L'esperienza professionale come maestro rappresenta un luogo forte di appartenenza, un modo per sentirsi parte di qualcosa di importante. Fare il maestro ha un significato profondo e porta con sé l'orgoglio di una professione che lascia un segno indelebile.
Il maestro di vita: l'esempio di Camus
Albert Camus, autore de Lo straniero e La peste, fu un bambino particolarmente dotato, rimasto senza padre e proveniente da una famiglia molto povera. Il suo maestro, intuendone il talento straordinario, convinse la madre a chiedere una borsa di studio, nonostante il figlio fosse una risorsa per la famiglia contadina. Nel 1957 Camus vinse il Premio Nobel per la Letteratura e scrisse al suo insegnante, riconoscendolo come maestro di vita.
Quando arriva lo scoramento, è utile "tenere Camus sul comodino".
Crescere: uscire dal nido
I bambini, se restassero solo in casa, si rovinerebbero. È necessario uscire dall'iperprotezione materna, rompere il guscio e affrontare il flusso della vita, vivendo con altri bambini.
L'insegnante come tecnico dell'apprendimento
L'insegnante è un tecnico dei processi di apprendimento: lavora con persone piccole che devono "uscire imparate". Servono metodo ed empatia.
L'empatia è una condizione indispensabile, non un semplice metodo né una competenza tecnica: senza di essa questo lavoro è impossibile.
Bisogna sviluppare una sincronicità neurocerebrale con gli studenti; senza questa adesione al loro mondo non c'è serenità.
Sa far lavorare gli alunni nello stile di Maria Montessori, e la pedagogia deve costruire processi di apprendimento efficaci, basati su un solido background scientifico.
Relazioni e gruppo classe
Indice sociometrico: capacità di creare almeno un legame con un pari nella classe.
Comunità educante: oggi manca un vero immaginario educativo e un linguaggio condiviso; il livello scientifico sui temi educativi si è abbassato.
Nell'ambito educativo dominano le influencer, che danno sempre ragione ai genitori.
L'educazione non è considerata una priorità sociale o politica: la crescita delle nuove generazioni non è all'ordine del giorno.
Spazi e importanza del movimento
A Zurigo ci sono 500 parchi giochi tematici. Nessuno può sottrarsi, dal punto di vista psico-emotivo, al sorriso di un neonato. Ma oggi, nelle carrozzine, spesso non ci sono più neonati, bensì cani.
La scuola deve andare avanti, non tornare indietro. Gli spazi motori e di pausa sono fondamentali, perché l'apprendimento passa anche dal movimento: le mani sono il cuore del nostro cervello, prominenze neurocerebrali.
Secondo Alberto Oliverio, bisogna favorire attività motorie e liberare la mano per facilitare la crescita cerebrale, anche attraverso l'uso del corsivo.
Metodi didattici
La lezione frontale, ancora molto diffusa, è il metodo meno efficace: i tempi di attenzione sono bassi e questo tipo di apprendimento, nato nel Medioevo quando mancavano i libri, non coinvolge.
L'apprendimento avviene solo quando si è attivamente coinvolti (Gardner).
Gli studenti spesso ascoltano con "sguardo catatonico" senza partecipazione.
Serve sincronizzazione: non basta spiegare, bisogna far fare.
Esempi storici e teorici
Pestalozzi, inviato in Svizzera a dirigere istituti per orfani, con risorse limitate adottò il mutuo insegnamento, liberandosi dell'idea che l'apprendimento debba essere solo un rapporto a due.
I bambini apprendono meglio tra loro: il fattore imitazione (Rousseau) funziona perché ci si sintonizza a livello neurocerebrale.
Se non c'è imitazione sensoriale, non si apprende.
È fondamentale che gli insegnanti creino sintonia tra colleghi per organizzare situazioni e processi di apprendimento efficaci.
La fatica va fatta prima, nella preparazione.
Il gruppo classe è essenziale: crea motivazione, perché si va a scuola anche per i compagni. Oggi la scuola sostituisce i luoghi di aggregazione spontanea.
Metodo laboratoriale e maieutica
Serve una situazione stimolo che crei scoperta e laboratorio, ad esempio: "La sonda è atterrata su Marte, a cosa serve andarci?".
La preparazione della situazione stimolo è competenza specifica dell'insegnante.
È un approccio maieutico, generativo, che fa nascere idee.
Temi interdisciplinari permettono la creazione di laboratori e di spazi di imitazione, come faceva Don Milani con i suoi tavoloni per un lavoro condiviso.
Importante il coinvolgimento dei genitori e l'utilizzo dei compagni come risorsa.
Valutazione formativa
La valutazione evolutiva misura i progressi, non le cadute.
A scuola fa più danno la paura di sbagliare dell'errore stesso.
Bisogna imparare sbagliando, provando e riprovando.
Il giudizio blocca emotivamente.
La scuola non è un quiz né una gara: serve una competenza applicativa che dia padronanza duratura.
Alberto Manzi scelse di non dare né giudizi né voti, riassumendo: fa quel che può, quel che non può non fa.
Inclusione e normalità
La compresenza degli insegnanti è un grande valore, prima di tutto per loro stessi.
È il senso di normalità che salva i bambini.
Bisogna essere cauti con la retorica della neurodivergenza, rispettando i tempi di ciascuno.
È necessario rafforzare la competenza metodologica degli insegnanti.
La società occidentale sta vivendo un processo di neuro-medicalizzazione.
Montessori ha creato materiali per disabili gravi che migliorano l'esperienza scolastica di tutti.
Verso una scuola inclusiva e motivante
Una scuola ripetitiva non funziona ed è l'opposto dell'inclusione.
Occorre creare esperienze, usare il territorio, il gruppo, offrire una vera esperienza sociale, di motivazione e sviluppo.
L'obiettivo è una scuola dove si impara con piacere, un'esperienza bella e divertente.
Riferimenti finali
Daniele Novara: Vivere bene i conflitti per stare in salute
https://www.metododanielenovara.it/vivere-bene-i-conflitti-per-stare-in-salute/
Non è colpa dei bambini.
Michele Zappella: Bambini con l'etichetta. Dislessici, autistici e iperattivi: cattive diagnosi ed esclusione.
Sergio Neri: riflessioni sulla qualità della scuola.
La qualità della scuola è la qualità degli insegnanti.
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