giovedì 31 marzo 2016

Riflessioni sulla Rivoluzione in Francia

« Fare una rivoluzione significa sovvertire l'antico ordinamento del proprio paese; e non si può ricorrere a ragioni comuni per giustificare un così violento procedimento. […] Passando dai principî che hanno creato e cementato questa costituzione all'Assemblea Nazionale, che deve apparire e agire come potere sovrano, vediamo qui un organismo costituito con ogni possibile potere e senza alcuna possibilità di controllo esterno. Vediamo un organismo senza leggi fondamentali, senza massime stabilite, senza norme di procedura rispettate, che niente può vincolare a un sistema qualsiasi. [...] Se questa mostruosa costituzione continuerà a vivere, la Francia sarà interamente governata da bande di agitatori, da società cittadine composte da manipolatori di assegnati, da fiduciari per la vendita dei beni della Chiesa, procuratori, agenti, speculatori, avventurieri tutti che comporranno un'ignobile oligarchia, fondata sulla distruzione della Corona, della Chiesa, della nobiltà e del popolo. Qui finiscono tutti gli ingannevoli sogni e visioni di eguaglianza e di diritti dell'uomo. Nella "palude Serbonia" di questa vile oligarchia tutti saranno assorbiti, soffocati e perduti per sempre. »
(Edmund Burke, Riflessioni sulla Rivoluzione in Francia)

Burke attaccò poi la costituzione francese del 1791, approvata dall'Assemblea nazionale sulla base della Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino del 1789, in quanto a suo dire la nuova costituzione preparava il terreno a disastri politici, negando altresì ogni paragone tra essa e il Bill of Rights inglese del 1689, quello americano recente o perfino la dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti. In un discorso al Parlamento il 6 maggio 1790 attaccò i costituenti francese e affermò:

« Guardo alla costituzione francese, non con approvazione ma con orrore, giacché contiene in sé tutti quei principî da avversare, gravidi di pericolose conseguenze che dovrebbero essere grandemente temute ed aborrite.[6] »
(Edmund Burke alla Camera dei Comuni)

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