giovedì 20 dicembre 2012

La promessa agli operatori di pace.

« Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio » (Mt 5,9).

Ogni anno nuovo porta con sé l’attesa di un mondo migliore. Così esordisce il documento del Papa: con un augurio. Si rivolge ai cristiani, alla chiesa ovvero il Popolo di Dio in comunione con Lui e in cammino tra gli uomini, e a tutti gli uomini.

In questo periodo di crisi economica che corrisponde ad una crisi di valori, il Papa rivolge un rinnovato e corale impegno nella ricerca del bene comune, dello sviluppo di tutti gli uomini e di tutto l’uomo.

Oggi c'è una pace strana: è vero non c'è la guerra in Europa, ma i cuori sono impoveriti come se fossimo in guerra. Oggi emerge il prevalere di una mentalità egoistica e individualista espressa anche da un capitalismo finanziario sregolato.

Quindi oggi più che mai l’umanità ha bisogno della pace quale propria vocazione. La pace è sorgente di sviluppo integrale, sociale, comunitario: l’uomo è fatto per la pace che è dono di Dio.


Il Papa poi passa alle beatitudini di Gesù. Esse sono promesse: un genere letterario che porta sempre con sé una buona notizia, ossia un vangelo, che culmina in una promessa. Quindi, le beatitudini non sono solo raccomandazioni morali... La beatitudine consiste, piuttosto, nell'adempimento di una promessa rivolta a tutti coloro che si lasciano guidare dalle esigenze della verità, della giustizia e dell’amore. 
Coloro che si affidano a Dio e alle sue promesse appaiono spesso agli occhi del mondo ingenui o lontani dalla realtà. Ebbene, Gesù dichiara ad essi che non solo nell'altra vita, ma già in questa scopriranno di essere figli di Dio, e che da sempre e per sempre Dio è del tutto solidale con loro. Comprenderanno che non sono soli, perché Egli è dalla parte di coloro che s’impegnano per la verità, la giustizia e l’amore. Gesù, rivelazione dell’amore del Padre, non esita ad offrirsi nel sacrificio di se stesso. Quando si accoglie Gesù Cristo, Uomo-Dio, si vive l’esperienza gioiosa di un dono immenso: la condivisione della vita stessa di Dio, cioè la vita della grazia, pegno di un’esistenza pienamente beata. Gesù Cristo, in particolare, ci dona la pace vera che nasce dall'incontro fiducioso dell’uomo con Dio.

Tornando al tema della pace, la sua precondizione della pace è lo smantellamento della dittatura del relativismo, che ignora  la legge morale naturale scritta da Dio nella coscienza di ogni uomo e che riduce il rapporto con Dio alla sola dimensione privata.

La pace richiede il coinvolgimento di tutto l’uomo e nella società deve essere fondata sulla verità, sulla libertà, sull'amore e sulla giustizia. Senza la verità sull'uomo, iscritta dal Creatore nel suo cuore, la libertà e l’amore svaniscono, la giustizia perde il fondamento del suo esercizio.

C'è pace se ci riconosciamo parte di un'unica famiglia umana, in Dio.
C'è pace se c'è amore, così da sentire come propri i bisogni e le esigenze altrui.

Per il Papa la pace è possibile. E' anche convinto dell'urgenza di un nuovo annuncio di Gesù Cristo.
La pace è principalmente realizzazione del bene comune delle varie società.

I nuovi "diritti", quali aborto ed eutanasia, inseguono una pace illusoria e sono basati su una visione riduttiva e relativistica dell’essere umano . La fuga dalle responsabilità, che svilisce la persona umana, ..., non potranno mai produrre felicità o pace. Come si può, infatti, pensare di realizzare la pace, lo sviluppo integrale dei popoli o la stessa salvaguardia dell’ambiente, senza che sia tutelato il diritto alla vita dei più deboli, a cominciare dai nascituri?

Si sottolinea ancora una volta che la struttura naturale del matrimonio va riconosciuta e promossa, quale unione fra un uomo e una donna... Questi principi non sono verità di fede... Essi sono inscritti nella natura umana stessa, riconoscibili con la ragione, e quindi sono comuni a tutta l’umanità.

Quando questi principi vengono negati ciò costituisce un’offesa contro la verità della persona umana, una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace. Questa è una delle frasi che sono state usate per polemizzare con le note posizioni della chiesa. Tuttavia il concetto del Papa è molto chiaro: se andiamo contro la natura umana come possiamo pretendere la giustizia e la pace? Così anche la ricerca scientifica sia al servizio della vita.

Altri temi attuali vengono trattati come il diritto all'obiezione di coscienza, la libertà di religione e di istruzione, il rispetto della vita (queste ultime tre voci sono i famosi punti non negoziabili), il diritto al lavoro.

Ratzinger poi si concentra sull'economia, che consideri uno sviluppo integrale, solidale e sostenibile, per il bene comune. La crisi finanziaria ed economica ha aumentato le disuguaglianze. L'economia di oggi postulava la ricerca della massimizzazione del profitto e del consumo, in un’ottica individualistica ed egoistica, intesa a valutare le persone solo per la loro capacità di rispondere alle esigenze della competitività. Nel mondo del lavoro occorre essere onesti e fare un qualcosa di ben fatto.

L’operatore di pace deve promuovere nell'attività economica rapporti di lealtà e reciprocità, uno spirito di solidarietà.

Tornando alla famiglia essa ha un ruolo fondamentale nell'educazione alla pace e al bene comune.
Si parla di pedagogia della pace e di pedagogia del perdono (Il male, infatti, si vince col bene). La pedagogia della pace implica azione, compassione, solidarietà, coraggio e perseveranza. La falsa pace che promettono gli idoli di questo mondo ... rende le coscienze sempre più insensibili,  porta verso il ripiegamento su se stessi. Preghiera e perdono sono "armi" indispensabili per la pace, oltre alle opere di misericordia materiale e spirituale.

Fondamento ed esempio da seguire per essere condotti alla pace, è Gesù, che incarna l’insieme di questi atteggiamenti nella sua esistenza, fino al dono totale di sé, fino a « perdere la vita » (cfr Mt 10,39; Lc 17,33; Gv 12,25).

Riflessione personale sul MESSAGGIO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI PER LA CELEBRAZIONE DELLA 
XLVI GIORNATA MONDIALE DELLA PACE.

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