mercoledì 3 settembre 2014

Letture del matrimonio

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Ecco le letture che abbiamo scelto per il nostro matrimonio.



Prima Lettura. Dal libro del Deuteronomio (Dt 6, 4-13)
“Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore.”

Abbiamo scelto questa lettura anche per variare dalle “tipiche” di Genesi e Cantico dei Cantici (molto bello ma che rischia di essere percepito come troppo sentimentalista).
E’ la preghiera di Israele e del popolo eletto, e ci è piaciuto molto il riferimento alla casa e ai figli, di conseguenza alla propria famiglia in cui testimoniare la grandezza del Signore, che dona a noi gratuitamente senza alcun merito.

Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore.
Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze.
Questi precetti che oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore.
Li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando ti troverai in casa tua,
quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai.
Te li legherai alla mano come un segno, ti saranno come un pendaglio tra gli occhi e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte.
Quando il Signore, tuo Dio, ti avrà fatto entrare nella terra che ai tuoi padri Abramo, Isacco e Giacobbe aveva giurato di darti, con città grandi e belle che tu non hai edificato, case piene di ogni bene che tu non hai riempito, cisterne scavate ma non da te, vigne e oliveti che tu non hai piantato, quando avrai mangiato e ti sarai saziato, guardati dal dimenticare il Signore, che ti ha fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile.
Temerai il Signore, tuo Dio, lo servirai e giurerai per il suo nome.


Salmo 100 (99).  "L'amore del Signore è per sempre, eterna è la sua fedeltà"
Abbiamo scelto il salmo proposto dalla guida per gli sposi. Il chiaro riferimento all’amore fedele è una delle caratteristiche fondamentali dell’amore nuziale.

Acclamate il Signore, voi tutti della terra, servite il Signore nella gioia,
presentatevi a lui con esultanza.
Riconoscete che solo il Signore è Dio: egli ci ha fatti e noi siamo suoi,
suo popolo e gregge del suo pascolo.
Varcate le sue porte con inni di grazie, i suoi atri con canti di lode,
lodatelo, benedite il suo nome;
perché buono è il Signore,  il suo amore è per sempre,
la sua fedeltà di generazione in generazione.


Seconda Lettura. Dalla Prima lettera si San Giovanni Apostolo. (1Gv 3,18-24.4,7-16)
L’amore non è fatto di parole, ma di fatti e di verità.
Se ci amiamo e ci siamo innamorati abbiamo conosciuto Dio nell’altro, perché Dio è amore, è caritas, è amore vicendevole, è amore generoso che pensa prima all’altro. Grazie allo Spirito che abbiamo ricevuto nei sacramenti sappiamo che Dio è con noi.
Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa. Il comandamento dell’amore è il comandamento principe per i cristiani e a maggior ragione per gli sposi: non si crede ad un amore astratto, ma all’amore reale e storico di Gesù (anche se nessuno ha visto Dio), e il riflesso dell’amore di Cristo deve arrivare anche a noi. L’amore manifestato da Dio è l’amore pasquale di Cristo sulla croce: è l’amore perfetto che viene da Dio; è perfetto perché dona la vita: il Figlio assume su di se, per amore, tutte le nostre colpe.
E’ una lettura tipica del periodo post-pasquale assieme al vangelo di Gv 15. Ci siamo permessi di unire i due brani proposti di 1Gv3 e 1Gv4: questo per la difficoltà di scegliere a favore di uno solo.

Dio è amore, è anche il titolo di una delle encicliche di Benedetto 16, è il riassunto del vangelo: un amore pasquale che arriva a donare la vita del Figlio per il bene dei figli. Riconosciamo la grandezza di Dio e del suo amore, della sua invisibilità che ci lascia liberi di sceglierlo con l’amore. Nell’ambito della comunità giovannea si approfondisce ciò che viene detto nel Vangelo  fino a concludere che Dio è amore.
Emerge l’esigenza di semplicità, di essenzialità, del piccolo principe… in effetti l’amore è semplice e invisibile agli occhi..

Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità.
In questo conosceremo che siamo dalla verità e davanti a lui rassicureremo il nostro cuore, qualunque cosa esso ci rimproveri. Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa.
Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio, e qualunque cosa chiediamo, la riceviamo da lui, perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quello che gli è gradito.
Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato. Chi osserva i suoi comandamenti rimane in Dio e Dio in lui. In questo conosciamo che egli rimane in noi:
dallo Spirito che ci ha dato.
Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio: chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.
In questo si è manifestato l’amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui. In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.
Carissimi, se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di lui è perfetto in noi. 

In questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha donato il suo Spirito. E noi stessi abbiamo veduto e attestiamo che il Padre ha mandato il suo Figlio come salvatore del mondo. Chiunque confessa che Gesù è il Figlio di Dio, Dio rimane in lui ed egli in Dio. E noi abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi. Dio è amore; chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui. 


Alleluja (3). Se Dio è per noi chi sarà contro di noi? Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Nulla potrà mai separarci dall'amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore. (Rm8, 31b.35a.39b).
L’”alleluia” che abbiamo scelto non fa riferimento diretto al Vangelo, ma vuole significare l’affidamento a Cristo e a Dio. “Se Dio è per noi chi sarà contro di noi” potrebbe essere il nostro motto, un sostegno nei momenti di difficoltà… l’ottimismo cristiano dell’uomovivo di Chesterton.

Vangelo. Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 15, 1-17)
“Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore.” 
Il Signore agisce sia su chi non produce frutto, sia su quelli che lo seguono. Se si rimane in Dio, Dio rimane in noi. L’importanza di rimanere “vivi” e trarre questa vita dal tralcio (Signore). Occorre affidarsi al Signore per vivere.
Chi si affida al Signore diventa suo discepolo, diventa suo figlio, e riceve il suo amore.
Al centro del brano c’è il comandamento che riassume il decalogo “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi.
Altra citazione dell’amore pasquale “dare la sua vita per i propri amici
Se accogliamo il suo vangelo saremo suoi amici e non più schiavi.
Gesù rivela il Padre, concetto base della teologia giovannea.
Ma non siamo noi a scegliere Cristo, ma è lui a scegliere noi “per portare frutto”.
Noi sposi siamo scelti per vivere assieme in una sola carne per essere luce per gli uomini.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla.
Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.
Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda.
Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri. 

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