domenica 12 aprile 2009

La Santissima Eucaristia, culto di Dio e missione.

Relatore: Cardinale Francis ARINZE.
XXX Convegno Liturgico Diocesano. Modena, 28 Marzo 2009.

In questa Quaresima, è stata assai utile la testimonianza del Cardinale ARINZE, prefetto emerito della Sacra Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti. Linguaggio semplice e diretto, per un testimone che viene dall’Africa, terra di povertà e sofferenza. Nonostante i problemi, l’Africa cristiana è viva, e l’entusiasmo che emerge nelle celebrazioni africane è contagiante.

Frasi semplici, scandite dall’accento africano che arrivano, al cuore di tutti: “Per colpa di uno siamo peccatori, ma grazie a uno siamo salvati”. Chiari sono i riferimenti ad Adamo e a Gesù: per colpa di un uomo siamo stati condannati, ma grazie al figlio di Dio sacrificato, viviamo.

La nostra preghiera, quindi, non deve iniziare con una richiesta, ma con un inno di lode al Signore. Chiedere aiuto a Dio è importante, ma deve essere l’ultima cosa. Impariamo a ringraziare e a lodare chi si è sacrificato per l’uomo: bisogna saper distinguere i bisogni del momento dai bisogni spirituali, e il nostro Spirito ha bisogno di Dio.
Inoltre nell’adorazione è utile fare silenzio dentro di sé: solo così si è a tu per tu con Dio. Anche il canto è preghiera, ma attenzione a non trasformarlo in un “momento di ricreazione”.

Eucaristia: culto di Gesù, nostra Pasqua.

Il tema centrale dell’intervento del cardinale è l’Eucaristia: dono del corpo e del sangue del Cristo. Durante la Santa Messa, l’Eucaristia ci viene presentata come il sacrificio reso presente: il memoriale.

Essa è fonte e apice di tutta la vita cristiana, infatti nella liturgia occupa un posto centrale. Inoltre tutti i sacramenti portano ad essa, alla comunione con Dio.
L’Eucaristia è un dono troppo grande e importante; infatti chi non ama la Chiesa attacca per prima cosa l’Eucaristia.

Noi non riceviamo pane e vino benedetto, ma il corpo e il sangue di Gesù.
La presenza del Cristo è reale. E’ l’Emmanuele: Dio con noi.
Questa è la nostra fede.
Questo è ciò per cui i martiri danno la loro vita.

Se intendiamo in questo modo l’Eucaristia, la Santa Messa diventa un supremo atto di lode a Dio, un sacrificio di lode. La Chiesa, a sua volta, diventa il corpo mistico di Cristo, diventa la sua sposa.
Occorre quindi prestare molta attenzione alla Parola, adorare Dio in un atto comune di fede e curare la celebrazione. La Parola è fonte di nutrimento, è pane di vita.

“La Domenica senza la Santa Messa è vuota”.

La vita cristiana senza Messa diventerebbe impraticabile perchè il sostegno eucaristico verrebbe a meno. Come è possibile concepire una domenica senza Messa?
Senza la forza dell’Eucaristia si avrebbe paura di testimoniare Gesù, si perderebbe il coraggio. Non esisterebbe la comunità cristiana.

Per questo è opportuno, prima di una celebrazione, arrivare per tempo e prepararsi interiormente al messaggio che Dio chi vuole trasmettere. Anche in questo caso l’uomo deve scegliere quali sono le sue priorità: l’Eucaristia ricevuta è valida anche per i “ritardatari”, ma aggiunge scherzosamente il cardinale: “se uno arriva tardi è meglio fare un'altra messa… l’Eucaristia ha validità, ma si faranno i conti con Gesù…”.

In queste situazioni, è importante che il cristiano non si faccia giudice del proprio prossimo, ma è consigliabile aiutare gli altri affinché migliorino. Noi non saremmo mai buoni giudici: il nostro giudice è uno e si trova nella patria del cielo.

Dopo la parentesi sui “ritardi” e sui “giudici”, il cardinale continua il suo discorso sulla missionarietà dell’Eucaristia. Nella comunità, rilevante è la partecipazione attiva, che non significa attivismo, ma atti interiori rivolti a Cristo. Dopo aver seguito la liturgia, le letture e fatto silenzio dentro di noi, il culmine è ricevere Gesù nella comunione. In questo momento, l’Eucaristia ci manda in missione.

Il cristiano non è “isolato” alla propria comunità parrocchiale, ma può e deve essere un buon cittadino: contribuendo allo sviluppo sociale, promuovendo la vita sulla terra, anche se, come figli di Dio, abbiamo la promessa di una vita nuova dopo la morte.

Il cristiano deve dare l’esempio innanzitutto nella propria comunità domestica e deve farsi sostenitore della famiglia fondata sul matrimonio.

In questa società è urgente, più che mai, la testimonianza. Ognuno si deve impegnare a capire in cosa si può rendere utile per la Chiesa, e per la causa del Vangelo. Ma attenzione: “noi non dobbiamo imporre, ma proporre.

A questo punto occorre una precisazione: alla fine della celebrazione, la dicitura del messale è: “la messa è finita, andate in pace”. I vescovi chiesero di modificare tale dicitura: dire la messa è finita potrebbe essere mal interpretato dai fedeli. Spesso nelle nostre chiese infatti sentiamo:
“Annunciate il Vangelo e andate in Pace”
“Andate in Pace”
“La gioia del Signore sia la nostra forza. Andate in pace.”
“Glorificate il Signore con la vostra vita. Andate in pace.”
“Nel nome del Signore, andate in pace.”

In questo modo l’assemblea capisce che chi lascia la Chiesa, la lascia per iniziare una missione. Ognuno di noi deve sentire una vocazione di apostolato: non ci sono spettatori nella Chiesa ognuno ha un ruolo e può fare qualcosa.

Non si è cristiani solo di domenica!

Altra bellissima frase del cardinale Arinze: “Chi ama parla volentieri dell’amato.” Il cristiano non deve avere paura di testimoniare il Vangelo. Se interiormente amiamo veramente il Cristo, non possiamo avere paura. L’abbondanza dei suoi doni è tale che nulla ci può spaventare. Prima di andare verso il Padre, Gesù si è spogliato di tutto e lo ha donato: il suo corpo e il suo sangue nell’Eucaristia, lo Spirito Santo il giorno di Pentecoste, la sua Parola testimoniata e tramandata dagli apostoli.

Un Eucaristia che non provoca amore è inutile.

L’Eucaristia ti dona la forza di riconoscere Cristo nei poveri; assistere ed essere solidale con chi ne ha bisogno.
Ricordiamo che quello che facciamo ai più piccoli lo facciamo a Gesù.
Come non rispettare quindi le persone e la natura, entrambe opere di Dio Padre?

L’Eucaristia è eredità di Gesù Cristo. Tale eredità deve essere ben custodita dai laici cristiani e dai sacerdoti. Durante la Messa il sacerdote diventa strumento nelle mani di Cristo, e infatti nella consacrazione parla in prima persona: il suo carisma influisce notevolmente sulla celebrazione.

Il Signore è risorto! E' veramente risorto. Alleluia Alleluia

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