di salvezza diventa vano.
Il cristianesimo viene visto come un insieme di regole morali, senza
tener conto che non ci si salva senza Salvatore. Già il Salvatore… Nel
supermarket della spiritualità, si crede alla predestinazione
(influenza del cinema anglosassone e della cultura protestante) e alla
reincarnazione (fascino orientale) e non all'immortalità dell'anima e
alla risurrezione. Inoltre, si applaude solo ai teologici che nelle
loro dichiarazioni si mettono fuori dalla tradizione e dalla Chiesa.
Chissà se questa crisi porterà l'uomo a ripensare ai propri limiti e a
ritornare ad uno stile più autentico...
Oggi più che mai occorre che i cristiani si facciano trovare pronti:
essere testimoni coerenti di Cristo e fare la volontà di Dio nelle
diverse situazioni, ovvero saper leggere spiritualmente la realtà,
saper discernere... I cristiani devono considerarsi minoranza
culturale, considerarsi come il sale che da sapore alla terra...

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