domenica 23 agosto 2009

La Ricerca della Verità e la capacità di Ascoltare.

Fin da quando andavo a scuola il mio cruccio era capire chi avesse realmente ragione, dove fosse la verità. Ad esempio per fare una ricerca sullo stesso argomento storico, utilizzavo due libri. Nel leggere le argomentazioni capivo che la stessa storia potesse essere scritta in diversi modi, e certi episodi potessero essere raccontati più o meno approfonditamente. Così la mia ricerca diventava lunghissima, mandando al diavolo la sinteticità richiesta dalla consegna.

Finita la scuola, la “sete” di verità è rimasta, però ero a quel punto “libero” di utilizzare le fonti che più mi interessavano, non certamente proposti dalla didattica scolastica. Anche qui una profonda vastità di argomentazioni e quindi di ragioni nascenti dallo stesso argomento. Questa”sete” derivava anche dal fatto di crearmi una “mia” idea, un mio punto di vista sulle cose che mi accadono intorno. Allora che fare? Dov’è la verità?

Il mio percorso di vita non mi ha ancora portato ad una conclusione (per fortuna! vuol dire che ho ancora voglia di confrontarmi): la ricerca quindi continua. Escludendo gli estremismi ideologici di destra e di sinistra, ho appurato che c’è verità dove c’è ascolto, e dove c’è ascolto c’è verità. Ascolto delle “verità” di tutti. Negli estremismi questa capacità di ascolto non c’è. Lo ammetto: ho una mia idea politica, ma non per questo ritengo pregiudizialmente sbagliate le idee degli altri schieramenti, non posso non trovare delle verità presenti nei discorsi degli "altri". Le verità sono presenti in tutti.

In Italia percepisco un grande incapacità all’ascolto: ma non lo vedo solo in TV e in Parlamento. Lo vedo nella gente comune: nell’operaio e nell’intellettuale. Infatti è molto più facile litigare, che cercare la “pace”. Vedendo questo comportamento della gente, non mi stupisco quindi che i nostri rappresentanti siano incapaci di “assorbire” la voce delle persone.

Mi stupisco ancora come nel 1946 si sia arrivati ad un accordo sulla nostra Costituzione, con ideologie e personaggi così diversi. Allora però c’era voglia di far rinascere questa nostra bella Italia.

Manca l’ascolto, dicevo, senza il quale non si arriva alla verità. Con questa base la storia e tutte le attività umane sono passibili di strumentalizzazioni: ognuno usa la “sua” storia per il suo interesse. L’unità di Italia, la Resistenza, gli Anni di Piombo, Tangentopoli, ecc. saranno sempre avvenimenti storici da poter “depredare” per l’uno o per l’altro interesse. A 150 anni dall’ Unità di Italia, a 60 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, si cerca ancora la verità e lo si continuerà fare, ognuno con le sue ragioni. Se non si rispetta il pensiero dell’altro, se si pensa di avere la verità in tasca, se si rimane rinchiusi in “compartimenti stagni”, allora la nostra cara Italia non andrà mai da nessuna parte, e si troverà sempre più in difficoltà a dare risposte alle prossime generazioni.

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