domenica 21 aprile 2013

Gesù è il Buon Pastore che dona la vita per le pecore, è l’Agnello che salva.

IV Domenica di Pasqua 2013

Cosa ci lasciano queste letture?
Il Vangelo di Cristo è rivolto a tutti, non solo a Israele. Noi cristiani apparteniamo al Signore, siamo suoi testimoni, siamo suo popolo, suo gregge: siamo suoi e ci conosce per nome.
Il Signore è buono, pieno di misericordia per noi, e il suo amore è per sempre. E’ il buon Pastore che dona la vita per le sue pecore, e col suo sangue versato ci lava dal peccato, rendendoci candidi.



Nel brano di Atti 13, Paolo e Barnaba, colmi di Spirito Santo, sono in missione in Turchia, ad Antiochia di Pisidia. L’episodio comprende due sabati consecutivi alla Sinagoga del paese.
Nel primo sabato (che non compare nella liturgia di oggi) Paolo viene invitato a prendere la parola e con un suo discorso mostra come le promesse fatte ai padri di Israele si sono compiute con la resurrezione di Gesù Cristo: Dio fattosi uomo, come noi, tranne che nel peccato, è venuto per perdonare i nostri peccati, cosa che la sola Legge non può fare. Dopo il discorso molti giudei li seguirono.
Il secondo sabato molta gente era venuta per ascoltare Paolo e Barnaba, e questo fatto ingelosisce i giudei che li contrastano. Tuttavia Paolo e Barnaba, con sicurezza, dissero:
  • «Era necessario che fosse proclamata prima di tutto a voi la parola di Dio, ma poiché la respingete noi ci rivolgiamo ai pagani.
  • il Signore chi ha ordinato: “Io ti ho posto per essere luce delle genti, perché tu porti la salvezza sino all’estremità della terra”».

rif Gv 8,12 Gesù dice: Io sono la luce del mondo chi segue me non camminerà nelle tenebre ma avrà la luce della vita. Quindi richiama il mandato evangelico degli apostoli che devono essere LUCE.

Dopo queste due frasi i pagani fanno festa, perchè chi crede nel Signore è destinato alla vita eterna, alla salvezza. Papa Francesco ha dato una bella definizione di salvezza cristiana: quell’amore di Dio che attraverso il suo Figlio unigenito «si è fatto uno di noi, ha camminato con noi».
I giudei li cacciano violentemente, così Paolo e Barnaba fuggono, ma con gioia e pieni di Spirito. Così come Pietro e gli apostoli, la scorsa domenica, se ne andarono via dal Sinedrio, “lieti di subire oltraggi per il nome di Gesù”.
Questo episodio ricorda quello di Gesù alla Sinagoga di Nazareth. Quel rifiuto provocherà la diffusione del Vangelo presso i pagani.

Ora dobbiamo prendere confidenza con le parole: agnello pastore pecore recinto.
Proviamo a immaginare la scena di Apocalisse 7: Abbiamo 4 angeli, uno per ogni angolo della terra, pronti a distruggerla a causa del suo peccato.
Ma arriva un 5° angelo che li ferma, perchè deve ancora essere impresso il sigillo sulla fronte dei servi di Dio. Il sigillo viene impresso prima ai discendenti delle 12 tribù di Israele, poi (e veniamo al brano di oggi) ad una moltitudine di genti che provengono da ogni parte della terra. Sono tutti in piedi davanti al trono su cui siede l’Agnello, da cui proviene la salvezza.
Ad un tratto compare un gruppo diverso dagli altri: sono tutti vestiti di bianco.
L’Agnello li riconosce: sono quelli che vengono dalla tribolazione, dalla persecuzione, che hanno LAVATO LE LORO VESTI RENDENDOLE CANDIDE CON IL SANGUE DELL’AGNELLO.
Ma come si fà a lavare una veste col sangue? E’ il battesimo: grazie al sangue versato da Cristo in croce la nostra veste ritorna candida.
Ora questi sono al servizio quotidiano dell’Agnello, il quale stenderà su di loro la sua tenda (la sua Chiesa) e li proteggerà. >> riff. alla tenda nel deserto di Mosè e degli ebrei
Infatti non avranno più fame e non avranno più sete, perchè l’Agnello sarà il loro pastore e li guiderà alle fonti delle acque della vita. >> riff. Ratzinger quando si è dimesso >> E’ Cristo che guida la Chiesa verso la salvezza!
e asciugherà ogni lacrima dal loro viso. >> riff pensiamo a quante volte nei vangeli il peccatore piange e Gesù aciuga le lacrime con la sua croce per il perdono dei peccati.

Ora siamo al Vangelo: E’il capito del buon pastore
Nota: traduzione dal greco KALOS significa bello. >> il bel pastore.
Il capitolo 10 si inaugura con queste parole di Gesù:
io sono la porta delle pecore, e chi entra nella porta sarà salvato
io sono venuto per donare la vita in abbondanza
io sono il buon pastore (annunciato da Ezechiele, un pastore che non disperde ma protegge.)
Durante questa settimana liturgica Gesù ci dice
Io sono il pane di vita disceso dal cielo
In pratica Gesù svela la sua identità, ma i giudei ancora non lo riconoscono come Messia. Loro non hanno creduto perchè non fanno parte delle sue pecore.
Se aggiungiamo che queste parole vengono dette durante la festa della Dedicazione del tempio, tutte le volte che Gesù dice “Io sono” consacra se stesso come altare del tempio su cui avvengono i sacrifici. Gesù, usando le figure dell’antico testamento, si consacra Messia e tutt’uno col Padre.
Qui giungiamo al brano di oggi
Gesù dice:
le mie pecore mi ascoltano e io le conosco
io do loro la vita eterna, non andranno perdute, nessuno le strapperà dalla mano del Padre
io e il padre siamo una cosa sola
queste frasi suonano ai giudei come una bestemmia.
Questo brevissimo brano è denso di riferimenti :
Proverbi >> i malvagi non comprederanno la giustizia, ovvero la volontà di Dio
San Paolo ai Romani dice >> siamo giustificati da Cristo, chi ci separerà dal suo amore?
Deuteronomio >> i suoi santi sono nelle sue mani
Sapienza >> le anime dei giusti (santi) sono nelle mani di Dio, nessun tormento li toccherà.
Possiamo concludere che in Dio, per mezzo di Gesù, siamo salvi.
Infine, Tutti e tre i brani proposti hanno un riferimento a Isaia 49, che è uno dei canti del Servo del Signore, che noi identifichiamo in Gesù. Qui è Dio, che tramite Isaia, parla e si rivolge al popolo:
Io ti renderò luce delle nazioni perchè porti la mia salvezza fino all’estremità della terra. Il Signore riscatta chi è disprezzato. Venite fuori dalle tenebre, pascolate per tutte le strade, non avrete più fame, nè sete, nè arsura perchè sarete guidati da colui che ha misericordia e vi condurrà alle sorgenti dell’acqua. Il Signore consola e ha misericordia per il suo popolo.

PRIMA LETTURA (At 13,14.43-52)
Ecco, noi ci rivolgiamo ai pagani.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 99)
Rit: Noi siamo suo popolo, gregge che egli guida.

SECONDA LETTURA (Ap 7,9.14-17)
L’Agnello sarà il loro pastore e li guiderà alle fonti delle acque della vita.

Canto al Vangelo (Gv 10,14)

VANGELO (Gv 10,27-30)
Alle mie pecore io do la vita eterna.


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