domenica 30 gennaio 2011

L'eterna diatriba tra bene e male, tra giusto e sbagliato.

L'indecoroso spettacolo che ci sta riservando la cronaca politica di questi tempi è sotto gli occhi di tutti. Penso che non sia nemmeno necessario commentare una situazione del genere, tanto è palese.
La questione che maggiormente mi preoccupa è la reazione delle persone: tutti sono diventati irreprensibili giudici. Tutti accusano e tutti giudicano. Siamo così permeati dalla mentalità di definire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, che diventiamo cechi giudici e severi moralisti.
"Chi è senza peccato scagli la prima pietra". Ci siamo resi conto che siamo in una società che da sempre osanna il "machismo", l'individualismo, l'essere liberi e libertini? Non c'è bisogno di essere sapienti per notarlo. Oggi l'uomo vuole il successo, il denaro, le donne, relega la dimensione spirituale a puro "passatempo privato". Tuttavia, ora, gli stessi che hanno desiderato e che desiderano tutto questo, sentenziano e fanno i moralisti.
Non si tratta di difendere una persona particolare. Non si tratta di difendere la politica. La politica fatta da queste persone, figlie del nostro tempo, non può che essere caricatura della società attuale (esaltazione dell'odio, dell'individualismo, dell'interesse personale). 
La speranza è che questa situazione sociale faccia riflettere gli uomini che, anzichè divenire pubblici accusatori, possano diventare silenziosi operatori di bene, a partire innanzitutto dalle proprie famiglie, e di conseguenza, nella società. E' opportuno guardare dentro noi stessi per capire i motivi di questo declino delle nostre civiltà "avanzate".

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