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lunedì 26 maggio 2025

San Filippo Neri


San Filippo Neri, nato a Firenze nel 1515, fu una figura centrale nella Roma del Cinquecento, caratterizzata da profondi cambiamenti religiosi e culturali. Trasferitosi a Roma, si dedicò inizialmente agli studi teologici e alla direzione spirituale, impegnandosi soprattutto con le classi meno abbienti. Nel 1548, insieme al suo confessore, fondò la Confraternita della Santissima Trinità per assistere poveri e pellegrini. Ordinato sacerdote nel 1551, avviò l'esperienza pastorale che lo rese celebre: l'Oratorio. Questo luogo, che riuniva giovani di strada per giocare, cantare e pregare, si sviluppò attorno alla Chiesa di Santa Maria della Vallicella, divenendo un punto di riferimento spirituale.

L'Oratorio di Neri si distinse per la sua secolarità, non richiedendo voti o giuramenti, ma basandosi sul vincolo di carità e amicizia tra persone di diverse condizioni sociali. Questo modello innovativo ebbe un profondo impatto sulla Chiesa, influenzando la riforma religiosa del periodo. Filippo Neri, noto per il suo carattere gioioso e scherzoso, divenne il "santo della gioia" e il "giullare di Dio". Alla sua morte nel 1595, il culto di Neri si diffuse rapidamente a Roma, e nel 1622 fu canonizzato. La sua vita ha ispirato film e sceneggiati che ne hanno celebrato l'eredità spirituale e sociale.

San Filippo Neri (1515-1595) è una delle figure più amate e conosciute della Chiesa cattolica, noto per la sua gioia contagiosa, il senso dell'umorismo e la profonda spiritualità. Ecco le sue principali caratteristiche e tratti distintivi:

lunedì 12 maggio 2025

​Cori da “La Rocca” | Cap. 6-10

Capitolo 6 – La profezia e la lotta permanente

Il Cristianesimo non ha finito la sua lotta nel mondo. Non si tratta di una battaglia confinata al passato: è un confronto perenne, che si rinnova in ogni generazione, in ogni cuore, in ogni cultura. Il Tempio deve essere continuamente riedificato, perché è continuamente minacciato, logorato, dimenticato.

Eliot, con tono profetico, rompe l'illusione moderna che la fede possa ormai considerarsi acquisita o superata. La persecuzione dei cristiani non è una pagina chiusa, ma una realtà ricorrente sotto forme sempre nuove: disprezzo, marginalizzazione, ridicolo, esclusione.

Egli denuncia l'utopia ingenua di chi sogna sistemi talmente perfetti da non aver più bisogno della bontà personale, della conversione del cuore. È la tentazione antica e moderna di sostituire la redenzione con l'ingegneria sociale, la Grazia con la tecnica, Dio con l'ideologia.

Ma il Cristianesimo è proprio l'antitesi di ogni utopia: non promette una salvezza costruita dall'uomo, bensì annuncia la presenza salvifica di Dio dentro le ferite della storia. Eliot sa che si tratta di realismo, non di pessimismo: leggere l'umano senza illusioni, con la ragione aperta alla verità del limite e del desiderio.

Per questo il poeta osa domandare: perché gli uomini dovrebbero amare la Chiesa? Perché dovrebbero accogliere le sue leggi, i suoi richiami scomodi? La risposta è paradossale: la Chiesa ricorda loro ciò che vorrebbero dimenticare – il male, la morte, il peccato, la necessità del perdono. Dove l'uomo vorrebbe essere duro, essa chiede tenerezza; dove vorrebbe essere indulgente, essa richiama alla giustizia.

L'uomo che è viene oscurato dall'uomo che pretende di essere. Ma il Figlio dell'Uomo non è stato crocifisso una volta per tutte: è sempre crocifisso nella carne dei giusti, nella sofferenza dei santi, nella testimonianza dei martiri di ogni epoca. La profezia cristiana non smette mai di svelare questa tensione: la salvezza non è una conquista dell'uomo, ma un dono di Dio che attraversa la storia e la redime dal suo interno.

domenica 11 maggio 2025

​Cori da “La Rocca” | Cap. 1-5

La poesia di Eliot in Cori da La Rocca è un testo sapienziale e profetico, un appello a rendere perfetta la propria volontà. La volontà, forza etica e intellettuale di secondo grado, è chiamata a divenire ciò che naturalmente desidera: essere ciò che si è davvero. In questo movimento si manifesta un atto attivo e consapevole, che rivela la propria destinazione, investendo tanto la sfera della Caritas quanto quella della Charis, la Grazia.

Non si è davvero se stessi se non si vuole essere ciò che si è. La perfezione della volontà diventa allora cammino della Grazia. Senza significato non esiste neppure il tempo: la storia ci parla, paradossalmente, proprio attraverso la sua apparente mancanza di senso o di mezzi. È grazie a questa enigmaticità del suo inizio che possiamo intravedere la possibilità di una pienezza.

L'uomo è chiamato a essere un incessante ricostruttore di rovine. Eliot procede in una sorta di "progressione regressiva", animato dalla disperazione della speranza: quella tensione che muove l'anima a fare ciò che si deve, o si dovrebbe, per restituire al passato una funzione attiva nel presente, in una sorta di feedback spirituale. In questo processo, la buona volontà è la custode del senso.

Le tenebre si contrappongono alla fede. Ma proprio per questo la fede è necessaria: non dono facile, ma conquista drammatica e quotidiana. Il male, in questa prospettiva, è il segno contraddittorio e ultimo che l'uomo non è solo, non è abbandonato. E il perdono, infatti, è capace di cancellarlo.

Una luce brilla nelle tenebre: ci fa pensare a Cristo, il Liberatore, che dopo l'Incarnazione discese nelle profondità dell'Inferno per trarne le anime dei giusti, i patriarchi e i profeti, secondo l'immaginario dantesco. La profezia, in questo senso, è un grande e oscuro ricordo del futuro: l'avvenire dell'uomo, che attraversa tutta la storia, è figlio dell'Avvento.

venerdì 9 maggio 2025

Da Prevost a Leone XIV: il significato di un nome, il segno di un pontificato

L'elezione del cardinale statunitense Robert Francis Prevost al soglio di Pietro, avvenuta nel Conclave del 2025 dopo la morte di Papa Francesco, rappresenta una svolta storica: per la prima volta nella bimillenaria storia della Chiesa cattolica, un Papa proviene dagli Stati Uniti. Ma è la scelta del nome pontificale – Leone XIV – ad aver subito acceso l'attenzione e il dibattito, evocando forza, tradizione e un preciso orientamento pastorale e dottrinale.



Primo discorso di Papa Leone XIV, il testo integrale

La Pace sia con tutti voi.

Fratelli, sorelle carissimi, questo è il primo saluto del Cristo Risorto, il buon pastore che ha dato la vita per il gregge di Dio. Anch'io vorrei che questo saluto di pace entrasse nel nostro cuore, le vostre famiglie, a tutte le persone, ovunque siano, a tutti i popoli, a tutta la terra. La pace sia con voi. Questa è la pace di Cristo risorto. Una pace disarmata e una pace disarmante, umile e perseverante. Proviene da Dio. Dio che ci ama tutti incondizionatamente.

sabato 3 maggio 2025

San Filippo Apostolo

L'apostolo Filippo è una figura centrale nel Nuovo Testamento e uno dei dodici apostoli scelti da Gesù.
La figura di Filippo è significativa per il suo zelo missionario e il desiderio di far conoscere Gesù agli altri. Ecco alcune informazioni principali su di lui: